Non sempre le donne sono state nemiche della guerra ed hanno difeso la pace. La trevigiana Antonietta Giacomelli (Treviso 1857- Rovereto 1949), andando contro tutti i luoghi comuni del tempo, occupa, nella graduatoria di quanti hanno chiamato all’appello i concittadini e gli italiani tutti a combattere in difesa per la patria nel primo conflitto mondiale, un posto privilegiato, per la libertà delle scelte, l’originalità delle proposte, la tenacia delle idee, il coraggio dei giudizi.
Diciamo che non era una donna comune, ma un’intellettuale attenta alle problematiche del tempo, educatrice di grande intuito, giornalista [[Redattrice del mensile: “L’ora presente”, durante la permanenza a Roma, nel 1892. Successivamente a Venezia pubblicò un nuovo periodico: “In cammino”.]] educata in un ambiente fervido di studi (fu vicina al movimento del modernismo, condannato dal Papa Pio X nell’enciclica Pascendi), credente e capace d’un apostolato coraggioso e coinvolgente, come quello del Manzoni.
Era cugina, per parte di madre, del filosofo Antonio Rosmini. Il padre stesso Angelo, fu patriota mazziniano, più volte perseguitato e carcerato. Lei crebbe con la precisa determinazione di coinvolgere i laici in una sorta di crociata per rinnovare e purificare la Chiesa, incorrendo spesso in giudizi aspri e talvolta ingiusti. La rivista “Civiltà Cattolica” polemizzò con lei e mise all’indice alcune sue opere che erano sembrate troppo aperte e dettate da un acuto spirito critico. In effetti la Giacomelli non si riservò la parte di semplice fedele, spettatrice degli eventi del tempo, ma espresse un grande senso di responsabilità nella sua azione di incitamento ai giovani a far seguire alle parole i fatti e a dare esempi di collaborazione e di unità.
Lei stessa, allo scoppio della prima guerra mondiale, si trasferì a Milano e svolse l’attività di crocerossina nell’Ospedale di Porta Vigentina, per rientrare poi a Rovereto, dove fondò la sezione dell’Unione nazionale Giovani Esploratrici italiane, dando vita alla rivista mensile: ”Sii preparata”, organo della stessa.
Aveva infatti la tendenza a ricompattare in unità le energie giovanili per disporle alla lotta per il bene ed il suo trionfo, non solo valorizzando le presenze femminili di cui condivise le battaglie per l’emancipazione, ma anche quelle maschili che fossero in sintonia.
Si ricorda infatti che partecipò alla costituzione dell’Unione per il Bene, una forma di apostolato laico da opporre come baluardo a tutto il negativo che si presentava. Questo suo presenzialismo non piacque ai vertici della Chiesa e le fu attribuito l’epiteto di amazzone del cattolicesimo puro, ammiccando al suo sentirsi donna un po’ oltre la norma. Per fortuna don Primo Mazzolari, parroco di frontiera e scrittore fu più lungimirante: l’apprezzò molto per le sue attività e la difese in tempi tanto difficili. Le fu vicino anche don Romolo Murri, sacerdote, quasi coetaneo di don Sturzo che ispirò la Lega democratica nazionale, primo tentativo dei cattolici italiani di organizzarsi in forma partitica. Ma il sodalizio s’interruppe dopo il 1910.
L’interventismo delle donne era, secondo la Giacomelli, non certo espressione di vanità e di fanatismo, ma volontà di partecipazione, di attaccamento al dovere e di collaborazione fraterna. Dopo la guerra la Giacomelli militò nel Partito Democratico Cristiano di G. Donati. Più tardi con l’avvento del fascismo mise fine alla sua partecipazione attiva alla vita politica. Si ritirò in un convento di suore a Rovereto ove morì nel 1949.
SCRITTRICE E DIARISTA
Una così eccezionale protagonista di quel tempo scrisse e pubblicò testi che hanno lasciato una non trascurabile impronta per capire lo spirito del tempo: tra mille polemiche, contestazioni e non facili accordi. Dall’iniziale Lungo la via (Firenze1899), molto diffuso soprattutto nei circoli cattolico- liberali, a Sulla Breccia (Firenze 1894) e poi A Raccolta (Milano 1899), fino ad Adveniat regnum tuum (Milano 1912) in 3 voll. considerati il nucleo rilevante della sua dottrina di fede.
Sono meritevoli d’attenzione anche i testi che scrisse sulla grande guerra:
La coscienza cristiana e la guerra (Cesena 1916), Tempo di guerra (Milano 1917), Dal diario d’una samaritana: ai nostri soldati ed alle loro infermiere (Milano1917).
VIGILIE (1914-1918)
Ma il libro, per eccellenza ritenuto una memoria fedele del suo pensiero sulla grande Guerra, è Vigilie (1914-1918), edito nel 1919 da Bemporad. Ora è stato riedito dal Poligrafo di Padova, in Graphie, a cura di Saveria Chemotti e presentato a Padova, il 18 novembre 2014, da Aldo Cazzullo, editorialista della Stampa.
L’io narrante è una crocerossina, Nicoletta Da Ponte, che racconta la vita quotidiana dopo lo scoppio della guerra nel Veneto. Il libro mette in evidenza i fermenti del tempo: l’attesa interminabile delle notizie dal fronte, i racconti dei feriti, le iniziative di solidarietà intraprese per aiutare i combattenti e le loro famiglie, le polemiche sull’utilità della guerra o meno.
L’autrice difende l’intervento dell’Italia nel 1915 ed afferma che “fin quando ci sarà ingiustizia nel mondo, la guerra sarà inevitabile, anzi cristianamente doverosa”. Nessun contrasto quindi col Vangelo. Le madri dei soldati dimostrano di possedere, come le antiche madri spartane, le virtù eroiche che le rendono esempi di virtù civili, specie quando esortano i figli a sacrificarsi per la patria. Non sarà inutile il conflitto se riuscirà a sanare la divisione operatasi in atto, divisione di nazioni, di popoli, di etnie. L’auspicio è che un nuovo assetto si possa rigenerare in cui prevalgano equità e giustizia.
Ma così non fu e quelle ferite inferte dalla guerra all’umanità ed ai luoghi, che furono teatro del disastroso evento, purtroppo erano destinate a perpetuarsi ancora e stanno a dimostrare che dalla violenza non può nascere che altra violenza.
Gaetanina Sicari Ruffo
BIBLIOGRAFIA
- A.A. Michieli, Antonietta Giacomelli (1857-1949): una paladina per il bene. Accademia degli Agiati, Rovereto 1954.
- L. Bedeschi, L’antimodernismo in Italia: accusatori, polemisti, fanatici. S. Paolo, Cinisello Balsamo, 2000.
- A. Scattigno, A.Giacomelli in E. Roccella-L. Scarrafia: Italiane dall’Unità d’Italia alla I Guerra mondiale. Roma, Vol.I, 2004.
- Nadia M. Filippini, Donne sulla scena pubblica. Società e politica in Veneto tra Sette e Ottocento. Franco Angeli, Milano, 2006.
- D. Alesi, Lettere di A. Giacomelli ad A. Fogazzaro. Accademia Olimpica, Vicenza, 2008.