E’ stato straordinario Roberto Benigni nella sua esposizione (scritta da teologici e biblisti) dei Dieci Comandamenti, andata recentemente in onda su Rai1. Splendida la chiusura con i versi dell’immenso Walt Whitman, poeta americano dell’Ottocento, quando declama:
Ahimè! Ah vita! Di queste domande che ricorrono,
degli infiniti cortei senza fede, di città piene di sciocchi,
di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più sciocco
di me, e chi più senza fede?)
di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,
della battaglia sempre rinnovata,
dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida
camminare a fatica attorno a me,
dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti nodi,
a domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre: che cosa
c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?
Risposta: che tu sei qui, che esiste la vita e l’individuo,
che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi
con un tuo verso …
Con un verso, con un gesto, con quanto ci appartiene che riusciremmo a donare, senza scopi altri, con educazione e dedizione. Tutto contribuisce alla vita, nei rapporti con la natura, con gli altri e con se stessi. “La nostra carne è fragile, – scrive la filosofa mistica Simone Weil – qualsiasi pezzo di materia in movimento può trafiggerla, lacerarla, schiacciarla, oppure inceppare per sempre uno dei suoi congegni interni. La nostra anima è vulnerabile, soggetta a depressioni immotivate, penosamente in balia di ogni genere di cose, e di esseri altrettanto fragili o capricciosi. La nostra persona sociale, da cui dipende quasi il sentimento dell’esistenza, è costantemente e interamente esposta al caso”.
Di riflessione continua ha bisogno la nostra esistenza, dunque, guardandosi indietro di un anno e progettando ed intravvedendo quello che sta per venire. Di letture e di buoni film, di confronti dialettici e di rispetto. Quest’anno che arriva ci vedrà ancora combattere, purtroppo, con i drammi di una recessione imperante che le festività natalizie cercano di attenuare: in questo tempo strano sembra che viviamo una fugace corsa al consumo, verso una opulenza forzata quasi a voler esorcizzare la crisi che poi è più di valori che economica. Certo, questa nazione non ne può più di scandali e rozze espressioni di una “società dello spettacolo” che vìola la profondità di animo insita in ciascuno di noi. Il nuovo anno ci darà un nuovo capo dello Stato, ma non c’è più un Sandro Pertini in giro, non c’è più da tempo chi possa raccordare la dignità storica con il decoro del divenire.
Ci sarà possibilità nel prossimo anno per recuperare il tanto e il poco che malfattori camuffati da benpensanti hanno sottratto alle comunità e alle nuove generazioni?
Ritornare al “pulsare della coscienza, al fremito dello spirito, all’artiglio del rimorso sono l’antidoto morale verso l’indifferenza, vera malattia del nostro tempo”. Lo consiglia il cardinal Ravasi in uno dei suoi “breviari”. Ci sarà ravvedimento, dunque? Oppure sarà ancora un augurio da “mezzanotte” (che tristezza fanno però i “meno-cinque, meno-quattro…” prima dello scoccare dell’ora nuova) che ci diamo con i proponimenti a non ricommettere gli errori dell’anno appena passato? L’esperienza ci dice che accade sempre così: buoni propositi ma poi tutto come prima, bottiglie stappate e spari a parte. Tutto ci ricondurrà alla “normalità eterna”? Al già visto, in attesa del prossimo squallore, scandalo o ruberia di turno?
No, quest’anno le cose andranno meglio, per forza o per ragione.
AUGURI A TUTTI!
Armando Lostaglio per Altritaliani.net
Un anno alle spalle, l’anno che verrà…
Coloro che non hanno visto i « Dieci Comandamenti » di Roberto Benigni su RAI 1
raccomando caldamente di vederlo su Youtube.