Un’estate italiana. Una canzone di Bruno Martino ´Estate’

C’è una canzone italiana diventata famosa nel mondo senza fare rumore (come fa la neve che copre tutte le cose, quando l’estate ormai è lontana). La scrive all’inizio degli anni Sessanta un geniale musicista jazz, Bruno Martino. Il mondo è quello dominato dalla guerra fredda: c’è la crisi di Cuba, a Berlino si costruisce il muro. L’Italia è un paese in trasformazione profonda: il giornale inglese Daily Mail scrive che sta avvenendo un “miracolo economico”. Una belle époque inaspettata, nelle parole di Italo Calvino.

La canzone racconta un’estate italiana piena di amore e dolore, pervasa da un desiderio di vita e di malinconica eleganza. All’inizio il titolo è Odio l’estate, ma in televisione il bravissimo Lelio Luttazzi lo storpia in Odio le statue; e la canzone diventa solo Estate. La musica è jazz, la voce di Martino è confidenziale, da crooner. Il testo lo scrive uno dei musicisti che suonano con lui: Bruno Brighetti. Fin dalle prime note si entra in un mondo: Estate, sei calda come i baci che ho perduto. È il ricordo di un paradiso smarrito. Odio l’estate / che ha dato il suo profumo ad ogni fiore / l’estate che ha creato il nostro amore.

L’estate italiana di Bruno Martino è la natura di Leopardi: illude e tradisce (O natura, o natura, perchè non rendi poi quel che prometti allor ?). Promessa di una felicità infinita, per farmi poi morire di dolore. (Nessun maggiore dolore, dice Dante, che ricordarsi del tempo felice nella miseria). João Gilberto, chitarrista e cantante brasiliano, scopre il brano e lo arrangia come una bossa nova. Da quel momento la canzone diventa popolare, e poi un classico: arrangiata da Ennio Morricone, tradotta in inglese (caso rarissimo per una canzone italiana), ripresa da Chet Baker, Joe Pass, Michel Petrucciani. E sempre indimenticabile per classe e malinconica eleganza. Come questi versi: tornerà un altro inverno, cadranno mille petali di rose, la neve coprirà tutte le cose. E il cuore un po’ di pace troverà.

E in quell’avvicendarsi dell’estate, che porta amore e dolore, e di un inverno che copre tutte le cose, ci sono già le grandi ombre del tempo che passa, della vita e della morte.

Maurizio Puppo

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Maurizio Puppo
Maurizio Puppo, nato a Genova nel 1965, dal 2001 vive a Parigi, dove ha due figlie. Laureato in Lettere, lavora come dirigente d’azienda e dal 2016 è stato presidente del Circolo del Partito Democratico e dell'Associazione Democratici Parigi. Ha pubblicato libri di narrativa ("Un poeta in fabbrica"), storia dello sport ("Bandiere blucerchiate", "Il grande Torino" con altri autori, etc.) e curato libri di poesia per Newton Compton, Fratelli Frilli Editori, Absolutely Free, Liberodiscrivere Edizioni. E' editorialista di questo portale dal 2013 (Le pillole di Puppo).

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