Chi puo’ avere parole di fronte a tanta insensatezza. Eppure bisogna mantenere la calma anche se non è facile. E’ evidente che l’Europa ha sottovalutato l’ISIS (Daesh), si è fatto crescere, chiudendo gli occhi, un cancro grande oggi quando l’Italia e che si estende tra la Siria e l’Irak, che ha contaminato altri territori come la Libia, la Nigeria, il Kenia. E’ chiaro che Obama non è disposto a rischiare i suoi soldati, come viceversa, in altri casi, ha fatto l’amico americano.
Non possiamo nasconderci il senso di desolazione che ci suscita il fatto che in Francia e qui a Parigi esistono giovani francesi, che non amano la vita, la loro giovinezza e che nel nome di una ideologia religiosa, sono pronti ad uccidere i loro coetanei, i potenziali loro compagni di gioco.
A Parigi, con un atto di guerra altamente simbolico, dei terroristi, otto fortunatamente saranno ammazzati, hanno colpito uno stadio di calcio (il Stade de France), terrazze di ristoranti, un teatro dove era in corso un concerto rock.
Mi chiedo se questi, spesso giovani uomini, hanno capito in nome di chi uccidono e si fanno uccidere. Mi chiedo se sono consapevoli di essere pedine senza valore di un gruppo che si è fatto Stato, per costruire con Al Baghdadi un business del terrore, fatto di petrolio, di beni archeologici, di armi, con cui questi “califfi” si arricchiscono sulla loro e nostra pelle.
Chi ha fatto del Bataclan un teatro di sangue, cerca due cose: Da un lato distrarre l’opinione pubblica sugli insuccessi militari di Daesh. In realtà occorrerebbe colpire con ben altra determinazione e forza il califfato, inviando non solo aerei ma truppe di terra schiacciando cosi in modo definitivo il serpente, eliminando questo embrione di stato che tante, troppe suggestioni crea, specie nelle menti di giovani disagiati anche europei ed occidentali. L’altro obbiettivo è di paralizzare le nostre vite, di rendere vuota e triste Parigi, l’Occidente tutto.
No, non accettiamolo. Parigi è troppo bella per restare a casa chiusi ad ascoltare i bollettini di guerra della TV. Faremmo il loro gioco. La loro sconfitta sarà proprio nel vedere che, malgrado le bombe e le fucilate, noi torniamo allo stadio, andiamo ad entusiasmarci nei concerti rock, al cinema, passeremo sempre ore nei ristoranti con gli amici a raccontare e raccontarci e poi faremo shopping, progetteremo vacanze, andremo dall’estetista e a fare la spesa, sprechi e consumi anche inutili, perché noi siamo occidentali e questa è la nostra civiltà e non saranno quattro barbuti vestiti di un nero brutto e spettrale a toglierci la felicità.
Chi come loro avvelena il mondo, chi non sopporta la felicità e la gioia di vivere è già perdente e noi siamo vincenti e non ci faremo piegare. Ma l’appello va rivolto ai nostri giovani, a quei giovani che sono partiti per andare a combattere una guerra che non è la loro, che si sono fatti strumento per gli affari di altri, di personaggi che usano Allah, per coprire i loro inconfessabili interessi, per nascondere la loro privata sete di potere e di ricchezza (assolutamente materiale).
Chi è talmente debole ed ingenuo da credere a questa visione distorta dell’Islam, andrebbe curato ed aiutato, prima di tutto in famiglia, andrebbe certo meglio inserito e capito nella società, ma allo stesso tempo noi occidentali non possiamo renderci colpevoli di tutto. Noi, nel rispetto degli altri, abbiamo il dovere di difendere i nostri valori, gli standards della nostra civiltà e su questo non è possibile nessuna mediazione.
Forse per qualche tempo dovremo ancora aspettarci orrori come quelli di questo venerdi nero, ma alla fine si vincerà, anche perché questo terrorismo, che cresce solo grazie alle divisioni europee e le incertezze americane, è comunque fuori dalla storia.
E’ evidente che un modello di vita fondato sulla repressione, la costrizione, l’odio e il dolore non puo’ prevalere contro un modello che, pur con le sue contraddizioni, aspira alla felicità, al benessere.
Non si tratta di una guerra di civiltà, il mondo civile, islamici inclusi non è questa roba, si tratta invece di una guerra tra il bene e il male e la posta in palio è il diritto alla felicità.
Ci batteremo sempre perchè possa la cultura favorire gli scambi, l’accoglienza, l’amore verso il prossimo.
Un abbraccio solidale a tutti!
Veleno
Terrorismo : Parigi è troppo bella per restare a casa.
ce matin d’après le carnage, j ai pris le métro, je suis allée dans le quartier des grands magasins printemps galeries lafayette, j ai discuté dans le métro avec des touristes italiens de rome, et bien ils écourtent leurs vacances et rentrent chez eux demain. Nous ne sommes pas habitués aux guerilla urbaines et c’est le talon d achille en france en tous les cas. je ne tiens pas à servir de cible, je ne suis ni chrétienne ni catholique, je n’ai pas envie de tendre l’autre joue, qu on veuille bien m excuser. il est question de sécurité intérieure , sécurité des personnes et c’est la 1ère chose qu’un état de droit d’une démocratie doit garantir, n’est ce pas ?