Parte 2 del reportage Altritaliani a cura di Andrea Curcione da Venezia. La presentazione della Rassegna ufficiale la potete leggere QUI nella parte 1.
Settimana Internazionale della Critica (SIC)

Un doppio anniversario si celebra quest’anno a Venezia per la Settimana Internazionale della Critica:
–I quarant’anni di questa istituzione, la SIC, fondata nel 1984 su iniziativa di Gian Luigi Rondi, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, e accolta con entusiasmo dal presidente del Sindacato Nazionale dei Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) Lino Miccichè e dal critico Giorgio Tinazzi, primo delegato generale. Nata sul modello della “Semaine de la Critique” di Cannes, esperienza poi diffusa in altri grandi festival, la SIC ha percorso tanta strada annoverando nel suo libro d’oro importanti scoperte con autori come Kevin Reynolds, Mike Leigh, Olivier Assayas, Harmony Korine, Pedro Costa, Pablo Trapero, Carlo Mazzacurati, Roberta Torre, Sergio Rubini, Antonio Capuano, Gianni Di Gregorio.
In questo evento esterno ma concomitante con la rassegna ufficiale, la cui selezione è curata sotto la direzione della Delegata Generale SIC Beatrice Fiorentino e dalla commissione composta dai critici Matteo Bernardini, Marianna Cappi, Francesco Grieco e Marco Romagna, troviamo due opere italiane in concorso.

a) Il 29 agosto verrà presentato il lungometraggio “Agon” del 35enne milanese Giulio Bertelli, dove si immagina la storia di tre atlete olimpioniche, specializzate ognuna in una disciplina specifica (tiro a segno, scherma e judo) mentre si preparano a una competizione sportiva internazionale. Le donne sono ritratte nei contesti politici, sociali, tecnologici e fisici che dominano i più alti livelli di competizione e performance sportiva.
b) Il 4 settembre sarà la volta del documentario “Waking Hours (Ore di veglia)” degli autori e registi Federico Cammarata (classe 1993), Filippo Foscarini (1990) che ne firmano anche fotografia, montaggio (Cammarata) e il suono (Foscarini). E’ la storia vera di un clan di “passeurs” afghani che si radunano attorno a un fuoco e vivono di notte nell’attesa di persone da traghettare dall’altro lato del confine mentre, sulla soglia della foresta, da lontano, rimbombano colpi d’arma da fuoco. “Waking Hours” è il loro primo lungometraggio documentario.
–L’anniversario, come si diceva, quest’anno è doppio perché si festeggiano anche i dieci anni di SIC@SIC – Short Italian Cinema, nata nel 2015 dalla felice intuizione di Carla Cattani di Cinecittà, per mostrare al pubblico questo nuovo modo di fare cinema in Italia.

Tra i cortometraggi, i lavori di “fiction” italiani selezionati sono: “Restare” di Fanio Bobbio (corto di apertura), “Arca” di Lorenzo Quagliozzi, “Festa in famiglia” di Nadir Taji, “Marina” di Paoli De Luca e “La moto” di Matteo Giampetruzzi, “El Pütì pers” (il bambino perduto) di Paolo Baiguera, “The Pornographer” di un collettivo italiano chiamato Hariel che sviluppa un cinema con l’intelligenza artificiale, e “Sante” di Valeria Gaudieri. Il celebre autore d’animazione Simone Massi chiuderà gli eventi con il suo ultimo lavoro “Confini, canti”.
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Giornate degli Autori
La XXII edizione delle Giornate degli Autori, promosse da ANAC e 100 autori, sotto la direzione artistica di Gaia Furrer presenta 10 titoli internazionali in concorso, 1 film di chiusura fuori concorso, 5 eventi speciali cui si aggiungono due corti del progetto “Miu Miu Women’s Tales” e 9 titoli di Notti Veneziane.
Tra i film in concorso troviamo l’unico lungometraggio italiano. Il 28 agosto verrà presentato “La gioia” di Nicolangelo Gelormini. La vicenda narra il turbolento rapporto d’amore tra Gioia, una dolce insegnante di liceo e Alessio, uno dei suoi studenti, che usa il suo corpo come uno strumento per rimediare qualche centinaio di euro e aiutare sua madre, cassiera in un supermercato. Tra i due nascerà un precario sentimento destinato a bruciare entrambi. Nel cast Valeria Golino, Saul Nanni, Jasmine Trinca, Francesco Colella, Betti Pedrazzi.
