“Daremo vita ad una riforma economica epocale!” Poi: “Il cambiamento dell’architettura costituzionale sarà epocale!” ed ancora: “Faremo una riforma della giustizia epocale!”.
Avete già capito chi è l’autore di queste roboanti affermazioni. Sì, Lui, Silvio Berlusconi.
Alla fine come nella migliore tradizione dell’estremismo “berlusconiano” non si vede nessuna riforma, di tante parole e pugni sul petto, rimane solo la parola “epocale”.
Uno dei pochi meriti (ma forse è un demerito anche quello) del cavaliere è di aver influenzato fortemente il linguaggio dei media e quindi, con buona pace (si fa per dire) di Pier Paolo Pasolini, degli italiani.
Infatti, di tanti sogni di gloria resta solo la vuota parola “EPOCALE”.
Ormai tutto è epocale.
“Marisa ha fatto un risotto alla milanese, epocale”; “Totti ha fatto un goal epocale!”; “Il nuovo film di Moretti è epocale!”. Insomma tra poco qualsiasi scorreggia verrà fatta sarà epocale.
Così mentre la politica si consuma dietro effetti speciali che nascondono il grande nulla dei contenuti, mentre le strade del sud si riempiono d’immondizie, mentre la tarantella continua fa che il popolo è sovrano a seconda se i sondaggi sono o meno favorevoli al leader maximo, per cui si tenta ora di evitare i referendum di Giugno, perniciosi per un governo che da anni non produce più nulla; non rimane che la sterile politica dei pro e contro Berlusconi.
Va detto ad onore che la destra la sua coraggiosa riforma politica l’ha avviata, grazie a Fini e al manipolo di Futuro e Libertà, capace di non svendersi alle lusinghe berlusconiane, pur di avviare, finalmente, la nascita di una destra moderna, liberale, europeista (cosa non da poco) e non clericale.
La sinistra balbetta (ricordo sempre quando Moretti disse pubblicamente che con questa classe politica la sinistra avrebbe sempre perso….Ahi Cassandra inascoltata!!!).
La realtà e che questa sinistra o opposizione, senza Berlusconi, appare priva di argomenti.
Sono convinto che il giorno in cui PD, IdV, Ecologia e Libertà, proporranno qualcosa di concreto vinceranno le elezioni. Ma francamente appare difficile seguire un’alternativa che non propone nulla.
Forse è un problema di comunicazione, forse bisognerebbe provare a dettare l’agenda politica senza essere invischiati sistematicamente dalle
vicende processuali e mediatiche del Berlusca, che aldilà di un populismo mediatico più che effettivo non ha nulla da proporre.
Sì mediatico, perché se si tolgono il 50% di italiani (specie moderati) che non votano più, dell’altro 50% il PdL del Cavaliere controlla un po’ meno del 30%, quindi numericamente solo un 15% della intera popolazione italiana è per il cavaliere del “Bunga, bunga”.
Quindi siamo di fronte ad una situazione politica in fibrillazione, dove si aprono scenari imprevedibili e pericolosi. Gli estremismi mediatici e gli egoismi politici delle varie caste e clan di privileggiati hanno allontanato sempre più la gente (specie i moderati) dalla partecipazione alla cosa pubblica, questo con grave danno per tutti.
Si sta sottovalutando quanto avviene in questa campagna elettorale amministrativa e non solo. Sembra di essere tornati agli anni settanta, con gruppi neofascisti che aggrediscono una sede a Milano dove è in corso un convegno antifascista, a Napoli scontri sotto l’università tra estremisti di destra e sinistra, con accoltellati e feriti, poco dopo la caccia al candidato Lettieri (del Popolo della Libertà) reo di essere alleato ad una lista che ha un candidato che addirittura, pochi giorni fa ha festeggiato il compleanno di Hitler (veramente grave n.d.r.). Una bomba esplode in una caserma a Livorno e così via di seguito, mentre il paese marcisce in un primo maggio dove sarcasticamente si festeggia un lavoro che non c’è, un precariato che avanza, giovani senza futuro (il 30% dei ragazzi italiani è disoccupato), un sud italia sempre più solo e disperato.
Tornando alle parole vuote di questi tempi, verrebbe da pensare che in Italia l’unica svolta, quella sì epocale, si avrà quando finirà definitivamente il berlusconismo, si chiuderà questa angosciosa fase storica, si avviare per ogni dove quella riforma, che noi auspichiamo, della politica e le persone, non il popolo, inizieranno davvero ad essere ascoltate e a contare.
Veleno