Di Matteo Bianchi: “Contemporaneo”, un’opera dedicata ad Alessandro Manzoni

Per Missione Poesia presentiamo “Contemporaneo”, l’ultima opera di Matteo Bianchi dedicata ad Alessandro Manzoni. Uscita per Oligo Editore nel 2023 in occasione dei centocinquant’anni dalla morte di Manzoni, è una guida agile e precisa alla vita e all’opera del grande scrittore. Il libro ci rende in controluce il frutto di una ricerca franca e affettuosa, originale, diligente e intenzionalmente riflessa nei testi più recenti, dove la voce dell’autore si concentra su una sapiente dose di consapevolezza nell’essere di fronte a un capolavoro universale.

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Matteo Bianchi, foto di Dino Ignani

Matteo Bianchi (Ferrara, 1987) si è specializzato in Filologia moderna a Ca’ Foscari sul lascito lirico di Corrado Govoni, e sul quale ha curato l’Annuario govoniano di critica e luoghi letterari (La Vita Felice, 2020). È giornalista e libraio. Ha collaborato alla Guida tascabile delle librerie italiane viventi (Clichy, 2019). Fa parte del comitato scientifico della Fondazione “Giorgio Bassani”. Scrive per “Left”, “Il Foglio”, “Il Sole 24 Ore”, è redattore di Pordenoneleggepoesia.it e dirige il semestrale “Laboratori critici”. Ha pubblicato le raccolte Fischi di merlo (Premio Turoldo, Edizioni del Leone 2011), L’amore è qualcos’altro (Empirìa, 2013), La metà del letto (Premio Metauro, Barbera 2015) e Fortissimo (Premio Maconi Giovani, Minerva 2019). Suoi versi sono apparsi in diverse antologie, così nel Quadernario (a cura di M. Cucchi, Lietocolle 2016), e in rivista su “Nuovi Argomenti”, “L’immaginazione”, “Cenobio”, “Gradiva”, “Función Lenguaje”, “Bloc notes” e su Leparoleelecose.it. L’ultima pubblicazione, uscita per Oligo Editore nel 2023 in occasione dei centocinquant’anni dalla morte di Alessandro Manzoni, è una guida agile e precisa alla vita e all’opera del grande scrittore, il titolo è: Contemporaneo. Alessandro Manzoni e la parola in controluce (13€)

Per un approfondimento sulla scrittura di Matteo Bianchi si rimanda ai seguenti link, della rubrica Missione Poesia:
https://altritaliani.net/matteo-bianchi-tra-ferrara-e-venezia-poesia-e-un-soffio-sui-narcisi/
https://altritaliani.net/la-narrazione-amorosa-di-matteo-bianchi-poesia-da-fortissimo/

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Contemporaneo. Alessandro Manzoni e la parola in controluce

Quando si pensa ad Alessandro Manzoni la mente corre subito ai ricordi scolastici dei capitoli dei Promessi Sposi, esaminati quasi chirurgicamente nella loro maggior parte per estrapolarne l’essenza e la valenza storica, etica, morale, filosofica e linguistica. Intere classi di studenti hanno odiato quest’opera, proprio per la meticolosità ordinata dagli insegnanti dell’indagine sul testo, qualcuno invece l’ha amata. E, anche se il suo autore ha scritto molto altro: Inni, Odi, Poesie, Trattati, Lettere, Tragedie… ciò che è rimasta indelebile è la vicenda di Renzo e Lucia, contornata da tutti quei personaggi che l’hanno resa memorabile, con quella scrittura di cui ancora oggi, certi passaggi, sono rimasti nella lingua dell’uso comune, come ad esempio: quel tipo “è come un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro” che riprende la frase riferita alla mancanza di coraggio di Don Abbondio, al suo non ritrovarsi a suo agio nella società dell’epocacome un vaso di terra cotta, costretto a viaggiar in compagnia di molti vasi di ferro”; oppure: “questo matrimonio non s’ha da fare” imposizione fatta dai Bravi a Don Abbondio che viene ripresa parafrasandola con una cosa che comunque non può essere fatta; o ancora: “la sventurata rispose” frase attribuita all’accettazione del corteggiamento di Egidio da parte di Gertrude, Monaca di Monza, oggi riferita a qualcuno che accetta una condizione che risulterà poco favorevole… potremmo continuare con tantissimo altre citazioni ma questo ci basti per dire che, volenti o nolenti, siamo impregnati di un lavoro che era partito, nelle intenzioni del suo autore, con l’idea  di una tragedia popolare per approdare invece a un romanzo storico dove il reale, il vero – tanto necessario in poesia – diventa verosimile, diventa quello che potrebbe essere stato, che avrebbe potuto accadere e che porta con se le stimmate di una lingua che contiene al suo interno lirismo, liturgia, impeto e quotidianità con una vastità di parole comprensibili ai più, con una capacità di unificare un popolo che si riconosce in una parlata comune.

