Il caso di Castellammare di Stabia: Piazza Spartaco (1921-2021).
La Storia è quella che si fa, annotava Benedetto Croce, il vissuto del presente, con il passato che suona come ammonimento per non ricadere negli stessi errori ed orrori. Lungo l’arco dell’assunto crociano sembra muoversi Antonio Ferrara nella sua recente fatica di ricerca “Violenza e Fascismo nel Napoletano” che l’Editore Francesco D’Amato ha mandato di recente in libreria. Il palinsesto dell’opera è articolato in diversi capitoli che partendo dalle elezioni comunali dell’ottobre del 1920 conduce fino alla sentenza di assoluzione dei responsabili dell’efferato delitto dell’aprile del ’22, in riferimento all’assalto da parte dei fascisti a Palazzo Farnese, municipio della città di Castellammare di Stabia, e che portò alla morte del maresciallo dei carabinieri Clemente Carlino.
Facendo leva su fonti storiche e la bibliografia essenziale (Archivio di Stato di Napoli e l’Archivio storico di Castellammare di Stabia, oltre a giornali, monografie e articoli di riviste), Ferrara ricostruisce il manifestarsi della violenza squadrista e la vittoria elettorale dei socialisti in alcune città del Napoletano alla fine degli Anni ’20 che segnarono una delle pagine più tristi dell’affermazione del fascismo in Italia. I fatti di piazza Spartaco, come accadde a Bologna, Ferrara, in Puglia e in altre regioni da nord a sud del Paese, riletti ad un secolo di distanza, ben sottolineano la concezione fascista dello Stato che a breve avrebbe cancellato le istituzioni democratiche e lo Stato liberale entrato in crisi anche per divisioni al proprio interno, e che non avevano compreso la portata dei Fasci di combattimento, volti da Mussolini sin dal 1919.
Ecco che il passato diventa memoria a fronte della Storia, perché esse non sono la stessa cosa, come ci ricorda Candida Carrino, direttore dell’Archivio di Stato di Napoli e prefatrice dell’opera, dal momento che istituiamo i giorni della memoria per ricordare un evento, per solennizzare specifiche ricorrenze civili, con l’obiettivo di non dimenticare l’accadimento ravvivando la memoria civile di un passato, che ha segnato tragicamente la storia dell’umanità o di una singola comunità nazionale. Ma la memoria porta con sé la divisorietà ed in alcuni casi una conflittualità di parte, ecco perché è necessario far ricorso alla Storia che possiede la capacità di portare a sintesi le memorie di parte, la sola in grado di ricostruire la verità.
È quanto produce l’Autore attraverso una ricostruzione storica degli avvenimenti, basata su di una documentazione che poggia su di una accorsata bibliografia che va di là del fatto specifico, ma per la capacità di ricostruire l’ambiente del tempo sotto il profilo sociale, economico, e la ricostruzione urbanistica dei luoghi degli avvenimenti.
Tutto merito di un ricercatore che nulla lascia al caso, ma soprattutto per l’impegno di aver asseverato, attraverso una ricerca minuziosa, i canoni dell’autentico storicismo.
Recensione di Raffaele Bussi
L’AUTORE:
Antonio Ferrara è giornalista di la Repubblica.
Tra i suoi interessi i beni culturali di Napoli e della Campania, l’archeologia vesuviana, personaggi e storie dell’antifascismo e della Resistenza napoletana.
IL LIBRO:
Violenze e fascismo nel napoletano
Il caso di Castellammare di Stabia Piazza Spartaco (1921-2021)
di Antonio Ferrara
D’Amato editore
Scheda del libro e sinossi
2021, 256 pp.
ISBN: 9788855250825
€ 16,00