Si è spento Katerin Katerinov, il padre della linguistica italiana moderna per l’insegnamento agli stranieri. Con il suo celebre manuale si sono formati schiere di studenti stranieri ed anche tanti professori che insegnano oggi la nostra lingua in tutto il mondo.
Gli eventi si susseguono senza una logica apparente. Forse la logica è un’esigenza tutta umana per dare un senso allo scorrere del tempo e renderlo, così, comprensibile, prevedibile, sopportabile. Ho conosciuto Katerin Katerinov molto tempo fa in aula XV – chi conosce la disposizione delle aule di palazzo Gallenga, sede dell’Università per Stranieri di Perugia, sa che mi sto riferendo all’aula situata nella porzione più elevata dell’edificio, una specie di “paradiso” – e la notizia della sua scomparsa mi ha raggiunto proprio in quella che per lunghi anni è stata la sua postazione.
Primo fra i docenti della Stranieri a proporre materiali multimediali e unico, per anni, a dedicarsi instancabilmente allo studio della didattica della lingua italiana come L2, Katerin è stato capace di svecchiare e ricreare le teorie glottodidattiche applicandole alla metodologia dell’insegnamento e traducendole in manuali sempre al passo con i tempi e sempre efficaci. Il famoso “libro rosso” – La lingua italiana per stranieri (1985) – ha formato legioni di insegnanti e ancor più di studenti in ogni parte del mondo, laddove l’italiano è apparso come lingua straniera e, oserei dire, come miraggio.
I manuali di Katerin, prodotti in collaborazione con Maria Clotilde Boriosi-Katerinov, non si sono mai limitati a mediare le “regole”, ma si sono sempre posti l’obiettivo di ispirare i discenti in modo da renderli, una volta superata la fase della mera esecuzione di compiti, attori creativi nella comunicazione in una L2.
Con Katerin ho condiviso l’amore per la slavistica; anch’io, infatti, nasco e mi considero slavista prestato all’italianistica, e in lui, come ho avuto modo di ripetere in più occasioni, ho sempre visto lo “starec” [[Termine russo che si riferisce ai mistici cristiani ortodossi dotati di particolare carisma e seguito. In questo caso, ovviamente, prescindo dai caratteri mistici.]] con cui discutere delle mille incertezze contro cui, da giovane e inesperto insegnante, mi trovavo a combattere quotidianamente.
Katerin mi ha insegnato a sviluppare i materiali didattici modulando le difficoltà e prestando attenzione alla natura e alla frequenza degli errori con metodologia scientifica e oggi, in veste di formatore, non posso prescindere da quegli insegnamenti e soprattutto dall’impostazione di studio e analisi.
L’Università per Stranieri perde uno dei suoi docenti più rappresentativi, un padre nobile che – era nella sua indole – ha sempre eluso i toni roboanti della monumentalità a favore di una umanità che già ci manca e che ancora di più mancherà. Fuor da retorica, davvero siamo più soli.
Почивай в мир, приятелю!
Natale Fioretto
Docente Università per Stranieri di Perugia
Ciao Katerin!
Buonasera, tutti gli studenti della Italo Calvino, langue et civilisation italiennes di Parigi hanno imparato la nostra bella lingua grazie ai libri rossi di Katerin Katerinov … un Bulgaro innamorato del nostro Bel Paese.
I suoi manuali si sono immediatamente imposti ai nostri allievi, dopo esser stati introdotti dall’allora responsabile pedagogica dell’associazione … una Ceca che aveva studiato l’italiano all’Istituto Culturale di Praga, nei lontani anni ’70, prima di meritarsi un dottorato in linguistica italiana, qui a Parigi VII, nel 1983.
Come dire … per saper reinventare l’insegnamento della lingua di Dante agli stranieri, forse é meglio non esser nati nello Stivale.
Grazie, prof. Katerin, che il vostro spirito possa continuare a volteggiare insieme a quelli dei vostri illustri colleghi.
Giampaolo, presidente dell’associazione
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Bonsoir, tous les élèves de l’association Italo Calvino, langue et civilisation italiennes de Paris ont appris notre belle langue grâce aux livres rouges de Katerin Katerinov … un Bulgare amoureux du Beau Pays qui est le nôtre.
Ses manuels se sont immédiatement imposés, après avoir été introduits par la responsable pédagogique de l’époque … une Tchèque, ayant appris l’italien à l’Institut Culturel de Prague, dans les lointaines années ’70, avant de mériter un doctorat en linguistique italienne à Paris VII en 1983.
Bref, c’est comme dire que pour savoir réinventer l’apprentissage de la langue de Dante … parfois, il vaut mieux ne pas être né dans la Botte.
Merci, prof. Katerin, que votre esprit puisse continuer de voltiger aux côtés de ceux de vos illustres collègues.
Giampaolo, président de l’association