Ancona…. Il nostro Passetto.

Il Passetto, raccontato e fotografato « per noi » da Rosella Centanni. E’ la più nota spiaggia rocciosa di Ancona, situata nel cuore della città ed è anche il rione da cui prende il nome. Fa parte del Parco del Conero e si trova al di sotto di una rupe, accessibile grazie ad una grande e lunga scalinata bianca che scende fino al mare. Anche un Ascensore panoramico consente di accedere alla spiaggia sottostante. Con la bella stagione è abitudine di diversi anconetani prendere il sole sui larghi bordi panoramici di questa scalinata, che nella parte centrale e in quella finale, si divide in due rampe simmetriche.
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La spiaggia si può raggiungere anche scendendo attraverso degli stradelli, termine locale che significa sentiero che conduce al mare. La spiaggia è caratterizzata da grandi scogli che formano insenature e canali molto apprezzati dai bagnanti. Alcuni scogli sono noti in città per la possibilità di tuffarsi nell’acqua alta; tra essi è conosciuto soprattutto « il Quadrato ». Circa 250 m a sinistra della scalinata si trova uno dei simboli della città: una roccia chiamata la « Seggiola del Papa » per la sua caratteristica forma.

È diffusa l’abitudine di pescare nelle vicine scogliere, i moscioli, ovvero i mitili. Al di sotto dell’ascensore, a sinistra, è presente un nuovo stabilimento balneare pubblico, con ombrelloni posizionati in un breve tratto di spiaggia sassosa e artificiale.

Peculiarità di questo tratto di costa è la presenza di numerose grotte scavate nella roccia nel periodo che va dalla metà dell’Ottocento agli anni sessanta. Un tempo erano usate come ricovero di imbarcazioni, ora anche come luogo fresco abitabile e ben attrezzato per trascorrere le giornate estive.

*****

Una giornata festiva di metà luglio del 2007, sono nella scalinata del Passetto con un amico. Parliamo di fotografia e, nel frattempo, assistiamo a delle scenette curiose. Perché non fotografarle?

Qualche giorno dopo ritorno più volte al Passetto, osservo la gente che popola la scalinata e, non vista, scatto con la compattina digitale, così, per gioco.

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Dalla grande balaustra centrale dove ci si affaccia per contemplare il nostro mare, scendo per una delle due gradinate laterali. Osservo gente che ama da sempre questo posto o che da poco l’ha scoperto: c’è chi prende il sole, chi telefona al cellulare, chi legge il giornale…Ogni tanto uno sguardo al mare e ritrovo i miei scogli, specialmente quello “bucherellato” da cui ci si tuffa da sempre.

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Il tempo e il progresso hanno in parte modificato il luogo, ma la Palafitta dello stabilimento balneare è la stessa, popolata da chi cerca un po’ di ombra e refrigerio.

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Anche la piattaforma a semicerchio è la stessa e, sul largo bordo che le fa corona, è un variare di asciugamani colorati, non certo di Hermès o della Perla…ma quelli del mercato, e devi arrivare presto per occuparne un breve tratto, giusto quel poco per sdraiarsi e, spesso, con la testa sfiorata dai piedi del vicino. L’età non fa la differenza: dal giovane studente con l’auricolare all’anziano pensionato già abbronzato dal primo maggio. Si conoscono da anni, gli habitués, e si ritrovano a chiacchierare, a gesticolare… ed è piacevole ascoltarli nel nostro dialetto caro. Ma c’è anche chi venuto da fuori, lo si sente dall’accento come la signora Adriana, si affeziona al nostro Passetto fino a ben amalgamarsi con il gruppo.

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Rivolta verso il mare, contemplo l’orizzonte e nostalgiche sensazioni mi assalgono. E’ il passare del tempo che mi stupisce in un luogo che è lo stesso di sempre. Quanta storia… non c’è angolo che non ritorni alla memoria, ma è il viso di mia madre che emerge. E’ meglio non indugiare…

Oltre la Palafitta, raggiungo il mio comodo scoglio, dove anni fa mi sdraiavo con l’asciugamano…ci stavo giusta giusta, ma dovevo arrivare presto altrimenti me lo occupavano.

Vi ho trascorso diverse estati con due amiche, Lori e Cristina. Solo noi, pratiche del luogo, sapevamo scendere in acqua ed evitare gli scogli bassi e scivolosi. Poi una frana, il divieto, la rete ed ho cambiato posto. Eppure nel mio girovagare, ritorno a salutarlo questo luogo, a godermelo un po’.

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C’è un sub tra i miei scogli. Qualche scatto e lui “ci sta” compiaciuto d’essere ripreso. Lo saluto contenta e proseguo.

Arrivo alla nuova spiaggia di Cerusico, appena inaugurata, la perla del Passetto tanto contestata…un’oasi da high beach: le file di ombrelloni tutti uguali, i lettini coordinati in bianco e blu e tante signore con creme abbronzanti e occhiali da sole. Sì, le anziane sono tante, ma pure tante le famigliole con bambini. Qui il bello è proprio questo: finalmente uno spazio per loro e per chi non sa nuotare…

E’ piacevole vedere questo tratto fittamente popolato: chi gioca, chi guizza, chi va sott’acqua, con pinne ed occhiali, in 60 cm di mare.

