Doppio reportage domenicale per completezza con una bella iniziativa dedicata al grande Monicelli scomparso di recente. E tanta Italia in questa parte del reportage con L’Attesa di Piero Messina , Viva la Sposa di Ascanio Celestini, Harrys Bar della Cerquetti, a riprova della vitalità del nostro cinema, un pezzo importante della cultura di un paese che sul piano culturale non ha che l’imbarazzo della scelta. Bene… rituffiamoci a Venezia.
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L’ATTESA
di Piero Messina,
con Juliette Binoche e Lou de Laage
Venezia 72 – in concorso.
Opera prima dopo essere stato assistente di Paolo Sorrentino, si apre bene con inquadrature caravaggesche e sospiri che alludono a qualcosa di sospeso, di atteso. Messina usa bene la macchina da presa: inquadrature emotive sulla protagonista Juliette Binoche, provvide quanto esplorative.
Tuttavia il film declina in cadute di sceneggiatura spesso ovvie (la processione della Passione in Sicilia, il lutto ostentano con gli specchi coperti e di contro la musica della ospite francese a tutto volume…). La giovane Lou de Laage interpreta bene il suo ruolo di fidanzatina francese che aspetta il ragazzo nella sua Sicilia.
Ma il rapporto fra le due donne, fra le diverse generazioni pur condivise dalla origine (francese) cerca di immettere linfa ad un racconto che rimane sospeso, con l’occhio dello spettatore che avverte una inquietudine lungi dall’arrivare. Forse le immagini finali della mamma che tende la mano al figlio Giuseppe nella vasca da bagno lasciano meglio intuire di un amore edipico, metafisico e agognato. « La luna » di Bertolucci, su questo tema può ancora dare lezioni di stile.
Armando Lostaglio
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VIVA LA SPOSA
di Ascanio Celestini
con Ascanio Celestini, Alba Rohrwacher, Salvatore Striano
Venezia 72 – Le giornate degli autori
Presentato nella sezione Le Giornate degli Autori, « Viva la sposa » è uno spaccato di vita romana, dove vivono, o cercano di farlo, alcuni disadattati. Nicola (Ascanio Celestini) nella vita si arrangia, dice lui, con spettacolini per bambini. Un giorno nella sua strada gli si fa incontro Sasà un truffatore, tutt’altro che abile. Le giornate per Nicola passano cosi’, alla ricerca di qualcosa, ma senza scopi precisi. Lui è un generoso, tiene con sé il figlio di una prostituta sua amica.
Poi, verso sera, dentro al bar, Nicola beve, solo un goccetto, per farsi un’idea del mondo, per guardare la televisione. Gli piace la sambuca, ma poi per guidare il furgone è un problema. Dentro al bar, dal video, compaiono le immagini di una bella donna vestita da sposa che sembra venuta dal cielo… « Il titolo dice tutto » ha spiegato Celestini. La bionda sposa che tutti vorrebbe un giorno incontrare… Ma le uniche donne che Nicola puo’ conoscere sono la madre di Salvatore (la prostituta) e un’amica d’infanzia, una senza troppa fortuna che sogna di andare in Spagna oppure in Cina che tanto fa lo stesso.
Il film si guarda volentieri, Celestini è come sempre bravo affabulatore (ma si sapeva).
Dentro alle vesti di un disadattato alcolista si trova a sua agio. Brava anche la Rohrwacher qui nei panni di una timida donna cui il destino sembra non volerle dare il riscatto. Nel finale Nicola sara’ coinvolto nell’arresto dell’amico truffatore e portato dentro alla caserma della polizia, dove sara’ testimone « uditivo » delle percosse che i poliziotti infliggeranno allo sfortunato amico. Nicola morira’ invece in un incidente stradale, dopo aver bevuto l’ennesima sambuca.
Film amaro, dove tutti cercano di esprimere la loro esitenza stentata mostrando anche un po’ di umanità. Negli angoli bui della periferia romana è già un successo.
Massimo Rosin
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HARRYS BAR
di Carlotta Cerquetti
Italia – documentario
Nella sezione « Giornate degli Autori », dopo un brevissimo viaggio, approda qui alla Mostra « Harrys Bar » di Carlotta Cerquetti che racconta le vicende della famiglia Cipriani e del loro famosissimo ritrovo. Lo scorrere delle immagini, la mescolanza tra il bianco e nero e il colore, sono come i ponti che uniscono epoche lontane e riportano le memorie di chi lo frequentava.