Matteo Bianchi, nel suo lavoro, esplora dunque la contemporaneità di Manzoni, concentrando nei dieci capitoli che lo compongono non solo ciò che la critica ha ampiamente detto su di lui ma, in specie, soffermandosi su alcuni punti meno esplorati della sua scrittura, per restituirci quel quid che lo rende unico dal momento che, a quanto pare è inevitabile che le interpretazioni siano passibili di rivisitazioni e rinnovamento a ogni ulteriore analisi, che le vicende finiscano per poter essere paragonate a ciò che accade oggi, che i personaggi possano essere riconoscibili anche analizzando altre successive icone letterarie, come se scrittori avessero preso spunto da quelli manzoniani per crearne sì di propri, ma con numerose similitudini.

L’opera del Manzoni, quel Fermo e Lucia che passerà da numerose riscritture e riedizioni per completarsi nell’edizione quarantana con il titolo I promessi sposi rivive, ancora una volta, nella penna di uno scrittore quale Bianchi che coglie l’innovazione dell’ironia che riformula la verità storica dei fatti; la contrapposizione alla tradizione classica per costruire un intreccio fondamentale di sentimenti tra storia stessa e cronaca; la similitudine tra la tragedia dell’epidemia della peste e la pandemia della nostra epoca, con conguagli di atteggiamenti e paure che rientrano a pieno titolo nell’indagine per la scoperta delle correlazioni tra i periodi; la narrazione delle figure femminili tutte più o meno attraversate da analoghe situazioni di violenze e affanni, sopraffazioni e obbedienza… potremmo continuare anche qui, a lungo, ma basti riflettere sulla volontà di evidenziare l’intenzione di Manzoni di eleggere la parola a strumento per infuocare o placare, in diversi episodi, quegli stessi conflitti sociali instaurati dall’uomo negli accadimenti che lo riguardano. Forse anche l’analisi della sovrastruttura religiosa dell’autore, che più volte ha modificato il suo essere credente, e che ci rimanda a quella Provvidenza, che spesso si abbatte ma poi finisce sempre per consolare i suoi figli, è vista da Bianchi come una sorta di cammino per descrivere la storia degli umili, dei poveri, del popolo, di coloro che fanno in fondo la storia stessa, facendo proprio l’enunciato finale dell’opera nel quale Manzoni racchiude la poetica che ha regnato sin dall’inizio dei capitoli, quel ragionamento che è il cuore stesso dei protagonisti: “Dopo un lungo dibattere e cercare insieme, conclusero che i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato ragione; ma che la condotta più cauta e innocente non basta a tenerli lontani; e che quando vengono o per colpa o senza colpa la fiducia in Dio li raddolcisce, e lo rende utili per una vita migliore”.

Cosa vediamo dunque in controluce negli scritti di Bianchi rispetto a quelli di Manzoni? Sicuramente il frutto di una ricerca franca e affettuosa, diligente e intenzionalmente riflessa nei testi più recenti, in massima parte, usciti come critica manzoniana, dove la voce dell’autore si concentra su quanto di più empatico è stato riferito contestualmente alla descrizione dei personaggi e delle loro azioni, alla relazione tra questi e la natura nella quale si riflettono i sentimenti che provano, alla liricità di certi passaggi di cui Manzoni non può fare a meno, il tutto condito da una sapiente dose di consapevolezza nell’essere di fronte a un capolavoro universale.
 