Chiuderà la rassegna il 5 settembre il film fuori concorso, “Come ti muovi sbagli” del 76enne regista e sceneggiatore romano Gianni Di Gregorio, che esordì proprio a Venezia nel 2008 con il suo indimenticabile gioiellino “Pranzo di Ferragosto” (David di Donatello per la regia). La trama vede protagonista lo stesso Di Gregorio nei panni di un tranquillo professore in pensione che a settant’anni cerca di vivere in pace, fino a quando la sua vita è messa sottosopra dall’arrivo della figlia, in crisi coniugale, che gli affida temporaneamente i suoi due ingombrantissimi nipotini. Nel cast anche Greta Scarano, Tom Wlaschiha, Iaia Forte.
Tra gli Eventi Speciali troviamo il 31 agosto il film “Il quieto vivere” del 45enne regista e sceneggiatore torinese Gianluca Matarrese. La storia vede i dissapori di una famiglia che abita nella stessa palazzina di uno sperduto borgo calabrese. C’è Luisa cinquantenne in guerra col mondo da sempre in lite con la madre, il fratello e la cognata Imma, vera ossessione del suo quotidiano. Mentre le due donne si sfidano tra denunce e insulti, tre zie anziane, coro tragicomico, cercano disperatamente di riportare la pace. Con Maria Luisa Magno, Immacolata Capalbo, Carmela Magno, Concetta Magno, Filomena Magno, Sergio Biagio Turano, Sergio Pucci.
“Notti veneziane” invece è uno spazio off decentrato in Sala Laguna al Lido e realizzato dalle Giornate degli Autori in accordo con Isola Edipo.
La rassegna ospita una selezione di film che, insieme, hanno l’intento di contribuire a restituire una visione complessa e composita, multiforme e sperimentale, del panorama cinematografico italiano contemporaneo sia classico che indipendente. Qui vengono presentati 9 interessanti lungometraggi italiani:
- “6:06” di Tekla Taidelli. La storia di due giovani ventenni: Leo, le cui giornate iniziano sempre alle 6:06, tra lavori miserabili per pagarsi la droga e una corsa senza fine per procurarsi la dose successiva; e Jo-Jo: coetanea enigmatica, parla solo francese e guida un caravan come se fosse in fuga da qualcosa. Due personalità inquiete destinate ad incontrarsi. Insieme partiranno verso il Portogallo, tra paesaggi onirici e polverosi, dove le loro anime si incontreranno e parleranno finalmente la stessa lingua. Con Davide Valle, George Li Tourniaire, Roberto Sadhi Sersanti.
2. “Amata” di Elisa Amoruso, con la storia di tre donne. Nunzia, una giovane studentessa fuori sede, schiacciata dal peso di una gravidanza segreta e non desiderata, che vive nel dubbio di una decisione profonda e lacerante: custodire o rinunciare. Maddalena e Luca invece abitano il vuoto lasciato da ciò che non arriva. Dopo un lungo percorso, una possibilità si affaccia nelle loro vite: delicata, luminosa, carica di attese. “Amata” è la storia incrociata di due donne, fragilità combattenti e potenti, che raccontano l’amore, la libertà e la maternità. E di una terza donna, Margherita, la bambina, sospesa tra mondi diversi, portatrice silenziosa di un legame che unisce, senza che nessuno lo sappia. Tra gli interpreti, Miriam Leone, Stefano Accorsi, Tecla Insolia, Donatella Finocchiaro, Barbara Chichiarelli.
3. “Confiteor. Come scoprii che non avrei fatto la Rivoluzione” di Bonifacio Angius, ci presenta una trama a sfondo famigliare. Nel giorno del decimo compleanno di Gianmaria, che è in procinto di festeggiare insieme alla sua famiglia e ai suoi parenti che abitano tutti nello stesso palazzo, ritorna a casa suo padre, uscito dall’ospedale dopo un anno di degenza, con gravi problemi di memoria. La malattia gli ha persino fatto dimenticare come si chiamano i famigliari più stretti, e nessuno sembra aver voglia di dare alla moglie un aiuto per prendersi cura di lui. Con Bonifacio Angius, Antonio Angius, Simonetta Columbu, Geppi Cucciari, Edoardo Pesce, Giuliana De Sio.
