A Venezia, molti si concentrano sui premi e sui film candidati. Ma La Mostra è tanto
cinema a anche retrospettive e film che non vinceranno nulla ma che sarà difficile vedere fuori dai festival. Questo spiega perché a questi festival vanno tanti cinefili ed anche perché le politiche distributive spesso sono carenti e insufficienti.
LA ZUPPA DEL DEMONIO di Davide Ferrario (Italia, 78’, v.o. italiano s/t inglese)
Davide Ferrario realizza un documentario con filmati di archivio di straordinaria importanza. Lo fa utilizzando gli archivi di cinema industriale delle maggiori nostre aziende. Raccolti nell’ARCHIVIO NAZIONALE DI CINEMA D’IMPRESA, curato da Sergio Toffetti ad Ivrea. In quella che fu la sede della mitica Olivetti. Il montaggio è stato fatto traendo spezzoni dai film commissionati dalle aziende. In un periodo ampio, che va dagli anni del fascismo alla crisi petrolifera degli anni ’70.
Lavori che avevano visti impegnato il fior fiore della cimemtografia italiana, da Mario Camerini ad Ermanno Olmi, Da Dino Risi a Giuseppe Ferrara, da Alessandro Blasetti a Gigi Volpati. Con testi scritti per questi film da firme del più alto panorama della letteratura del nostro paese.
Da Dino Buzzati a Sergio Zavoli, da Pierpaolo Pasolini a Enzo Biagi, da Tullio Kezich a Furio Colombo, da Leonardo Sciascia ad Alberto Ronchey. Imperdibile.
Curiosità : la “zuppa del demonio” è la locuzione usata da Dino Buzzati per l’acciaio fuso, in un documentario del 1964
O VELHO DO RESTELO (THE OLD MAN OF BELEM) di Manoel de Oliveira (Portogallo, Francia, 19’, v.o. portoghese s/t inglese/italiano)
con Diogo Dória, Luís Miguel Cintra, Ricardo Trêpa, Mário Barroso
Manoel Candido Pinto de Oliveira, è nato l11 di Dicembre del 1908 , ad Oporto, Portogallo. Quindi quest’anno compie 106 anni. Ha diretto il suo primo film nel 1931. Quando la Mostra del Cinema di Venezia ( e nessun altro festival internazionale di cinema al mondo) ancora non esisteva.
La prima edizione della Mostra è infatti dell’agosto del 1932. E’ quindi una vera emozione vedere un film del maestro lusitano nel 2014, 83 anni dopo la sua prima regia. Negli ultimi anni ci aveva abituato, con una puntualità eccezionale, come tutta la sua vita, ad offrici perle di cinema sublime.
E spesso li accompagnava di persona. Ricordo ancora alla Mostra di qualche anno fa, in sala grande, ero seduto poco lontano da lui e, quando arrivò Marco Muller a tributargli l’onore che meritava, a 98 anni di età, scattò in piedi dalle poltrone avvolgenti di quella sala (dalle quali faccio sempre fatica ad alzarmi) come una molla, con l’agilità di un giovincello.
Ciò premesso. Questo ultimo film non mi ha convinto. Pur coltissimo e documentato, il film risulta verboso, eccessivamente letterario. In definitivo lontano dalla genialità alla quale ci aveva viziato. Sono certo che l’anno prossimo , a 107 anni, il suo nuovo film sarà migliore!
THE BOXTROLLS di Anthony Stacchi, Annable Graham (Gran Bretagna, 100‘, v.o. inglese s/t italiano)
Negli ultimi decenni i migliori film in assoluto sono quelli di animazione. Per tutti gli aspetti : tecnici, di scrittura, di fattura , di esecuzione, per gli attori impegnati, le musiche, l’animazione e così via. Sono quelli che incassano di più e quindi sono quelli dove si investe di più. E si vede. Sono curatissimi. Con stuoli dei migliori professionisti del cinema impiegati in questi che sono veri e propri capolavori dell’arte cinematografica.
Questo THE BOXTROLLS, non fa eccezione. Brioso. Rutilante. Divertente. Edificante. Avvincente. Assolutamente da non perdere, dai 2 ai 102 anni. (Meglio la versione 2D, quella 3D toglie luminosità, non aggiunge nulla e serve solo a pagare un biglietto di ingresso più alto).
Da Venezia Catello Masullo