E’ mancato quattro anni fa, lo stesso giorno, come è noto ed è comunque giusto ricordare, della morte di Ingmar Bergman, un altro grande del cinema europeo, mondiale, come lui.
A settembre prossimo, il giorno di San Michele Arcangelo, Antonioni avrebbe compiuto 99 anni e, dunque, il 2012 segnerà il centenario della sua nascita.
Un omaggio, inusitato, per certi versi, gli proviene, quest’anno, da Permanent becoming and the Architecture of seeing – Il divenire permanente e l’architettura della visione (tradotto ‘malamente’, alla lettera), una splendida mostra che si tiene nell’Ala Napoleonica del Museo Correr di Venezia, esposte le opere di un artista eclettico quanto geniale, Julian Schnabel.
Geniale anche la collocazione, in apparenza ‘fuoriluogo’: una sede antica, solenne, che contiene da sempre capolavori classici come le opere in gesso del Canova – per citarne uno – in cui han trovato posto i pezzi che solo per grandezza potrebbero citare i ‘teleri’ del grande veneziano Tintoretto e che, in realtà, si potrebbero forse avvicinare all’ Action Painting di Pollock, ma che non stonano, in ‘tanto’ luogo.
Passato, futuro si ‘sposano’ sintesi perfetta, in un presente costante che ricorda i lavori ‘ab ovo’ di tanti anni fa, quelli degli esordi, di Schnabel, come i macro-mosaici fatti di cocci, terraglie i quali, ‘letti da lontano’, danno immagini sincretiche davvero uniche e pregnanti, ritratti di grandi ‘a busto americano’ di presaga lucidità, paesaggi, ‘ricordi dall’informale’, traits d’union delle arti visive tra loro, meta-muse gemelle come la pittura ed il cinema che, a volte, tutto raggruma e comprende.
Visionario e versatile ‘comunicatore’ per eccellenza, infatti, l’internazionale Schnabel approda, nel tempo, da grande pittore habitué del MoMA e del Centre Pompidou al cinema con pellicole come il biopic Basquiat (interpretato anche da Claire Forlani di lontane origini ferraresi), un quasi ‘citarsi addosso’ di alleniana memoria, cinema nel cinema, poiché protagonista è un artista, morto giovane come il sodale Keith Haring – ‘cari agli dei’ entrambi, probabilmente.
E nella mostra veneziana non mancano gli omaggi, in modalità Schnabel, dunque, al cinema dei grandi come Jean Vigo, Bernardo Bertolucci e, dulcis in fundo al nostro Michelangelo Antonioni, cui l’artista, classe 1951, Ebreo nativo di Brooklyn, ha dedicato il suo UNTITLED (ANTONIONI WAS HERE), un olio su poliestere del 2010 proveniente da collezione privata di quasi 3 metri e mezzo per 2 e mezzo.
Julian Schnabel – Untitled (Antonioni was Here), 2010
Olio su Poliestere – cm 342,90 x 241,30
Private Collection
Courtesy Gian Enzo Sperone and Marco Voena
Di Venezia, tra l’altro, dice Schnabel:
“……..La prima volta andai a Venezia per vedere la città. Vedere qualcosa di nuovo e inconsueto è importante. Andai a visitare una città che esce dall’acqua, fluttuante. Nel novembre 1976 Venezia era vuota, triste, grigia e magnifica; nel 1980 era estate, ed era piena di turisti e artisti. Assolata, magnifica e ancora triste.
Venezia è uno di quei luoghi in cui il tempo si è fermato e tutti sono turisti. Rimangono solo per un giorno e vanno via. Il senso del tempo è così forte che non si può ingannare se stessi con l’idea della permanenza, anzi, si avverte il senso della propria provvisorietà perché si vive nel sogno di qualcun altro. Lo stesso accade a L’Avana e a Pietroburgo. Credo sia perché sono tutte città circondate dall’acqua. Ma il tesoro di Venezia consiste nell’abbondanza della grande arte, che è ovunque. Questa è la cosa importante…”.
Parole che, nel nostro immaginario collettivo locale potrebbero utopicamente ma non troppo attagliarsi alla nostra Ferrara, città pure d’acqua, città d’arte pure, come Venezia e che il nostro Antonioni, di essa da sempre ‘innamorato’, avrebbe potuto pronunciare o, quantomeno, condividere, why not?
In fondo Gente del Po l’aveva prima scritto poi girato lui, tra il 1943 ed il 1947…
Maria Cristina Nascosi Sandri
(Da Ferrara)
Per saperne di più sulla personale di Julian Schnabel al museo Correr
Informazioni pratiche :
JULIAN SCHNABEL Permanently becoming and the architecture of seeing
dal 4 giugno 2011 al 27 novembre 2011
San Marco 52,
30124 Venezia
Ingresso per il pubblico: Piazza San Marco, Ala Napoleonica, Scalone monumentale
Orari
Dal 4 giugno al 31 ottobre, tutti i giorni dalle 10.00 alle19.00
Dal 1 al 27 novembre, tutti i giorni dalle 10.00
alle 17.00
Biglietti: Intero 10,00€ – ridotto 8.00€