50 minuti dura il film, durante i quali assistiamo ad una galleria di nomi eccellenti. Da Hemingway a Truman Capote, a re e regine di mezza Europa, (pure la regina Elisabetta che ha finito poi per recarsi anche nella splendida locanda dell’isola di Torcello) per non parlare di pittori eccellenti, attori del calibro di Ingrid Bergman, Liz Taylor, Richard Burton , Burt Lancaster, su su fino a Woody Allen. Il protagonista è però Arrigo Cipriani, ( che ha già superato gli 80 ed è ancora in ottima forma) che ci racconta cos’è stata la storia di questo bar, ancora oggi qui a Venezia uno dei più famosi.
La sua formula vincente non sta certo nel lusso, né nelle particolarità che dentro si possono trovare. Per certi versi può pure sembrare un caffè normale. Ma è la sua storia a dirci che lì è transitato quanto di meglio allora girava per il mondo. L’alta società che da sempre approda in laguna non può andare via senza essersi fermata all’Harrys, perchè questo bar costituisce un punto fermo ed irrinunciabile. Dicevo della sua normalità: i tavoli in legno scuro hanno uno stile semplice, niente che richiami il lusso di altri (come il Florian ).
Giornate degli autori
Massimo Rosin
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FANTASMI – UNA MOSTRA NELLA MOSTRA
OMAGGIO A MARIO MONICELLI DALLA COMPAGNA DI UNA VITA, CHIARA REPACCINI.
Alla Mostra del Cinema di Venezia, oltre alla parte squisitamente cinematografica, ogni anno si tengono eventi a latere davvero di grande interesse come mostre fotografiche, convegni, presentazioni librarie e molto altro.
Sempre, spesso, pezzi della nostra grande Storia Culturale che non è seconda a nessuno, in ogni sua branca.
Quest’anno questa eccellente consuetudine non viene meno, così, in occasione del centenario della nascita del maestro del cinema italiano Mario Monicelli (al Lido Leone d’oro alla carriera nel 1991 e Leone d’oro per uno dei suoi capolavori, La grande guerra del 1959), la Biennale di Venezia gli rende omaggio proponendo `Fantasmi´, allestimento artistico al Palazzo del Casinò di Chiara Rapaccini, in arte Rap, offerto in anteprima durante la 72esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2 – 12 settembre 2015). Per il progetto `Fantasmi´, Chiara Rapaccini – la compagna di una vita del maestro Monicelli – si è ispirata alle fotografie del suo archivio privato.
Si tratta di alcune foto inedite, scattate dai più grandi fotografi di scena degli anni dai ‘60 ai ‘90 sui sets di molti capolavori di Monicelli, tra i quali Brancaleone, Risate di gioia, Casanova 70, I compagni, rielaborate, realizzando in questo modo, un’autentica installazione. Al Palazzo del Casinò ci son 20 teli sospesi tra le colonne di travertino grigio delle grandi sale marmoree, come lenzuola stese ad asciugare.
Una ventina di anni fa Monicelli aveva buttato via, insieme con altri documenti, le fotografie di una vita di lavoro, ritenendole «documenti del passato di nessun valore». Chiara Rapaccini le ha recuperate e negli anni le ha catalogate, ordinate, archiviate. I bianchi e neri contrastati della pellicola, quando ancora non esisteva il digitale, la straordinaria forza espressiva dell’attimo di lavoro colto dai maestri della fotografia di scena – il cosiddetto paparazzo Secchiaroli, Strizzi, il mitico Doisneau – i ritratti dei grandi attori della commedia cinematografica italiana, hanno ispirato la Rapaccini nel suo lavoro.
Stampato le foto su grandi lenzuoli di lino, è poi intervenuta con pennello, punta secca e ricamo. Con la tecnica del fumetto e della scrittura libera, ha «dialogato» con i protagonisti del grande cinema italiano, Sordi, Totò, la Magnani, Mastroianni.
Per ricordare ed onorare Monicelli – ha asserito la Repaccini con commozione – un «centenne» sempre giovane, colto e ribelle, uomo dai mille interessi, che amava approfondire tutte le arti maggiori, ma anche tutto il Cinema Italiano.
Chiara Rapaccini, in arte RAP, è nata a Firenze ma vive da tempo a Roma, dove ha la cattedra universitaria di Illustrazione per bambini presso l’Istituto Europeo di Design. Pittrice, scultrice, designer, illustratrice e scrittrice per grandi e piccoli. Ha collaborato con i principali quotidiani italiani e attualmente è una blogger per L’Espresso online. Sue mostre personali sono state allestite a Roma, Milano, Venezia, Torino, Napoli, Parigi, Bruxelles, New York, Buenos Aires, Tokyo.
Maria Cristina Nascosi Sandri