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Questo il miracolo del Passetto: non solo gli anziani, i residenti, ma chi viene dalla periferia con il bus, chi prima non osava per via degli scogli impervi.

Si ripopola un luogo nostro, sempre amato da chi ci è nato e non solo.

I turisti di passaggio rimangono incantati: una spiaggia dentro la città, dal Monumento ai Caduti a scendere. Sembra un teatro a vederla da lontano. Nel tratto davanti all’Ascensore, gruppetti seduti su sediole pieghevoli, portate da casa, giocano a carte, altri “accomodati” sul cemento e sugli scogli si godono il mare.

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Il giorno di ferragosto si raggiunge il pieno. Neanche un pezzetto libero per sdraiarsi. Un sole terso e un’aria asciutta ti mettono il buonumore …perfino le bibite gratuite dal baretto! Tutto è festoso: il sole, i palloncini colorati, e chi, nelle grotte, scavate nella roccia, si gode la festa col mangiare: tavole già pronte e pentole sul fuoco a sobbollire, spaghetti con i “moscioli”, pesce e pomodori sulla carbonella.

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Sono tante le cose da inquadrare, troppe…ma questa è la natura del Passetto sotto l’Ascensore.

Da lontano troneggia la Seggiola del Papa, ed ecco, puntuale, la Superfast, che con la sua prua sembra entrare negli scogli.

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Mi spingo oltre le grotte, verso il Quadrato.

Sono più di trent’anni che non faccio questo percorso. Devo stare attenta, ma riesco ad attraversare gli scogli insidiosi e arrivare a quelli levigati e bianchi dietro la Seggiola del Papa.

Gioietta, Ondina, Betta, Cristina, Beatrice…quante risate! I loro schiamazzi risuonano nel ricordo …e lì che hanno imparato a nuotare!

Il passato riaffiora, ma, ancora una volta, non indugio.

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Gli scatti sono stati tanti…mi sono divertita. Niente riflessioni, niente tecnica, solo l’immediatezza di un click.

Che cosa ho voluto raccontare?
La vita che pulsa in questa spiaggia di città, da sempre popolare. Si avverte l’appartenenza, lo stare insieme con naturalezza, senza firme e atteggiamenti stereotipati.

Questa nostra spiaggia amata è quella dei personaggi che non ci sono più come Renato Ricci, il “grottarolo” (I proprietari delle grotte sono chiamati grottaroli), che rivive nella sua grotta, nei suoi nipoti.

Ci si tramanda la cura di una vita.

La vecchia dei mitici Moroni vive; sì, è senza denti , ma lo spirito è forte e ne sorride.

Belvederesi è ancora intento nel districare le sue reti e con l’ago ricuce ciò che si sta smagliando e che si perde.

La “donna dei gatti” è tuttora piacente e se ne va a seno nudo. Era un’attrice, racconta, e io lo so bene che era bella, da mie fotografie scattate vent’anni fa.

Poi il bancarellaro ben levigato nella sua abbronzatura e il giovane novantenne con un fisico ancora da invidiare.

Ognuno la sua storia, un legame con il Passetto che rivive nella memoria.

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Foto ©Rosella Centanni – Riproduzione riservata

Rosella Centanni è nata e vive ad Ancona. Ha iniziato ad appassionarsi di fotografia dagli anni ’90. Ha realizzato, oltre a varie iniziative fotografiche, diverse mostre personali tra le quali:
« Sguardi » (2011)
« Respiri », fotografie polaroid Emulsion Lift (2011)
« N(u)ove donne in Salotto » (2012-2014)
« Bassa marea a Palombina di Ancona. Istantanee di vita. » (2017)

Il sito ufficiale di Rosella Centanni

Pubblicato il 6 agosto 2014

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Rosella Centanni
Rosella Centanni è nata e vive ad Ancona. Ha iniziato ad appassionarsi di fotografia dagli anni ’90. Ha partecipato a corsi riguardanti la progettazione di un lavoro fotografico, la tecnica del bianconero, la luce, il ritratto, il reportage e la manipolazione di pellicole Polaroid. Ha realizzato, oltre a varie iniziative fotografiche, diverse mostre personali, tra le quali “Nello Yemen” (2001), “Il vivere..”(2003), “Oltre lo schermo e sulla scena”(2004), “Sviluppi in scena” (2005), “Al Passetto… un lungo giorno d’estate” (2008), “Suk-ki di fiaba”(2009), “Sguardi” (2011), “Respiri”(2011), “Oltre lo sguardo” (2012), “N(u)ove donne in salotto” (2014), “Ri – tratti” (2014), “L’incanto del distacco” (2016). Nel 2017, nell’ambito del progetto Ankonistan, ha sviluppato un lavoro fotografico su un quartiere della propria città: “Valle Miano”.

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