Per anni, l’amico, lo scrittore e giornalista Raffaele Bussi, uomo di grande cultura e di forti passioni civili, è stato presente attivamente ed ha arricchito il nostro sito italo-francese Altritaliani con suggerimenti, recensioni, articoli culturali, racconti di viaggio, sempre opportuni ed intelligenti. Nell’arco di quindici anni di continua collaborazione, spesso abbiamo avuto anche occasione di parlare dei suoi originali e interessanti libri. Pubblichiamo oggi un articolo ricordo di Adele Tirelli che lo conosceva bene. Seguiranno a breve informazioni sull’Associazione a lui intitolata, fondata e guidata dalla figlia Maria Sarah, che ha istituito un Premio letterario, bellissimo strumento concreto tramite il quale il suo impegno in vita potrà trovare un risvolto pratico.
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A un anno dalla sua scomparsa, il 7 aprile scorso, nell’Aula Convegni della splendida Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia (Na), si è aperta la prima giornata di studi a lui dedicata.
Intitolata “L’Anima e i volti”, l’iniziativa ha voluto sottolineare, attraverso gli interventi densi e serrati che si sono succeduti, le numerose sfaccettature della personalità ricca e poliedrica di Raffaele Bussi, tutte racchiuse nella sua interiorità, i molteplici interessi cui Egli dedicava la sua attenzione e i suoi studi e la feconda produzione sia come giornalista che come critico letterario e scrittore.
Molto legato a Castellammare e strenuo difensore dei beni culturali della città (n.d.r. vedi QUI), spesso presenti e vivi anche nei romanzi, per essa si era dedicato ad importanti progetti di valorizzazione. Straordinaria la stagione di “Monumenti porte aperte” con il coinvolgimento delle scuole del territorio in collaborazione con la Fondazione Napoli Novantanove. Mente e animatore dell’Associazione “Stabia Duemila”, che aveva guidato a lungo, sognava, traendo spunto dai fasti del passato, un destino meno amaro per la sua città, da riattualizzare. Un’Utopia possibile, a patto che, attraverso la plurisecolare storia del passato, fatta di civiltà e cultura, si potesse trarre la forza di riscoprirne e valorizzarne ogni pietra, ogni angolo, ogni strada, ogni piazza in una dimensione moderna.
Uomo di cultura, animato da forte impegno civile, aveva ricoperto negli anni Ottanta il ruolo di Consigliere comunale e nel giornalismo aveva dato prova di grandi qualità e conoscenze che spaziavano dal teatro all’arte, dalla filosofia alla letteratura.

Molto intenso il sodalizio intellettuale con Michele Tito, testimone del Novecento. Maestro prestigioso di giornalismo, dall’alto di un’esperienza professionale da protagonista del secolo passato, che aveva attraversato per intero, la figura di Tito è centrale nel romanzo “Michele T.”, grazie al quale Raffaele si aggiudicò il premio Sele d’Oro Mezzogiorno.
Feconda, infatti, anche la sua attività di scrittore, con un approccio creativo di difficile collocazione nel panorama letterario contemporaneo, attento sì alla storia locale ma con uno sguardo ampio che racchiude il mondo intero, qualità che fa di lui un autore originale e fuori dagli schemi.
Tutta la sua produzione narrativa da Vite di striscio alla sua ultima fatica letteraria, Servi e satrapi, presenta nelle pagine dei romanzi un comune denominatore che li attraversa e li lega: la storia, quella antica e quella recente, in cui da sempre l’essere umano vive e si dibatte.
