Come lo scorso anno, il primo giorno di primavera cadrà il giorno prima, il 20 marzo, alle 3.50, pare, ma, come ‘da sempre’, noi considereremo il 21 quello ‘vero’, quello classico ed universale, come la Poesia, eterna musa, ricordata proprio in questo giorno da tutto il mondo.
“Io non so come prende forma
una poesia.
Io prendo il fango
della mia vita
e mi sento
un grande scultore”.
(Alda MERINI)
Così si esprimeva in merito alla musicalità del verso, del verbo, del Verbo, della parola nella sua interezza, quella splendida ed indimenticata artista che è stata Alda Merini, la Poetessa dei Navigli, profonda, sacrale, madre, amante, carnale come poche mai.
Il 21 marzo compirebbe 90 anni, lei che era …nata (proprio) il 21 a primavera…
Sono nata il ventuno a primavera
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
Alda Merini
(da Vuoto d’amore, Einaudi 1991)
Ed ancora:
La mia poesia
La mia poesia è alacre come il fuoco
trascorre tra le mie dita come un rosario.
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninna nànna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.
Un omaggio tutto al femminile, questa lirica di Alda, quasi una mèta-poesia, se si riflette sul titolo.
Semplice il testo, profondo il contenuto, una ‘semplice’ meditazione sul vivere – come solo lei avrebbe potuto esprimere.
Maria Cristina Nascosi Sandri