Una foto ingiallita, un volto imbronciato di un ragazzo sedicenne, che, seduto sotto l’ombrellone, fissa l’obiettivo trascurando una rivista non letta. Quel broncio ero (sono) io. Scappato dalle interminabili partite a carte o con le biglie, dai gavettoni, dalle uscite al largo col moscone (la prima volta m’aveva battezzato una medusa, quelle successive ogni scusa fu buona per assentarmi).
Luglio 1985, Marina di Pietrasanta. Non inganni il luogo, finto paradiso di playboy, angurie a 5000 euro al Kg, gazebo, I like Chopin. Nulla di tutto questo. Ospiti a basso prezzo di una colonia salesiana. Il lungo viale alberato, il nespolo saccheggiato, i tornei parrocchiali di pallacanestro e di bestemmie. Un broncio d’annata. Un broncio multiplo. Una foto istantanea che potrebbe essere stata scattata ogni caldo pomeriggio di questi effimeri 55 anni. 1983, i cameroni della Val Vigezzo, le passeggiate e i canti da oratorio, il bagno nel torrente a 10 gradi sotto lo zero, no, non lo posso accettare.
1986, campeggio a Rimini, minorenne (falso maggiorenne con le ragazze), la tua Rimini, Tondelli, il treno, schiacciati come sardine, le notti insonni, la pizza a mezzanotte e quelle cosce, soli nella tenda, che gli amici si divertano. Un saltimbanco che cade dalla corda tesa, chissà che fine, troppo vino per capire se tragedia o sogno. A ritroso. 1975, Laigueglia, la nonna, le suore e riso a prezzemolo per cena, fare finta di nuotare (ancora incapace di stare a galla) per impressionare la bambina con quegli occhioni. Non tutte le parentesi si chiudono, il filo rosso (è il mio colore, mi perdonino i borghesi tutti appesi) che lega ogni periodo ha i suoi nodi felici. 2016, i nostri fiori appena sbocciati, i vicini tedeschi che scambiano Andrea per una bambina. 2005, Ibiza e la pazza libertà del nostro amore, ti regalo quelle mutandine rosse con le frange, la spiaggia nudisti, l’auto a noleggio che s’impantana nella rena. 2004, San Francisco, l’altro mondo, la vita sognata e mai vissuta.
Ogni anno lo scrigno si riapre, eccola quella foto ingiallita, quel broncio dissolto, quella curva che s’avvicina. E quella melodia meravigliosa, irrealizzata. Tornerà un altro inverno? Cadranno mille petali di rose? Odio (amo) l’estate, l’estate ingiallita che è già finita.
Gigi Pariani
LINK INTERNI:
–Descrizione del progetto estivo Altritaliani « Un’estate italiana » a cui siete invitati a partecipare.
–Rubrica « Un’estate italiana » con altri contributi da scoprire e leggere.