Se si riesce a fermare la corsa del cavallo pazzo sull’orlo dell’abisso e a salvare carrozza e passeggeri, non appena salvi essi dimenticano che stavano per precipitare, pensano che l’abisso forse non era tanto profondo, e che il cavallo non era poi tanto pazzo.
In Italia, insomma, bisognerebbe farle precipitare davvero le carrozze, perché dopo si possa poi ragionare con serietà, quando i danni sono evidenti e tangibili. Ma potrebbero essere irreparabili.
Dopo il deciso intervento del Presidente della Repubblica per far dimettere Berlusconi, e le durissime misure prese dal governo dei “tecnici” per trovare immediatamente i miliardi di euro necessari per pagare i debiti ed evitare il default, il nuovo Presidente del Consiglio, l’economista Antonio Monti ha dichiarato alla TV che lo Stato rischiava di non pagare gli stipendi statali, e di dover chiudere tutti i servizi: ospedali, ferrovie, esercito, polizia. Questione di giorni.
Invece di vergognarsi e tacere, gli ex ministri, i deputati e i senatori di Berlusconi (tuttora maggioranza nelle due Camere) dichiarano che loro non c’entrano, che è tutta colpa dell’Europa; invece di vergognarsi e tacere, la Lega razzista e separatista finge di rompere l’alleanza con Berlusconi, alza la voce, incrementa insulti e parolacce, e sembra godere dei gravissimi episodi come l’assalto e l’incendio a un campo di nomadi a Torino per vendicare una violenza mai avvenuta e smentita dalla stessa ragazza che l’aveva inventata; o come la strage di senegalesi compiuta a Firenze da un autorevole e nient’affatto pazzo esponente di una formazione nazista.
E il dibattito politico si scatena infernale e tempestoso su falsi problemi: la ministra Fornero (Lavoro) che pure s’era commossa fino alle lacrime quando annunciò gli ingiusti tagli alle pensioni più povere, di recente s’è lasciata coinvolgere da chi (gli industriali, ma non tutti) vuole abolire il divieto di licenziare senza giusta causa. E’ l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Riguarda solo una metà dei lavoratori dipendenti (vale solo nelle imprese di grosse dimensioni) , non è un privilegio visto che di licenziamenti Fiat e simili ce ne sono in continuazione, è una tutela contro la discriminazione (razziale, politica, sessista) e le ingiustizie di dirigenti e capisquadra disonesti. E non c’entra niente con la necessità di far ripartire lo sviluppo e favorire l’occupazione giovanile.
Il conduttore di una trasmissione radiofonica serale, Aldo Forbice, devotissimo di Berlusconi, ha dichiarato che se si rinchiudessero in una stanza le tre donne – la ministra Elsa Fornero, la presidente Confindustria Emma Marcegaglia, la segretaria CGL Susanna Camusso – a discutere su quella norma “sai come si sbranerebbero!!!”-. Esclamazione accompagnata da una bella risata, essendo sua convinzione che le donne in politica non sanno far altro (molte delle ministre e deputate di Berlusconi, del resto, hanno dato ripetuti esempi in materia).
Ciliegina sulla torta. Tutti i quotidiani hanno gridato allo scandalo perché nel ristorante del Senato gli onorevoli pagavano ben poco, non più di 7-8 euro (meno del 30% dei costi) per i piatti più raffinati. Ha fatto più impressione il ristorante che i cumuli di stipendi vitalizi rimborsi che a quanto pare finalmente saranno ridotti. Conseguenza: nel ristorante del Senato si paga come in un ristorante “esterno” di medio livello, e i senatori non ci vanno più. Effetto: subito 9 licenziamenti, poi toccherà anche al resto del personale. Si sono tutti barricati in sala pranzo per protesta. E il conduttore radiofonico ha dichiarato solenne: “ma vadano a trovarsi un altro lavoro… non avranno mai la nostra solidarietà”.
Eleonora Puntillo