4. “Una cosa vicina” di Loris G. Nese. Negli anni Novanta, un bambino cresce circondato da profondi segreti. Gli uomini della sua famiglia, compreso il padre, muoiono troppo giovani, ma lui non è ancora in grado di capire il perché. Scoprirà in seguito che il cognome che porta pesa come un marchio in città, perché segnato dalla violenza. Trasformare la sua storia in un film diventerà l’unico modo per affrontare un’eredità ingombrante, e colmare un vuoto che lo accompagna da sempre.
5. “Dom” di Massimiliano Battistella. Viene raccontata la storia vera di Mirela, quarantenne bosniaca rifugiata in Italia nel 1992, durante l’assedio di Sarajevo e arrivata in Italia a 10 anni insieme ad altri 66 bambini dall’orfanotrofio Dom Bjelave sotto bombardamento. Spinta da un passato irrisolto, decide di tornare a Sarajevo dove ritroverà gli amici d’infanzia. Il suo viaggio si trasformerà in una ricerca della madre e di sé stessa, fino al villaggio montano dove era nata, per recuperare il suo certificato di nascita. Attraverso filmati d’archivio della Sarajevo assediata e ricordi intimi, si intreccia la memoria personale con la storia di un intero popolo.
6. “Film di Stato” di Roland Sejko. Prodotto dall’Istituto Luce Cinecittà, il documentario racconta la storia dell’Albania dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Per oltre quarant’anni, la sua Storia è intrecciata indissolubilmente con quella di un solo uomo, il leader Enver Hoxha, che ha guidato il paese attraverso alleanze effimere e rotture radicali, fino a condurlo all’isolamento totale. “Film di Stato” racconta quei quarant’anni del regime comunista albanese attraverso materiali d’archivio spesso inediti e con le immagini che il potere ha prodotto per raccontare sé stesso.
7. “Indietro così!” di Antonio Morabito. Stefano è un operatore sociale che fa teatro integrato con disabili anche psichiatrici. Seguiamo le prove con questi attori “speciali” che esplorano abissi dentro sé stessi attraverso la pratica teatrale, portando le loro idee, i loro ricordi, l’autismo, le sindromi, la fantasia, le ansie, la gioia, la memoria, andando indietro verso nuovi progressi, guidati da Stefano, che assorbe tutto e li stimola, li guida e li coinvolge. “Indietro così!” è un racconto di emarginazione, di periferie fisiche e mentali, di luoghi oscuri fuori e dentro. Ma anche di creatività, resistenza e voglia di vivere.
8. “Life Beyond the Pine Curtain – L’America degli invisibili” di Giovanni Troilo. L’East Texas è una pianura attraversata dal fiume Sabine e ricoperta di fitte foreste di pini e vaste paludi. Qui tutto sembra nascondersi e scomparire. Il documentario tenta di oltrepassare quel confine invisibile e di insinuarsi nelle pieghe degli Stati Uniti dove, nascoste alla vista, germogliano comunità. Il film si rifugia nelle vite di quattro personaggi e, con le parole e la voce dello scrittore Joe R. Lansdale, tenta di leggere le ragioni profonde di una realtà complessa e di restituire un ritratto inedito dell’America contemporanea.
9. Concluderà questa rassegna “Toni, mio padre” documentario di Anna Negri. Quando Anna aveva quattordici anni, suo padre è stato arrestato e accusato di essere il capo occulto del terrorismo italiano, accuse da cui anni dopo è stato prosciolto. Dopo quattro anni di prigione e quindici di esilio, Toni Negri è diventato un pensatore di fama mondiale, e il suo arresto solo un capitolo di una vita fuori dal comune. Ma per Anna, questa storia ha lasciato un’impronta indelebile. Il film diventa così il racconto delle ferite di due generazioni, insieme intime e collettive.
Siamo convinti che anche quest’anno le giornate della Settimana della Critica e degli Autori non deluderanno il pubblico – giuria popolare e insindacabile – chiamata a valutare la maggior parte delle opere in concorso.
Andrea Curcione da Venezia





































