Pippo Pollina en concert: Interview sur son parcours musical et ses engagements citoyens.

La salle de concert parisienne Les Trois Baudets dans le 18e accueille jeudi 24 novembre 2016 à 20h PIPPO POLLINA, un auteur compositeur italien d’origine sicilienne, que nous aimons beaucoup pour une soirée intense en duo avec ROBERTO PETROLI, multi-instrumentiste, lui aussi italien résidant en Suisse. Cette tournée française intitulée «Histoires et mémoires d’Italie» débutera à Marseille le 19 novembre. Après Paris, Pippo Pollina se produira le 20 novembre à Avignon, le 7 décembre à Amboise, enfin Amsterdam. Au programme les «best-of» de ses 30 années de carrière. En première partie, à découvrir, l’étonnant pianiste MORENO ANDREATTA, “mathémusicien”. Réservez vos places sans tarder! Tarif préférentiel Altritaliani.

INTERVISTA ORIGINALE IN ITALIANO

Altritaliani: Pippo Pollina, ora tocca alla Francia, un sogno rimasto da sempre nel cassetto, con una piccola ma significativa tournée in città importanti e dei progetti per il futuro, cominciando però quasi da zero.

Pippo Pollina: Amo le sfide. E questa in Francia è l’ultima della serie.

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D.:Come vive un artista ormai affermato come te questo nuovo inizio, una sorta di gavetta, con però alle spalle più di 20 album di ottimo successo, migliaia di concerti, premi e riconoscimenti ? E come sono state le tue prime esperienze con il pubblico francese, per ora soltanto a Parigi?

R.: Anche in Francia, sento che si potrebbe fare molto. Io non sono mai stato una persona che vive di rendita. Se avessi pensato così non avrei mai vissuto delle esperienze meravigliose e sorprendenti. Sono consapevole che tutto quello che si ottiene è il risultato di un lavoro duro. Ma è chiaro che questo tipo di sfide risveglia in me il ragazzo che dorme sotto le spoglie dell’uomo oramai maturo.

D.: Il ragazzo che è in te ora si risveglia per la sfida francese, ma quando più di trent’anni eri davvero un ragazzo, studente siciliano di Palermo, appassionato di letteratura e di canzone francese e latinoamericana (Léo Ferré e Victor Jara soprattutto), che cosa succedeva? Quali furono tue prime esperienze nella musica?

R.: Insieme agli AGRICANTUS, gruppo che co-fondai, suonavo musica latino americana, quella portata in Italia per intenderci dagli INTI ILLIMANI e in Francia dai QUILAPAYJUN, gruppi storici della cosiddetta Nueva Cancion Chilena. Musica politica e di protesta contro le dittature neofasciste in Argentina e Cile. Eravamo sì fratelli minori di coloro che fecero il 68 in Francia e il 77 in Italia, ma ugualmente affascinati dalle idee di giustizia e libertà. Per questo volevamo coniugare alla passione per la musica il sacro fuoco degli ideali politici.

D.: In quello stesso periodo, oltre alla musica e agli studi universitari, c’era anche l’impegno civile, la collaborazione con una rivista fortemente impegnata nel denunciare la mafia e le sue attività. Ci racconti di quella vicenda?

R.: In Sicilia essere impegnati politicamente in maniera cosciente voleva dire fare lotta alla mafia. Su questo argomento si faceva molta confusione giusto appunto perché poco si sapeva su Cosa Nostra. Come venne ad emergere un paio di decenni dopo, parti importanti e corrotte delle istituzioni italiane aveva da sempre accettato il potere mafioso come un interlocutore primario e privilegiato su questioni che attenevano l’intera area dell’Italia del sud. La rivista I SICILIANI, con il suo direttore GIUSEPPE FAVA, aveva capito perfettamente tutto ciò e lo denunciava con puntualità e competenza giornalistica. Io feci un apprendistato all’interno di questo periodico in un periodo che coincise con l’omicidio di Fava nel gennaio del 1984. Fu un colpo duro.