Un breve passaggio da: Contemporaneo. Alessandro Manzoni e la parola in controluce
 
Capitolo primo: Una premessa quali sentimentale
 
Autoritratto
 
Capel bruno, alta fronte, occhio loquace,
Naso non grande e non soverchio umìle,
Tonda la gota e di color vivace,
Stretto labbro e vermiglio, e bocca esìle;
Lingua or spedita, or tarda, e non mai vile,
Che il ver favella apertamente, o tace;
Giovin d’anni e di senno, non audace,
Duro di modi, ma di cor gentile.
La gloria amo, e le selve, e il biondo Iddìo;
Spregio, non odio mai, m’attristo spesse;
Buono al buon, buono al tristo, a me sol rio.
All’ira presto, e più presto al perdono,
Poco noto ad altrui, poco a me stesso,
Gli uomini e gli anni mi diran chi sono.
 
L’ombra che Alessandro Manzoni diradava di sé, appena sedicenne, per mezzo di un sonetto dagli echi foscoliani era di chi non si conosceva ancora a fondo, e del proprio fondo presumeva che pure gli altri avessero recepito poco. Poco a me stesso (Marsilio, 2022) è il romanzo che Alessandro Zaccuri ha dedicato alla vicenda biografica di Manzoni, sostenendo ripetutamente di apprezzare lo statuto della comparsa, quel personaggio che si affaccia per un attimo sulla scena nella misura segmentata di un’azione, per poi scomparire come un’apparizione fugace dentro una cornice. Secondo Zaccuri, la sensazione di vivere un’esistenza che non ci appartenga in toto, o che ci intrappoli quasi fosse di qualcun altro, è assai diffusa e non di per sé malevola; si tratterebbe bensì di una sorta di eccesso di lucidità che concede all’individuo di estraniarsi, di interrogarsi senza pace sulla propria condizione. Un eccesso che connotò l’intera biografia manzoniana quanto un pulviscolo di piccoli difetti delimitò negli anni la sua siluette. […]

Bologna, aprile 2024
Cinzia Demi

P.S.:
_cidpetit_2db8fc4034a725bd5b7594d6e8e98e000a09c538_zimbra.jpg“MISSIONE POESIE” è una rubrica culturale di poesia italiana contemporanea, curata da Cinzia Demi, per il nostro sito Altritaliani di Parigi : https://altritaliani.net/category/libri-e-letteratura/missione-poesia/

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Cinzia Demi
Cinzia Demi (Piombino - LI), lavora e vive a Bologna, dove ha conseguito la Laurea Magistrale in Italianistica. E’ operatrice culturale, poeta, scrittrice e saggista. Dirige insieme a Giancarlo Pontiggia la Collana di poesia under 40 Kleide per le Edizioni Minerva (Bologna). Cura per Altritaliani la rubrica “Missione poesia”. Tra le pubblicazioni: Incontriamoci all’Inferno. Parodia di fatti e personaggi della Divina Commedia di Dante Alighieri (Pendragon, 2007); Il tratto che ci unisce (Prova d’Autore, 2009); Incontri e Incantamenti (Raffaelli, 2012); Ero Maddalena e Maria e Gabriele. L’accoglienza delle madri (Puntoacapo , 2013 e 2015); Nel nome del mare (Carteggi Letterari, 2017). Ha curato diverse antologie, tra cui “Ritratti di Poeta” con oltre ottanta articoli di saggistica sulla poesia contemporanea (Puntooacapo, 2019). Suoi testi sono stati tradotti in inglese, rumeno, francese. E’ caporedattore della Rivista Trimestale Menabò (Terra d’Ulivi Edizioni). Tra gli artisti con cui ha lavorato figurano: Raoul Grassilli, Ivano Marescotti, Diego Bragonzi Bignami, Daniele Marchesini. E’ curatrice di eventi culturali, il più noto è “Un thè con la poesia”, ciclo di incontri con autori di poesia contemporanea, presso il Grand Hotel Majestic di Bologna.

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