“Le parole e le azioni degli uomini arroganti prima o poi pagano pedaggio, ritrovando solo nella vecchiaia, quando è troppo tardi, il dono della saggezza. […] Ecco perché dimentichiamo facilmente le tragedie della povera umanità! […] Dove è in grado di approdare l’umanità è difficile da prevedere.”, riflette in Chàos, romanzo in cui ricostruisce l’avventura umana di Edipo, mitico re di Tebe, riportandolo però nella contemporaneità. Edipo assume il ruolo di icona della condizione umana, dei mali che nel corso di millenni hanno afflitto, affliggono e continueranno ad affliggere l’essere umano, soggiogato dalla brama di potere, un potere arrogante e superbo, che, pur di raggiungere i propri obiettivi, non esita a lasciare al proprio destino l’altro, chiunque esso sia. Se continueranno queste guerre di espansione e di prevaricazione, che si stanno consumando sotto in nostri occhi anche nel cuore della civilissima Europa, cosa ricorderanno gli adulti del domani? Gli adulti di domani imbracceranno ancora i fucili, conoscendo del passato e del presente solo la guerra, riconoscendo come unico comando quello di ammazzare e farsi ammazzare per le pretese dei “potenti”? Il “potere” è davvero questo? Distruggere per ottenere, sfruttare per usufruire, prevalere per pavoneggiarsi, è così piccolo l’uomo e la sua volontà rispetto al soddisfacimento del proprio ego e l’egoistica pretesa di “essere e avere”, tanto da non pensare a ciò che si lascerà dietro e a quello che patiranno i postumi?
Queste le domande che l’Autore si pone e che offrono molti spunti di riflessione, partendo dall’interrogativo: “L’uomo è libero nelle sue scelte o è sottoposto a una forza superiore che ne condiziona inesorabilmente il cammino di vita”? Se è libero di scegliere perché le sue scelte sono spesso biasimevoli? E se, invece, è sottoposto a una forza superiore che ne condiziona il cammino, cosa rappresenta questa forza? E perché l’uomo vi si lascia schiacciare dal suo peso?
Uomo tra gli uomini, affabile e disponibile al confronto, Raffaele non si sottraeva mai al dialogo e allo scambio di punti di vista.
Non meno importante la sua attività di critico letterario che nel 2013 gli valse il premio Capri San Michele per la critica letteraria con la monografia I picari di Maffeo, uno dei maggiori scrittori cattolici del dopoguerra, non abbastanza noto perché vittima della “logica di mercato”. Attraverso l’opera dello scrittore cilentano, Bussi ha ripercorso gli ultimi anni Novanta del secolo che ci siamo lasciati alle spalle alla ricerca di una voce che abbia saputo alzarsi sulle altre. Lo scrittore per lui deve farsi interprete del mondo in cui vive e offrirne messaggi propositivi, deve sapersi indignare come Maffeo, calarsi nel reale e “suscitare nel lettore innumerevoli interrogativi, spazi di riflessione che investono l’altro e il sé”.
Nutrita anche la produzione giornalistica di Bussi. Note le collaborazioni a “Nord e Sud”, “Ragionamenti” e successivamente a “Meridione. Sud e Nord del mondo”, rivista fondata e diretta da Guido D’Agostino. Frequenti i suoi contributi al giornale on-line di Parigi “Altritaliani”, alla rivista “La civiltà Cattolica”, in qualità di recensore, e alla rivista Artepresente. Il critico d’arte Giorgio Agnisola, direttore di quest’ultima rivista, ha voluto ricordare innanzitutto l’amico, evidenziandone le qualità umane, la capacità di affrontare le cose in maniera leggera, ma mai superficiale, la sua attenzione all’uomo, la curiosità di conoscere a fondo gli artisti, di vederli al lavoro prima ancora di scrivere della loro produzione. Non è casuale, infatti, la frequentazione dell’atelier del pittore siracusano Andrea Chisesi, straordinario illustratore delle copertine dei suoi ultimi romanzi.
La Biblioteca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano custodisce gli scritti autografi e i materiali d’archivio dello studioso. L’auspicio è che a breve tali scritti siano fruibili anche in formato digitale.

Se la prima giornata di studio ha voluto disegnare un profilo a tutto tondo dell’Autore, le prossime edizioni, a cadenza annuale, si focalizzeranno su singoli aspetti della produzione bussiana: la storia, il mito, l’arte, la politica, l’ambiente.
Nella conferenza stampa del giorno seguente è stata annunciata – e sostenuta da un Comitato scientifico di spessore – l’istituzione del Premio letterario “Raffaele Bussi” anch’esso a scadenza annuale e rilievo nazionale. Il premio sarà diviso in quattro sezioni atte a fornire nuove opportunità a scrittori, studiosi e giovani talenti, come ha chiarito la figlia, Maria Sarah, Presidente dell’Associazione “Raffaele Bussi”, istituita di recente proprio per tramandarne l’eredità umana, culturale e le doti più belle della mente e del cuore.
Adele Tirelli
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Gli articoli di Raffaele Bussi su Altritaliani:
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