Adesso il re è nudo. Appena l’altroieri annunciava che per il bene del paese faceva un passo indietro, ma dopo la sentenza che lo condanna a quattro anni di reclusione (pena che non sarà mai concretizzata), che Lui immediatamente torna in lizza. E il suo partito…..? e gli italiani? Si sveglieranno dal coma politico?
Lui c’è e questa è una grande consolazione. Gli italiani hanno, ormai, racimolato solo tre certezze nella vita, e per favore che non ci vengano tolte!
1 babbo natale
2 la mamma
3 Silvio
Lui. L’uomo nuovo che si è fatto da solo, con qualche aiutino da politici corrotti e mafiosi veri, ma questo è un dettaglio storico da incorniciare in un telaio fiabesco. Noi siamo un popolo con i contro altari preparati a tutto e a tutti, e tutto e tutti abbiamo beatamente ingurgitato, e queste storielle di mafie, mazzette, corruzione poco ci toccano, non ci facciamo incantare, peggio sono i crocifissi tolti dalle nostre laiche scuole, quello si ci fa arrabbiare!
E’ affascinante questo movimento di parole per dar voce all’aria vecchia ma ripulita e rinfrescata per le grandi occasioni, l’ultimo tango ad Arcore, il giro di valzer della passione, ci avevamo creduto Eh?! e invece …la sua storia e lui non si smentiscono.
Bello lui!!! per il bene del paese se ne va, e per il bene del paese resta. “Vado via, vado via, certo che me ne vado, non ci provate proprio a trattenermi, cribbio! addio….anzi.. ma si …resto!”
Ma che è successo tra il prima e il dopo, in questa parentesi favolosa, in cui siamo rimasti a bocca aperta e con la mosca che ci girava intorno al naso.
Nel frattempo è successo, vatti a fidare dei giudici assassini, quelli te la fanno in testa quando meno te l’aspetti, è saltata fuori una sentenza, una condanna.
In vent’anni di fughe, teatrini, marameo, lui è sempre uscito candido sorridente e profumato di fresco dalle strettoie della giustizia che per lui, solo per lui, sono diventate autostrade e corsie preferenziali.
Quante risate si sarà fatto ad ogni legge di virtuosa, parabolica temerarietà, espropriata all’onestà e alla decenza, presentata da un governo osceno e approvata da un parlamento tappettino sotto i suoi tacchi.
E’ necessario riconoscerlo, però, ci vuole coraggio a presentarsi alla gente e spacciare come necessaria l’ennesima porcata per salvare le chiappe al signore e padrone.
Una su tutte, per farci due risate anche noi:” Lodo Alfano (2008). Nel luglio 2008, alla vigilia della sentenza nel processo Berlusconi-Mills, il Pdl tornato al governo approva il lodo Alfano che sospende sine die i processi ai presidenti della Repubblica, della Camera, del Senato e del Consiglio. Soprattutto del Consiglio. Nell’ottobre 2009 la Consulta boccerà anche quello in quanto incostituzionale” ( Fonte Marco Travaglio da Il fatto quotidiano del 12 marzo 2010 – titolo: « 37 porcate ad personam »).
Capito? Angelino ci teneva a dimostrare che la legge è uguale per tutti tranne che per i magnifici 4, i 4 moschettieri senza macchia e senza peccato, una passatina nella candeggina della triste politica e tutto diventa più chiaro e pulito.
Ma ieri, il cuore ci si è stretto e gli occhi si sono riempiti di commozione, di fronte alla solennità del giudice, quella voce chiara, calma che diceva “ Condanna Berlusconi Silvio…” Condanna, meraviglia, da ripetere come un tantra per disinfettare il nostro decoro ferito, dar sollievo al nostro patrimonio umano, civile, culturale, nazionale scaraventato nel girone dell’infamia e del ridicolo da questo ridicolo, impresentabile teatrino politico della buon ora per la salvezza eterna.
Condanna! ho esultato e chiamato a raccolta la famigliola per festeggiare questo strappo d’orgoglio nazionale. Chiamerò mia sorella a Londra per vendicarla di quel “ Italiana bunga – bunga “ che, poveraccia, ogni tanto, le tocca subire. Giuro non pensavo di poter vivere ancora questo momento!
Ma gustiamocela tutta, fino alla fine, facciamo scivolare le parole, come balsamo dolce, dalle nostre orecchie fino alla nostra reputazione vilipesa e offesa, come delizioso vino rosso che scalda e rianima:
“Visto L’articolo 533 del codice di procedura penale , il Tribunale di Milano, condanna Berlusconi Silvio ad anni quattro di reclusione ( !), cinque di interdizione dai pubblici uffici e tre anni dalla gestione della aziende”
E adesso che succede?..ma niente ovvio!!! Tre anni sono già volati via perché il condannato (almeno per oggi), beneficia dell’indulto del 2006, per tutto il resto c’è la mano lunga degli amici avvocati per stima e deputati per fantasia che tra un tira e molla, a servizio continuo, hanno accorciato le prescrizioni e tutto si risolverà in una bolla di sapone amaro, condanna e interdizioni non vedranno mai luce e il processo non arriverà a sentenza definitiva.
