Il romanzo Cosa rimane (Augh Edizioni, 2021), segna l’esordio narrativo dell’autrice Rita Pacilio con una storia che, spaziando tra il Nord e il Sud dell’Italia di fine secolo, ma con rimandi agli anni Cinquanta e Novanta, propone alcune tematiche fondamentali quali l’inclusione, la diversità e l’incontro virtuale, attraverso i sentimenti universali quali l’amore, la paura, l’umiliazione, la vergogna che ci rendono partecipi del “sentire” dei vari protagonisti. In un precedente articolo, nella rubrica Missione Poesia, Cinzia Demi ci aveva presentato alcune sue recenti pubblicazioni poetiche: Non camminare scalzo, Gli imperfetti sono gente bizzarra, Quel grido raggrumato [vedi QUI].
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Con questo suo primo romanzo, Rita Pacilio, riprende in parte alcune tematiche già affrontate nei precedenti libri di poesia, a dimostrazione che il percorso tracciato sulla propria poetica è per lei ben chiaro e non ancora esaurito, e si interseca nei vari generi letterari, com’è giusto che sia perché, come sempre diciamo citando Elias Canetti: in letteratura tutto si tiene. La protagonista Lorena, narratrice onnisciente, tiene le fila della sua storia e delle storie dei coprotagonisti attraverso uno sguardo che alterna stati d’animo diversi, maturando nel tempo visioni insperate e imprevedibili, grazie all’esperienza, all’amicizia, ai percorsi di solidarietà intrapresi.
In particolare è l’amicizia a dare il via a una nuova visione del mondo e delle cose, attraverso un lascito in apparenza irrisorio che si rivelerà fonte e strumento di fruttuosi cambiamenti. Anche il contesto di sviluppo delle storie viene descritto come in continua evoluzione, come uno spazio-tempo che nella sua trasformazione tutto travolge, non solo la vita nel suo quotidiano, nel passaggio da una civiltà contadina a una industriale e frenetica e poi digitale, ma e soprattutto, a evolversi sono le modalità di affrontare i sentimenti, di viverli, di sentire l’influenza che questi hanno sulla propria vita. È così che Clara, l’amica che muore di cancro, inciderà in maniera determinante sul futuro di Lorena affidandole il ruolo di ambasciatrice del suo amore, alla donna a cui ha regalato gli ultimi momenti della sua vita, dopo la separazione volontaria dal marito e dai figli per non costringerli a vederla morire. Questo ruolo costringerà la protagonista ad affrontare parti che riteneva sepolte del suo inconscio, a rimuovere pregiudizi, a stordirsi per poi elaborare i ricordi strazianti di una madre-orco, a tentare di riconciliarsi con il presente anche dopo recenti esperienze umilianti che l’hanno allontanata dall’amore, attraverso un lavoro di volontariato presso la parrocchia. Ma anche quest’ultimo percorso non sarà privo di scorci violenti e paurosi, non sarà lineare come una pianura. Togliersi la pesantezza della propria esistenza per donare all’altro non è cosa che si può programmare: donare è un momento di suggestione che restituisce inconsciamente dignità reciproca al donatore e a chi riceve il dono e che può, questa volta sì, cambiare il destino e la visione di entrambi.
Cosa rimane è un romanzo che si legge velocemente, non solo per la brevità di pagine (circa 100) ma proprio perché si ha voglia di arrivare alla fine per scoprire cosa se ne farà Lorena dell’esperienza maturata, del dolore assorbito, della prospettiva nuova da cui vedrà le cose dopo l’ultimo orizzonte superato. Lo stile di Rita Pacilio aiuta in questo: una modalità linguistica asciutta e schietta ma generatrice di evocazioni, lirica a tratti come la sua amata poesia, capace di aprire scorci metaforici e immaginifici anche su ciò che può sembrare più reale e quotidiano, cruda e mortifera ma anche suadente e ammaliante. I significati, mai nascosti, del valore che viene dato all’amicizia in primis, ma anche ai bilanci personali che portano a rivalutare e ridistribuire il peso reale da attribuire alle questioni della vita stessa, sono da considerare l’autentico messaggio di questo libro: comprendere sé stessi per comprendere gli altri, acquisire coscienza di ciò che siamo e di ciò che conta veramente, cambiare punto di vista immedesimandosi in ciò che vorremmo fortemente essere, trattenere solo ciò che è fondamentale per vivere. E, noi, condividiamo con Lorena e Clara, ma soprattutto con Rita Pacilio, questa necessità di riflessione interiore e di cammino verso il cambiamento.
Cinzia Demi
Il LIBRO:
Cosa rimane
Di Rita Pacilio
Editore: Augh Utterson, 2021
Collana: Frecce
Pagine: 113
Prezzo: € 13,00
Scheda e riassunto del libro sul sito dell’editore
L’AUTRICE:
Rita Pacilio è nata a Benevento nel 1963. È poetessa, scrittrice, sociologa e mediatrice familiare. Si occupa di poesia, critica letteraria, metateatro, saggistica, letteratura per l’infanzia e vocal jazz. Direttrice del marchio editoriale RPlibri, è presidentessa dell’associazione “Arte e Saperi”. Ha ideato e coordina il “Festival della Poesia nella Cortesia di San Giorgio del Sannio”. Sue recenti pubblicazioni di poesia: Gli imperfetti sono gente bizzarra, Quel grido raggrumato, Il suono per obbedienza, Prima di andare, Al polso porto catene e La venatura della viola. Prosa poetica: Non camminare scalzo e L’amore casomai. Saggistica: Pretesti danteschi per riflettere di sociologia. Pubblicazioni di letteratura per l’infanzia: La principessa con i baffi, Cantami una filastrocca, La favola dell’Abete e La vecchina brutta e cattiva. Narrativa: Cosa rimane (Augh! Edizioni, 2021). È stata tradotta in greco, in romeno, in francese, in arabo, in inglese, in spagnolo, in catalano, in georgiano e in napoletano.