Una via giudiziaria all’igiene urbana ci deve pur essere.
La Procura napoletana ha aperto un’indagine per “epidemia colposa” accusando per primo il presidente berlusconiano della Regione cui seguirà probabilmente il presidente altrettanto (se non di più) berlusconiano della Provincia. I napoletani che rischiano la salute possono solo sperare che stavolta non finisca come l’inchiesta sulla spaventosa frana (19 settembre 1969) nella collina del Vomero in via Aniello Falcone, conclusasi con l’accusa a quel poveraccio che nella frana morì sepolto dopo averne per anni segnalato il rischio.
I giudici scrissero che forse proprio sul suo peso (circa 70 kg) poteva aver provocato il crollo di alcuni milioni di metri cubi di strada e terrapieno imbevuti per decenni dagli scarichi di migliaia di palazzi illegalmente consentiti (che non si volle censire né sanzionare). Si può sperare anche che non finisca come l’indagine sull’epidemia di colera (agosto 1973), attribuita alle cozze, mitili effettivamente velenosi che mandavano all’ospedale con tifo e altro circa 3mila napoletani l’anno (a fronte dei centocinquanta della media nazionale), ma letali soprattutto per il batterio del colera: sarebbe morto all’istante se si fosse avvicinato a quei molluschi.
La via giudiziaria è stata imboccata in questi giorni, di fronte all’ennesima crisi rifiuti che attanaglia la città, crisi ampiamente prevista da quando il premier Berlusconi impugnò in piazza Plebiscito la ramazza dichiarando di aver risolto il problema, e ripeté l’anno dopo le stesse parole e poi l’anno successivo le fece ripetere al suo fido comandante della Protezione Civile (adesso sotto inchiesta per affidamenti di lavori assai sospetti).
Il da poco eletto (dalle sinistre) sindaco Luigi de Magìstris denuncia una congiura camorristica e una vendetta post elettorale: mai, infatti, nelle precedenti crisi anche più gravi e con montagne di sacchetti ancora più imponenti su strade e piazze, s’erano visti tanti giovanotti appiccare il fuoco in più parti della città, e tanti altri spostare i cumuli sulle strade.
E mai prima s’erano viste autorità provinciali, regionali e governative (tutte di destra) non scegliere dove e come far scaricare i rifiuti di un insieme di città (non solo Napoli!) che con l’80% della popolazione si affollano nell’esiguo 0.8% del territorio della Campania.
Né mai prima s’era visto un partito di governo – la Lega nordista – opporsi al trasloco dei rifiuti della Campania nelle Regioni che pure li chiedono a gran voce, perché i loro inceneritori ne hanno bisogno per produrre energia.
Eleonora Puntillo