Una Gemme inglobata tra alti edifici, discariche e deposito di auto e moto viene alla luce, dopo anni di laboriosi lavori e restauro nel decumano superiore di Neapolis.
Riemersa è una parte dell’antico Teatro Romano, datato alla fine del I° secolo d.C. dove si esibiva Nerone per recitare le sue odi. Era noto per la sua eccezionale capienza e apprezzato dal popolo che affollava le rappresentazioni musicali e teatrali.
L’imperatore amava esibirsi a Napoli per lo spirito artistico e per la lingua greca, molto diffusa, all’epoca in città. Si accedeva fino a pochi anni fa al Teatro, detto anche dell’Anticaglia, da un terraneo (“basso”, per i napoletani casa a livello stradale) abitato da una famiglia di Vico Cinquesanti nel centro storico a pochi passi dalla strada dei pastori.
Per i pochi che conoscevano l’esistenza dell’antico teatro, recatisi sul posto con turisti, bastava spostare il letto della famigliola e appariva una botola, aperta con dei fili di spago e si scendeva alla “cavea” dell’arena. Negli anni si è scoperto che anche da altri locali nella zona si poteva arrivare al Teatro dell’Anticaglia, abbandonato da secoli.

I lavori iniziati nel 2003 a cura del Comune e Grande progetto Unesco, hanno consentito di riportare alla luce una vasta zona del teatro e calcolare una stima di presenza alle rappresentazioni di cinque/seimila persone. Ripulito dalle erbacce il giardino con affaccio dei balconi degli edifici sorti nel dopoguerra, dalle pareti del teatro, sono emerse alcune superfici decorate; ristrutturati i camerini dove, probabilmente si cambiavano gli attori. Sono state organizzate visite gratuite a cura del Comune e guidate da archeologi professionisti. L’accesso al “Teatro tra le mura” per le visite non è più dall’abitazione privata di Vico Cinquesanti, bensì da un palazzo poco distante, Via San Paolo 4.

Tacito, eminente storico antico, e Svetonio, biografo dell’età imperiale, rivelano nei loro scritti che Nerone costringeva gli schiavi ad intervenire e applaudire non sempre spontaneamente alle sue liriche. Nerone amava anche cantare e spesso si esibiva con Seneca, suo precettore. Si narra in altre fonti che durante una sua performance, la città subì un tremendo terremoto. Sicuro del significato propiziatorio dell’evento, voluto dai dei per manifestare il loro apprezzamento alla sua arte, l’Imperatore costrinse gli spettatori a non scappare fino alla fine dell’esibizione e ad acclamarlo.
Con la caduta dell’impero romano la struttura è stata abbandonata.
Gli antichi romani amavano molto la Campania Felix dove trascorrevano lunghi periodi, apprezzandone il clima, e le bellezze naturali. L’imperatore Tiberio governo’ negli ultimi anni, da Capri. Virgilio scelse di essere sepolto a Napoli, perché amava la cultura della Magna Grecia. La Sibilla Cumana era di casa a Pozzuoli nei Campi Flegrei e prediceva il futuro, interrogando gli dei.
Di Seneca il Vecchio non si hanno notizie della sua presenza in Campania ma, tra gli scavi di Ercolanum in provincia di Napoli è stata rinvenuta tra i papiri latini in parte bruciati, una sua opera storica Le Historiae. L’opera è incentrata sulla fine della Repubblica e l’ascesa dei Principati.
Mario Carillo




































