Il nuovo romanzo di Pablo Lentini Riva, edito da Ellin Selae, si svolge tra le calli di Venezia e racconta dell’incontro tra un allievo e il suo maestro e mentore. Due antieroi in una trama avvincente e ricca di risorse. Bella scrittura, con qualche passaggio forse troppo alla ricerca dell’effetto.
Sinfonia per la città capovolta è un titolo-metafora che allude chiaramente al tema del doppio. Doppia è infatti l’immagine della città, doppia l’idea che Fortuni ha del suo maestro e doppia, perché capovolta, l’esistenza di Liguori, Pigmalione decadente. Un ex-studente, dal nome improbabile, Betho (Fortuni), oramai adulto e a sua volta docente, re-incontra il suo mentore perdendosi con lui nel labirinto delle calli veneziane.
Il vecchio decide di raccontare al non più giovane allievo le tristi vicende che hanno caratterizzato gli ultimi anni della sua esistenza, mostrando la consapevolezza di aver disastrosamente ceduto a quelli che i francesi chiamano i demoni di mezzo, les démons du midi.
Il mito del maestro crolla inesorabilmente. Come Teseo, Betho e Liguori, due personaggi di spicco del mondo musicale, si smarriscono dentro Venezia: sono perdenti nei rapporti privati, che non a caso si dissolvono nel petrolio dei canali. Il giovane maestro appare quasi evanescente nei suoi atteggiamenti piccolo borghesi, il vecchio invece abbraccia ogni maledizione. Sceglie di amare, per la seconda volta, una donna molto più giovane di lui e, privato temporaneamente di senno, tenta persino di delinquere.
Si tratta della vicenda di due antieroi che cercano nello studio della musica un paradigma-riverbero dell’esistenza. Erano partiti dalla perfezione dell’espressione artistica e dal valore assoluto di una bellezza quasi platonica, ma si ritrovano a dover distruggere entrambe.
Le virtù della tecnica si sfaldano come la vita del maestro: Liguori si gioca l’unica via di scampo durante una disperata partita di poker e Fortuni inizia a corteggiare una donna perché pungolato dalla sua indomabile rabbia africana.
Belle espressioni, trama avvincente, qualche passaggio forse troppo alla ricerca d’effetto. Talora sembra che l’autore combatta con la bellezza anche nelle scelte stilistiche, ma non è una fatica di Sisifo: il ritmo è un crescendo. Lentini Riva come Betho molla negli anni la perfezione a favore dell’empatia e acquista così vis narrativa e musicale. Mollare gli ormeggi senza conoscere il meteo può apparire come suonare davanti a un pubblico sordo.
Ma chissà se sia davvero sempre il pubblico a cambiare il destino del concerto. Questo romanzo è pubblicato da una piccola e tenace casa editrice: Ellin Selae.
Recensione di Veronica Arpaia per Altritaliani
A Parigi, il nuovo romanzo di Pablo Lentini Riva è disponibile a
La Tour de Babel
10, rue du Roi de Sicile, 75004 Paris
tel 01 42 77 32 40
http://www.librairieitalienne.com/
Per saperne di più sull’autore e la sua opera, Altritaliani vi propone altri links sul nostro sito:
INTERVISTA A PABLO LENTINI RIVA in occasione della pubblicazione del racconto «GLI STAGNI DI COROT» (2009).