Qualche anno addietro richiamammo l’attenzione su un clamoroso furto d’arte avvenuto a Zurigo presso un’importantissima collezione privata oggi Fondazione: la collezione Buehrle.
Tale Fondazione riveste per i ciociari un valore particolare poiché è in suo possesso anche un’incredibile ciociara in stile cubista realizzata da Picasso nel 1917.
Rammentiamo che questo artista ha realizzato una ventina di opere raffiguranti delle ciociare! Per lui era un soggetto ricercato e amato. (ndr la Ciociaria è una regione immediatamente a Sud di Roma).
Il furto in questione avvenne nel febbraio del 2008 e furono sottratte quattro opere, una di Monet, una di Van Gogh, una di Degas e una di Cézanne. Le prime due furono recuperate pochi giorni dopo, mentre il ciociarello di Cézanne è stato ritrovato solamente poche settimane fa a Belgrado con tanto di cappello a cono tipico e con le cioce; del Degas ancora non si hanno notizie, secondo il resoconto de ‘Il Giornale dell’Arte’ di questo mese.
In questo articolo vi voglio raccontare la storia che si cela dietro questo magnifico quadro: ‘Le garçon au gilet rouge’.
Come tutti sappiamo, Cézanne aveva il suo studio principale a Aix-en-Provence e un altro, pur se meno conosciuto, nel XVIII arrondissement a Montmartre.
Questo quartiere di Parigi, assieme a Montparnasse, rappresentava il centro planetario degli artisti e di tutto quel mondo che ruotava attorno agli artisti: modelle e modelli, accademie e scuole d’arte, studenti e amatori dell’arte e una quantità inaudita di librerie.
In quegli anni irripetibili tra il 1870 e il 1940, Parigi era divenuta meta ambita e ricercata degli artisti provenienti da tutto il mondo, degli esuli politici, degli aristocratici, dei diplomatici, dei finanzieri e dei ricchi ereditieri. Un’epoca unica nella storia del mondo occidentale: la vie de bohème ha avuto inizio a Parigi!
Un giorno del 1890, Cézanne, in uno dei suoi soggiorni parigini, seduto a Piazza Pigalle al famoso Cafè de la Nouvelle Athènes con i suoi amici e estimatori di sempre (Degas e Monet), vede passare un adolescente vestito in maniera inconsueta che, con tanto di cappello a cono e con le cioce ai piedi, spavaldo e impettito procede davanti al loro tavolo: un ciociarello.
Uno delle centinaia e centinaia di ciociari che assiepavano il quartiere in attesa o in cerca dell’artista che lo avrebbe ingaggiato come modello. Cézanne ha un sobbalzo, chiama il ragazzo e contratta con lui delle sedute nel suo studio: è la prima volta che l’artista si serviva di un modello che non fosse la moglie o il figlio o qualche contadino provenzale.
Non era l’abito indossato dal ciociarello, né le sue fattezze che attraevano l’artista bensì il colore del suo panciotto, in particolare quel rosso sfolgorante che all’epoca solo una tintura vegetale fatta in casa poteva restituire così fiammante.
Cézanne dipinse due acquarelli e quattro oli raffiguranti Michele de Rosa da Atina in Valcomino, questo il nome del ciociarello: si nota lo sforzo cromatico fatto dall’artista per ottenere quel rosso smagliante del panciotto, senza però riuscirvi.
Già a quell’epoca, notevole era ormai la discrepanza tra un colore vegetale – quello del panciotto – e il rosso industriale del tubetto usato da Cézanne.
Il risultato finale è che sui quattro oli, tre dei quali si trovano in America e quello in questione in Europa, si evidenziano ben quattro differenti tonalità di rosso usate per dipingere il panciotto del ciociarello.
Il titolo dell’olio dato dallo stesso artista documenta e sottolinea tale realtà cromatica : ‘Le garçon au gilet rouge’ ‘The boy in a red waistcoat’.
Michele Santulli
P.S. Per saperne di più sull’importanza dei modelli ciociari nella storia dell’arte, vi facciamo presenti questi due articoli pubblicati su Altritaliani.net:
Modelle e modelli ciociari nella storia dell’arte europea
Il costume ciociaro nell’arte europea del 1800