Un dialogo attorno alla poesia con Nichi Vendola, autore di ‘Sacro queer’

Vicino all’uscita della metro Saint Paul, attraversato il marasma di Rue de Rivoli, Parigi lascia spazio ad una piccola oasi: la libreria italiana Tour de Babel. Qui, venerdì 30 maggio, è stato presentato Sacro queer (Manni Editore, 2025), l’ultimo libro di poesie di Nichi Vendola, uomo politico italiano da sempre impegnato nella difesa ambientale e dei diritti civili. Alla carriera politica, che l’ha visto rivestire ruoli come deputato del Parlamento italiano, presidente Regione Puglia e vicepresidente della Commissione Antimafia, ha affiancato negli anni anche la professione di scrittore e giornalista.

Catturando l’attenzione del pubblico in una sala gremita, Vendola ha parlato di Sacro queer come di un libro che si oppone al genocidio delle parole, una raccolta poetica nata dall’esigenza di scrivere e dalla volontà di mettere su carta una realtà emotiva difficile da contenere. In queste pagine ritroviamo storie, ricordi e incontri personali che prendono forma attraverso i numerosi personaggi che le abitano: il mondo che fa da sfondo a tutto questo è un mondo corrotto, da cui l’autore vuole difendersi per mezzo della poesia, l’unica dimensione che sfugge alle spietate regole di mercato in cui siamo immersi.

Libreria italiana Tour de Babel – venerdì 30 maggio 2025 – Presentazione del libro « Sacro queer », in presenza dell’autore: Nichi Vendola. Foto dell’articolo : Giuseppina Scavuzzo

Occupandomi di critica letteraria in ambito accademico, con un’attenzione particolare alla poesia italiana contemporanea, una parte di letteratura che soprattutto negli ultimi cinquant’anni ha conosciuto un costante allontanamento dalla dimensione sociale, ho sempre portato interesse alle eccezioni rappresentate da alcuni poeti e poetesse che invece hanno preservato la vicinanza alla dimensione comunitaria. Per tale ragione, il libro di Vendola mi é sembrato recuperare questa spinta altruistica e andare nella stessa direzione di queste eccezioni.

Motivato a conoscere i dettagli di questo lavoro, ho colto l’occasione per dialogare con lui.

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In un mondo assuefatto dalla violenza, una verità che ci svezza

D.: La poesia, come diceva Franco Fortini, non muta nulla, ma bisogna scrivere; in Sacro queer questa frase sembra più che mai valida. Al suo interno le parole sono usate come scudo contro la violenza e la malvagità esterna, ma in che misura le parole, secondo te, possono servire a qualcosa?

Nichi Vendola: Le parole sono un’arma a doppio taglio, sono tanto salvifiche quanto feroci: se adoperate con malvagità possono dischiudere le porte dell’inferno. Per me, che ho dedicato la mia vita alla politica e alla scrittura, le parole sono state un’ancora a cui aggrapparmi, il mezzo attraverso il quale sono riuscito a resistere e andare contro a tutto il male che ho incontrato. Sicuramente l’incontro letterario con un personaggio del calibro di Pierpaolo Pasolini ha radicato questa mia passione per l’universo-parola; Pasolini stesso, prima di essere una persona innamorata della vita, era un grande investigatore delle parole, del loro suono, un  esploratore attento della loro natura ambigua.

D.: Durante la presentazione alla Tour de Babel hai menzionato Dario Bellezza, autore centrale nella tua vita, rimarcando la postura “privilegiata” che lui riconosceva al ruolo del poeta. A distanza di molti anni, credi di conservare parte di questa postura, e se sì, quanto di quest’ultima permea le pagine di Sacro queer?

Nichi Vendola: Sacro queer è nato senza intenzioni, la mia poesia voleva essere un regalo. Non sono geloso delle cose che scrivo, anzi sono molto curioso di vedere come i critici valutano la mia opera, o anche di vedere come il pubblico reagisce alle letture dei miei versi. Ritornando alla tua domanda, Sacro queer nasce con una postura da attore e spettatore, è un libro che vuole esserci e comunicare lo stato caducità che ci contraddistingue. Le parole anche se potenti, proprio come noi, possono essere molto fragili.

D.: Scrivere poesie in questo periodo storico sempre più dominato dal demone dell’utilitarismo può essere considerato un atto provocatorio? C’è all’interno del libro una minima intenzione di fare questo?

