MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2012
Oltre alla Venezia delle star, anche in tempi di sobrietà, c’è un’altra Venezia che vorremmo farvi conoscere. L’Italia patria del neorealismo riscopre il gusto del documentario. Ecco i documentari di Carlo Mazzacurati e Silvia Giralucci, eredi del grande De Seta.
Medici con l’Africa di Caro Mazzacurati
Bel compito quello di Carlo Mazzacurati regista di alcuni bei film(Il toro, La Passione) di raccontarci il Mozambico attraverso l’operato del Cuamm (Collegio universitario Aspiranti medici) organizzazione sanitaria,nata molti anni prima di Medici senza frontiere ed Emergency. Le immagini di questo stato africano, di cui a l primo ricordo non ci è facile collocarlo nella vastità del continente africano, sono belle anche là dove l’atrocità delle malattie (malaria Aids ecc) falcidiano ampi starti della popolazione, anche quella infantile. Alle spalle c’è un’organizzazione che parte da Padova, città dove questo progetto è nato e don Luigi Mazzacurati fondatore di questa bella realtà, formata da motivatissimi volontari e medici di prim’ordine. Film – documentario i cui meriti vanno al di là delle immagini, perché ci restituisce ancora il dramma dell’Africa, continente dalle grandi ma ancora inespresse potenzialità.
Massimo Rosin
Sfiorando il muro di Silvia Giralucci
“Sfiorando il Muro” è un documentario di 50 minuti. Inserito nella sezione “proiezioni speciali” ha riportato, qui alla mostra, tutta la drammaticità degli anni di piombo, periodo che la nostra memoria tenta, se non di cancellare, almeno di respingere dalle nostre memorie. E forse per questo motivo che Silvia Giralucci ha voluto riaprire questo periodo andando a scavare nella memoria di chi c’era. Lei, che a causa di quei momenti drammatici perse suo padre a seguito di un’incursione in una sede padovana del Msi (partito della destra italiana di allora) delle Brigate Rosse che, proprio in quella circostanza, compirono il primo agguato mortale della loro storia. La Giralucci è brava nel cercare le componenti di allora, le testimonianze più sofferte, come quella del Prof. Guido Petter docente alla Facoltà di Psicologia e Pedagogia dell’Università Patavina, o quelle di Raul Franceschi, esponente di autonomia Operaia, ma anche la figura ancora ambigua ed oscura di Toni Negri, anima della cultura di quasi tutti i movimenti della sinistra studentesca di allora. Era difficile mantenere una posizione equidistante, ma la Giralucci è stata brava: il suo lavoro servirà pure per ricordare chi quegli anni non li ha vissuti.
Armando Lostaglio e Massimo Rosin