Opera attualissima questa del pittore norvegese Eilif Peterssen del 1888, mai come in questi tempi il mare raccoglie speranze, paure, divenendo la linea di confine tra la vita e la morte, ma l’enigmaticita di questa attesa si offre a diverse interpretazioni di cui ci parla Maria G.Vitali-Volant, da Dunkerque.
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« L’attesa e la vigilanza » del pittore norvegese Eilif Peterssen – 1888

Il quadro che ho scelto (forse poco estivo ma che amo anche in estate) è del pittore paesaggista norvegese Eilif Peterssen e ha un nome « L’attesa, la vigilanza », è del 1888.
L’artista soggiornò a Roma dal 1879 al 1883 e lì ritrasse le osterie, le spiagge intorno alla capitale e visitò musei e gallerie. Nel quadro per me, questi uomini sono in tensione e aspettano forse un ingaggio a bordo di un peschereccio o una nave che li porterà lontano per rifarsi una vita fuori dalla povertà, dalle guerre, dai pericoli. Non lo sappiamo ma io ho “sentito” la loro ansia e di fronte al mare ogni uomo condivide questi sentimenti complessi. Ripenso all’attesa di un padre che vedendo le vele nere delle navi di Teseo di ritorno da Nasso si getta in mare pensando che il figlio sia morto. Lui ha solo dimenticato la promessa di cambiare il colore delle vele.
Oppure allo scrittore Francesco Biamonti nel suo libro Attesa sul mare dove un equipaggio di contrabbandieri aspetta in mare aperto a causa di un guasto ma la tensione è forte perché sono in pericolo di essere scoperti e arrestati.
Poi forse questi uomini per me sono i migranti italiani che aspettavano i bastimenti per cambiare vita e cercare fortune nelle Americhe e in quest’occasione si percepisce la sofferenza e la resilienza; per questa ragione ho usato questo quadro per il progetto « Ce qu’il reste » della cultura italiana dopo l’emigrazione qui nel nord della Francia dove altri migranti ora aspettano per imbarcarsi per il Regno Unito, spesso perdendo la vita nel viaggio.
I migranti italiani a Dunkerque (ancora il mare del Nord dove la guerra ha fatto stragi) saranno oggetto di un’esposizione multimediale dell’artista Maureen Ragoucy (il 18 e il 19 settembre in due istituzioni francesi) che ha intervistato, fotografato, ascoltato, registrato le testimonianze di Italiani ormai integrati ma che ritornano alle origini in onore alla memoria delle loro famiglie e del loro lontano paese.
Sulle spiagge del mondo si aspetta (che la guerra finisca come a Gaza) e si sogna un mondo più felice o la fine delle incertezze.
Maria G. Vitali-Volant
LINK INTERNI: –Descrizione del progetto estivo Altritaliani « Un quadro per l’estate » + contributi in rete







