Nichi Vendola: Se dovessi trovare qualcosa di provocatorio in questo libro sarebbe il titolo. Sacro queer è un titolo che ho cercato fortemente. Inizialmente doveva essere Sacro cuore ma poi, accostando quasi per caso la parola queer, una parola scomoda per molti bigotti, ho capito immediatamente che sarebbe stata la scelta giusta. L’accostamento di queste due parole descriveva al meglio la natura multiforme di questo mio libro, sempre cangiante, ma che rimaneva coerente nel celebrare la diversità e il carattere umano di noi persone. Tra gli esempi migliori, per rappresentare meglio quello che intendo, posso citare la poesia che ho dedicato a Tiffany, una ragazza trans che ho conosciuto quand’ero più giovane. Lei mi ha insegnato tanto raccontandomi la sua storia fatta di luci e ombre, era emozionante per me vedere come riuscisse a conservare dentro sé un amore per la vita incredibile dopo tutto ciò che aveva vissuto. Le devo molto e sono grato per quello che mi ha trasmesso.

D.: Per concludere, vedendo il numero di poesie dedicate a figure importanti della comunità lgbtqia+, si potrebbe considerare questo libro come un libro civile? E soprattutto cosa ti auguri per questo libro?

Nichi Vendola: Questo libro è stato partorito in uno stato febbrile, in pochi mesi, sotto l’impulso di una grande necessità di sedimentare tutto ciò che ho provato negli ultimi anni. Non so se considerare quanto scritto come civile però. Al suo interno ci sono parti importanti di me, c’è per esempio una poesia dedicata a mio fratello, in cui racconto il nostro rapporto e la nostra vita di ragazzi cresciuti un una modesta famiglia del sud, oppure c’è anche quella dedicata a Franco Grillini, dove rivendico, con orgoglio e fatica, tutto ciò che negli anni siamo riusciti ad ottenere per quanto riguarda i diritti civili. Nella mia vita ho vissuto numerose esperienze, alcune davvero incredibili a pensarci, e sono fiero di tutto ciò che ho fatto. In breve, per rispondere alla tua domanda non lo so, ma sono davvero felice di vedere sempre molta gente alle mie presentazioni e mi emoziono nel vedere come certe storie arrivino anche a loro.

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Sacro queer, proprio come il suo autore, è un libro “gentile”, che comunica con trasparenza quello che ha da dire: un’opera solo in apparenza semplice, ma che accoglie al suo interno più nature, capaci di conferire una stratificazione umana a ogni componimento. In breve: un libro scritto per i fedeli della religione della vita, che celebra la verità e il suo unico messaggio di amore, da opporre con orgoglio al male.

Giuseppe Axo

IL LIBRO:

Sacro Queer
di Nichi Vendola
Manni, 2025
Poesia, pp. 96, 14€
Riassunto dell’editore:
 Questa raccolta di versi è un itinerario della ragione e delle passioni che ha il suo orizzonte nel bisogno di fraternità, nel riconoscimento della ricchezza della diversità, nell’urgenza politica della lotta per l’eguaglianza. Un cammino che aiuta a ritrovare sé stessi e la propria identità nella consapevolezza di un comune destino dell’umanità.
Se accoglienza, ascolto, solidarietà sono parole che non hanno diritto d’asilo nel contesto del potere, che si ritraggono e si spengono nella spirale di una storia che sembra andare al contrario, lo spazio poetico tenta un affondo nel loro significato e valore, partendo dalla prima domanda che interroga l’umano e la sua responsabilità: dov’è mio fratello?
Come in una preghiera corale, Nichi Vendola dice di sé e dei suoi “scomodi” compagni di viaggio, della sua fede abbracciata al mondo, degli affetti e dei dolori che lo hanno segnato. E ci restituisce un’esistenza senza pregiudizi. La ricerca della risposta a quella prima domanda diventa una pietra d’inciampo in ogni poesia, e la parola queer una dichiarazione di guerra a tutte le guerre.

Librairie italienne Tour de Babel 
10 rue du Roi de Sicile 75004 Paris
Tél. +33 1 42 77 32 4
L’incontro è stato animato da Chiara Mezzalama
Letture di Diego Bragonzi Bignami

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Giuseppe Axo
Giuseppe Axo (Taranto 2000), studia Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Siena e la Sorbonne Nouvelle di Parigi. Durante il suo percorso accademico si è occupato di dialettologia e letteratura italiana contemporanea, studiando principalmente la poesia del XX secolo con attenzione particolare alla sua corrente postrema.

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