La solitudine dei numeri primi. Il film di Saverio Costanzo arriva a Parigi.

Tratto dal pluripremiato romanzo del giovanissimo Paolo Giordano, la trasposizione cinematografica arriva dal 4 maggio nelle sale francesi. Particolarissima l’interpretazione del cineasta Costanzo, ben capace di coinvolgere il pubblico alla scoperta dell’enigmatico mondo giovanile di oggi.

Iperreale nei colori l’incipit con cui esordisce La solitudine dei numeri primi, quasi un’opera prima del mistico documentarista Saverio Costanzo. Ipperreale e surreale nella sua inquadratura finale della prima sequenza con Mattia e la sorellina Michela che guardano dal palco della loro recita scolastica immersi nel buio un pubblico adulto che li guarda in silenzio mentre Michela bimba autistica grida. Un inizio che sintetizza ottimamente tutto il senso dell’opera cinematografica di Costanzo. Dei bambini, poi dei giovani che sono osservati nella loro solitudine esistenziale prima che familiare e poi sociale.

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Tratto dal pluridecorato romanzo di Giordano, già vincitore dei premi Strega e Campiello, il film come l’opera letteraria è in quattro parti, diremmo, dato l’importanza della musica e del suono nel film, in quattro tempi. Differentemente dal libro tuttavia l’autore del film interseca questi momenti di vita che giocano nel corso di un periodo tra il 1984 e il 2007. Come dire dall’epoca dell’edonismo reganiano a quello del “berlusconismo”, un’epoca tranciante sui valori di solidarietà (tra le generazioni), solidarietà molto più solida finanche nel post-sessantotto, e sull’idea di partecipazione alla società, vissuta oggi più come un luogo che come una comunità.

Un intreccio di tempi e di situazioni che sembra porre i protagonisti in un rapporto dialettico tra le loro fasi dall’infanzia alla maturità. Un dialogo tra loro e con loro che ne accentua l’elemento di unicità ma anche di solitudine.

I protagonisti del film Mattia e Alice, offesi nel fisico (la seconda) o nel comportamento (il primo) sono la punta d’iceberg di una intera generazione, i giovani (italiani ma anche occidentali) che oggi appaiono come un complesso enigma.

Chiusi nella loro solitudine, i due protagonisti, nel corso della loro vita, sono simili, solidali inevitabilmente, ma anche chiusi, oscuri. Come dei numeri primi sempre prossimo alla vicinanza senza mai davvero essere insieme, uniti, resi sistematicamente ed inevitabilmente separati da numeri che li contraddicono e che sono diversi. Un pari e dispari, che compone e scompone la loro vita, obbligandoli ad una continua ricerca di sé, che non potrebbe avere fine, venendo consolati da una vicinanza dolce e dolorosa. Passionale e che tuttavia non paga.

Saverio Costanzo, nell’uso cinematografico del testo accentua ed enfatizza, gli elementi di solitudine scarnificando all’essenziale tutti gli altri personaggi, costruendo un clima da finto horror che induce lo spettatore e domandarsi di questo oscuro enigma giovanile.

Diciamo finto horror, ma in realtà l’esistenza giovanile è inquietante ed indiscutibilmente sembra avere dei contorni horror.

Il regista opera sul testo, non seguendone la temporalità e plasmando le situazioni e i personaggi concentrandosi tutto sui due esempi di Mattia e Alice.

Del resto l’opera di Giordano ben si presta ad un gioco sui pesi di responsabilità e i contrappesi di una società infinitamente più effimera dei personaggi che la vivono.

L’adeguamento non eroico ed un destino segnato è scritto nelle cose della vita di oggi, rendendo ancora più acuto il valore simbolico dei corpi e della psiche segnata dei protagonisti.

Tuttavia Costanzo, nella finitezza di un’opera filmica che sembra uscire dalle infinite possibilità lessicali di un racconto in prosa, è tentato da un finale che sia finale, anche se il valore del gesto d’incontro dei protagonisti, che sembrano uscire dalla loro solitudine può essere interpretato come segno appunto a cui potrebbe non esservi seguito.

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Come nel romanzo, il pubblico può immedesimarsi alternativamente nei due protagonisti che chiusi nel reticolo di luci suoni e musiche del film sembrano vivere una vita senza voce attutita questa da un eco della società, un eco lontano, fatto di voci di genitori, dal sottofondo di banalità e doloroso effimero di un modo di rappresentazione privo dell’essenziale, ovvero di quella commozione che può renderci comuni ed originali. Un vivere di contesto ad un rappresentato sociale che sembra riportarci all’enigmatiche inquadrature iniziali iperreali e che esaltano, amplificano l’ambiguità dei nostri tempi.

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Altre informazioni sul film :

Date de sortie en France : 04 mai 2011
Réalisé par : Saverio COSTANZO
Avec : Alba Rohrwacher , Filippo Timi , Isabella Rossellini …
Durée : 1h58min
Pays de production : Italie
Titre original : La Solitudine Dei Numeri Primi
Distributeur : Le Pacte

Synopsis : Alice, enfant douée et admirée de tous, se sent brutalement rejetée par son entourage après qu’une chute à skis l’ait condamnée à boiter. Mattia, lui, est marqué à jamais par le poids de la culpabilité : enfant, il avait laissé seul sa soeur jumelle autiste sur le banc d’un parc au lieu de l’emmener avec lui à une fête d’anniversaire… Hélas, à son retour, la petite fille avait disparu !Alice et Mattia vont se croiser à l’école. Solitaires, uniques tels des nombres premiers, ils reconstruisent alors ensemble un équilibre fragile avant de prendre des chemins différents. Des années plus tard, les corps d’Alice et Mattia portent encore les cicatrices de ce passé en marge de la vie. Alice, anorexique, s’est réfugiée dans l’univers de la photographie. Mattia, lui, a pris du poids et fait de sa passion des mathématiques son métier. Lorsque leurs routes se croiseront une nouvelle fois, sauront-ils parvenir à l’harmonie ? Adapté du best-seller italien de Paolo Girodano.

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