Anni dopo il celebre JFK di Oliver Stone, torna la storia dell’assassinio Kennedy e delle vicende immediatamente successive. Il punto di vista dei testimoni del tempo e della gente comune, raccontati senza clamore dal giovane cineasta Peter Landesman.
Dallas, 22 novembre 1963 : il presidente Kennedy viene colpito con arma da fuoco, e trasportato di urgenza al Parkland Hospital, dove il personale medico fa di tutto per salvarlo, ma invano. Abraham Zapruder è l’unico ad aver filmato da ottima posizione, con una cinepresa a 8mm, il momento dell’attentato. Lee Harvey Oswald viene arrestato come l’autore dell’omicidio del presidente, e dopo due giorni viene ucciso sua volta con arma da fuoco…
Ispirato al libro di Vincent Bugliosi « Reclaiming History: The Assassination of President John F. Kennedy ». La storia dell’assassinio di Kennedy è forse la storia più raccontata di sempre, dopo quella del Redentore. Fiumi di inchiostro, inchieste, infinite ipotesi di complotto, documentari, film di finzione. E chi più ne ha più ne metta. Difficile quindi aspettarsi qualcosa di nuovo.
Ed invece l’esordiente Peter Landesman, sorpresa, riesce a darci una testimonianza di quell’accaduto praticamente inedita. Il periodo temporale dell’azione cinematografica è brevissimo, lo spazio di un week end. In pratica narra il momento dell’attentato e dell’inutile tentativo di rianimazione all’ospedale, lo sviluppo del filmino di Zapruder, l’arresto di Oswald ed il successivo attentato allo stesso Oswald, che, ironia della sorte, viene portato morente nello stesso ospedale ed affidato alle stessa unità di pronto soccorso del presidente.
Questa volta il punto di vista non è quello dei media, né quello delle istituzioni, né dei complottisti di ogni genere. Ma quello delle persone comuni investire dagli avvenimenti. Dal personale ospedaliero ai parenti di Oswald. Il film non propone ha tesi, né messaggi.
E’ solo una cronaca, concitata e coinvolgente, del rapido avverarsi dei fatti. Si basa su ricerche documentali molto accurate e su fatti accertati contro ogni possibile dubbio. Costruito con grande sapienza filmica. Formidabile il montaggio alternato tra i funerali di stato del presidente e quelli, quasi in clandestinità, di Oswald, e delle immagini della distruzione del fascicolo dello stesso Oswald da parte dell’imbarazzatissimo FBI. Eccellenti e credibili le interpretazioni.
Frasi del film:
“ Siamo al Parkland Memorial Hospital, è stato colpito!”. (Agente FBI al telefono con la casa bianca a proposito del presidente).
Hanno chiamato dal Parkland, è morto!”. (Agente FBI a proposito del presidente). L’omicidio
“Come stai?
Non ti ho mai sentito farmi questa domanda!”. (Jeremy Strong e James Badge Dale).
Io sono stato in guerra, e ho usato la cinepresa. Lei ha continuato a riprendere mentre sparavano.
Io non ho ripreso una guerra, ho filmato un omicidio!”. (l’inviato del magazine e Paul Giamatti).
“Forse la morte di John F. Kennedy non è avvenuta invano”. (Chiusura del servizio televisivo del celeberrimo anchorman americano Walter Cronkite , posta ad esergo finale del film).
Da Venezia
Catello Masullo