Niente di fatto dunque, come tutte le altre volte che mister imputato è stato condannato in sentenze di primo grado. E che c’è allora da festeggiare?
Intanto il ribadire, ogni tanto, come un dovere, come un omaggio all’onestà e alla dignità che non tutto gli è permesso e che non tutto si può e si deve accettare. Che anche questo, devastato paese, sa ritrovare, di tanto in tanto, la sua addormentata rispettabilità.
Onore ai giudici che hanno avuto il coraggio di lavorare anche quando l’imputato Berlusconi gli scagliava dietro i suoi giornali, complici e solidali e le sue inutili televisioni, come dimenticare il servizio di mattino 5 sui calzini celesti del giudice Mesiano dopo la sentenza sul Lodo Mondadori, (che condannava la Fininvest al risarcimento di 750 milioni di euro nei confronti della Cir) capolavoro del giornalismo storico, o i continui attacchi alla Boccassini, pare anche, si vocifera, che durante le elegantissime cene di Arcore la sua immagine sia stata oltraggiata da un invitata che si sarebbe distinta per la gran classe e pudicizia, travestita da giudice per far divertire sua santità il premier. Voci maldicenti e pettegole, io, certo, non ci credo.
In queste ore, l’ex cantante di bordo, ci regala la sua furia di nonno e padre di famiglia onesto e ferito, ci manda a dire che siamo “un paese barbaro e incivile”, dimentico, ma sarà la senilità galoppante, che all’imbarbarimento ci ha condotto, anche lui, con la sua cultura e politica volgare e violenta, martellata sulle nostre teste e nelle nostre orecchie da vent’anni. La lunga e triste storia della discesa dei barbari iniziata con drive in e finita con le veline, igieniste e mezze tacche abbandonati, quasi smarriti, tra un consiglio alla regione o al parlamento a discutere di affari pubblici, ovvero, faccende nostre, le nostre vite nelle loro mani!
Alla schiera di insulti contro i giudici si uniscono i suoi fedeli, urlanti, accoliti che ululano le solite pesanti ingiurie: “toghe rosse, malati mentali,giudici politicizzati. Omicidio politico etc…etc”.
L’italico nonno ha dato il via e il coro è partito più feroce e pittoresco che mai! Tanta devozione ci commuove!
Perché io festeggio e Berlusconi s’ infuria, forse perché quello che oggi viene fuori dalla sentenza pesa come la parola fine sulle illusioni di rispettabilità con cui il nostro, per una vita, ha cercato di ammantarsi, senza riuscirci, e adesso il re è nudo!
Anche l’ultimo scampolo è caduto, le parole di quel bellissimo giudice arrivano come fuoco e bruciano. La sentenza non sarà definitiva (solo per i termini di prescrizione non per un ribaltamento della autenticità di quello che è stato provato e accertato), ma rimarrà scolpita nella mente e nelle pagine di quelli che non fanno finta e non si dimenticano. Parole gravi e precise:”..Quanto a Berlusconi va poi considerata la particolare capacità a delinquere….Una organizzazione capillare finalizzata a far lievitare i prezzi con un duplice fine : un imponente evasione fiscale e la fuori uscita di denaro (270 milioni di euro e il conto dei pm) a favore di Silvio Berlusconi”( Fonte L’Unità 27 ottobre ’12)
Non c’è molto da aggiungere tutto raccolto, raccontato, con accuratezza dai magistrati e poi c’è quella frase che cuce intorno al personaggio l’abito che più lo designa e lo caratterizza. Per anni ha intessuto questa lotta feroce con la giustizia, avendo il vantaggio di una ragnatela di rapporti e favori, a suo estremo sostegno, per arrivare ad occupare, alla fine del viaggio per la salvezza, le nostre istituzioni. E’ chiaro come una giornata di sole dopo la pioggia, sancito con dignità da una sentenza, che per noi rimane senza appello, che l’interesse era solo privato, ridendosene a gran voce della cosa pubblica. “La particolare capacità a delinquere”…Fine. The End.
Lui lo sa e come un disperato deve lanciare le ultime carte per confondere, nascondere, far dimenticare, per giorni dispiegherà le sue imponenti forze di mezzi e uomini per gettare fumo negli occhi e polvere nelle menti. E noi dovremo, ancora, sopportare tutto questo indecente, rumoroso, insostenibile schiamazzo, ma fino a quando?
La Bindi ha ragione a dirsi “ inquietata che il destinatario di una sentenza così grave sia stato alla guida del paese”
La sua rabbia di uomo braccato e smascherato è perfettamente proporzionata alla gravità della sberla che gli è arrivata, che piega lui alle sue responsabilità e, forse, sveglierà noi dal coma profondo.
Marina Mancini