Venezia 77- Serata e film d’apertura. Que la fête commence…

Il 2 settembre 2020 si è aperta ufficialmente la 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, iniziata, in realtà 88 anni fa, nel 1932 che un po’ per la guerra un po’ per il Sessantotto si è persa qualche anno ma, mai come quest’anno, è risorta dalle sue ceneri, una volta in più.

Anna Foglietta e Alberto Barbera

Piena di significato, dunque, questa apertura: Il cinema italiano sta attraversando un momento di grande attualità – ha detto, infatti, scaramanticamente, il direttore della Mostra, Alberto Barbera ieri sul red carpet in apertura della serata di inaugurazione, a cui è seguito un doveroso –  W il Cinema in questo anno così particolare, così diverso. Sono saliti insieme a lui sul palco di Venezia sette direttori dei più importanti festival del cinema in segno di supporto.

Il red carpet di Venezia 77
Cate Blanchett, presidente della giuria dei film in concorso

Alle spalle si intravedeva in un rigoroso quasi collegiale abito blu profilato di bianco la presidente della giuria dei film in concorso, una sempre impeccabile Cate Blanchett – grande diva ed attrice dal cognome pronunciato chissà perché, quasi sempre ed un po’ ‘disperatamente’ alla francese.

Battute ironiche a parte, questa edizione è stata particolarmente voluta per una ‘sperabile’ rinascita del Cinema e italiano ed internazionale, un buon auspicio che – ci auguriamo tutti – possa riguardare un po’ tutto e davvero tutti.

In Sala Grande l’ouverture musicale ha toccato corde tra le più sensibili: il commovente Tema di Deborah di Ennio Morricone, mancato il 6 luglio scorso – un mèta-omaggio – dall’orchestra Roma Sinfonietta diretta dal figlio Andrea, parte della colonna sonora di uno dei più bei film di Sergio Leone, C’era una volta il West, è arrivato a tutti i cuori presenti, anche lontani, magari in streaming, tra luci che nel buio dello spazio parevan stelle…

Emozionatissima Anna Foglietta, la madrina della manifestazione, ma convinta, caparbia, come qualche comprendibile e perdonabile gaffe-ttina: dinanzi a lei un pubblico rarefatto a causa dell’obbligato distanziamento, magari un po’ astrale, per quelle mascherine, pur eleganti nel loro esser nere,  che lasciavan fuori solo un paio di occhi a volte un po’ smarriti,  anche se eran quelli di Claire Denis, presidente della giuria della sezione Orizzonti o del ministro Franceschini o di Roberto Cicutto, neo-presidente della Biennale di Venezia, 120 anni quest’anno.

Cate Blanchett e consegna del Leone d’oro alla carriera a Tilda Swinton

Il primo leone d’oro, attribuito ai suoi 35 anni di carriera, già stasera a Tilda Swinton che ha sollevato la statuetta al grido di Cinema! Cinema! Cinema! Siamo qui e ce l’abbiamo fatta – ha detto in italiano  e che domani sarà duplicemente omaggiata dal corto che Pedro Almodovar ha voluto dedicarle.

La serata si è chiusa con la proiezione del film italiano (fuori concorso) Lacci di Daniele Luchetti: non succedeva da 11 anni che fosse un film totus noster ad aprire la Mostra: un altro segno, speriamo, l’augurio affettuoso di un vero e nuovo Rinascimento della Cultura Italiana, della Vita.

di Maria Cristina Nascosi Sandri



 

Aggiunta della redazione Altritaliani: qualche parola sul film di apertura che speriamo di vedere prossimamente anche all’estero.

Lacci di Daniele Luchetti ITALIA – 2020

Nel cast Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Giovanna Mezzogiorno, Silvio Orlando, Adriano Giannini, Linda Caridi, Francesca De Sapio.

Napoli, primi anni Ottanta: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati.

BREVE RECENSIONE DI ROSSELLA POZZA – Cinecircolo romano:

La Mostra di Venezia ci ha abituati a partenze brucianti. Con film potenti, che si impongono sin dal primo giorno. La 77esima edizione della Mostra, negli ultimi anni il primo festival di cinema al mondo, per qualità della selezione, è il primo dei grandi festival mondiali a ripartire con la modalità classica, “in presenza”. Ma tutti aspettano di vedere se la chiusura globale delle produzioni cinematografiche possa aver avuto negative influenze su questa particolarissima edizione post covid19. Il film di apertura lascia ben sperare. Un film importante, peraltro italiano, “Lacci” di Daniele Luchetti. Tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone, che è anche co-sceneggiatore, a sei mani con Francesco Piccolo e lo stesso Luchetti. Una storia sui rapporti di coppia, sulle dinamiche familiari, sui sentimenti, sulla imprevedibilità degli innamoramenti, sulle cose dette, e, soprattutto, sulle cose non dette. Un film non facile, ne’ da scrivere, ne’ da dirigere per la (relativa) facilità di poter scivolare nello stereotipo, nel melodramma a tinte forti. Il film è invece un miracolo di equilibrio: mai banale, sempre credibile e coinvolgente, con atmosfere che sfiorano quelle del thriller dell’anima, che tengono lo spettatore incollato alla poltrona. Una bella partenza per la Mostra, con un film da non perdere. 

Que la fête commence!!!

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Maria Cristina Nascosi Sandri
Di Ferrara, giornalista pubblicista, critico letterario, cinematografico ed artistico. Collabora da parecchi anni con quotidiani nazionali, periodici specialistici e non, su carta e on line, anche esteri come Altritaliani. Dopo la laurea in Lettere Moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è dedicata per un po’ alla scuola dove ha svolto attività anche come traduttrice, oltreché docente. Da anni si dedica con passione allo studio, alla ricerca ed alla conservazione della lingua, della cultura e della civiltà dialettale di Ferrara, mantenendo lo stesso interesse per quelle italiana, latina ed inglese, già approfondito dai tempi dell’università, insieme con quello per l’arte, il teatro ed il cinema. Al suo attivo centinaia di articoli e recensioni, e qualche decina di libri sulle discipline di cui sopra, tra cui un'intera collana multilingue sulla propria lingua materna.

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