D.: Poi nel 1985 ci fu il viaggio verso il Continente e l’Europa, che cambiò completamente la tua vita. Come maturasti quell’idea e cosa successe in quegli incredibili 6 mesi ?

R.: Alcuni amici miei erano musicisti di strada ed io, quasi alla fine della mia esperienza universitaria, dopo avere concluso la mia attività con gli Agricantus e il mio apprendistato ai Siciliani decisi di prendermi un periodo di pausa. Un giro d’Europa con sacco a pelo e chitarra. La mia vita cambiò in un battibaleno. Ero curioso e la dimensione dell’avventura estemporanea faceva al caso mio ( a quel tempo ). Finanziai il mio giro del mondo suonando nei metrò e per i centri storici d’Europa. Ricordo anche Parigi, Lione e Lille.. Feci conoscenze importanti che cambiarono la mia vita.

D.: Cominciò quindi nel 1986 la tua nuova carriera artistica nei paesi di lingua tedesca soprattutto e lontano comunque dal tuo paese. Cosa successe in quei più di 10 anni che precedettero il tuo ritorno artistico in Italia, in cui ti capitò di collaborare con artisti di grande importanza, non solo di lingua tedesca?

R.: Linard Bardill, cantautore svizzero ma anche Konstantin Wecker songwriter germanico mi introdussero negli ambienti culturali dell’Europa di madrelingua tedesca e in breve trovai casa discografica, management e pubblico per le mie canzoni. Tutto nel giro di pochissimo tempo. E cosi’ in dieci anni produssi 6 album, feci centinaia di concerti in giro per l’Europa e collaborai con Georges Moustaki per alcune tournèe e la scrittura del brano dedicato a Léo Ferré.

D.: Nel 1997 il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, lo stesso attuale, molto legato culturalmente alla Germania, ti incontrò casualmente a Bruxelles e scoprì che un palermitano stava facendo cose molto significative in Mitteleuropa in campo musicale. Cosa ne nacque?

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R.: Avvenne che lui rimase molto colpito dalla mia storia politica e artistica. Egli ebbe una specie di moto…non riteneva giusto che la mia vicenda rimanesse oscura in patria e così organizzò a Palermo un rientro artistico con una conferenza stampa nella quale per altro si presentava un libro di un giornalista svizzero sulla mia storia. Libro in lingua tedesca pubblicato da una casa editrice di Stoccarda.

D.: Come fu il ritorno artistico in Italia e l‘impatto con il pubblico, il mondo dello spettacolo e i media?

R.: Molto complesso. Trovai un paese difficile da decifrare. Comunque avvertii che in Italia era rimasto un pubblico orfano di una certa canzone d’autore e che poteva esserci un varco per la mia musica. Il problema era riuscire a scovarlo e a farsi conoscere da quegli interlocutori. Un problema che a mio giudizio era e rimane quasi insormontabile se si vuole rimanere fuori da certi schemi e da contatti con i centri di potere che decidono « la musica che gira intorno ».

D.: E gli incontri e le collaborazioni con uno straordinario ed eclettico artista come Franco Battiato e con uno dei gruppi mitici della tua gioventù, i cileni Inti-Illimani?

R.: Dipendevano dalla mia capacità di fare breccia nella loro curiosità. Non ho mai effettuato una collaborazione che non avesse un minimo di risvolto umano a determinarne l’esistenza. Lo stesso vale per Battiato o per gli Inti Illimani.

D.: Nel 2007 hai scritto e composto un importante opera di teatro musicale dedicata alla strage di Ustica, “L’Ultimo volo”, rappresentata per la prima volta a Bologna in occasione dell’inaugurazione del “Museo per la Memoria di Ustica”. Ci parli di questa importante esperienza, sia da un punto di vista artistico che umano, e degli sviluppi significativi che ha avuto all’estero e di recente anche in Francia?

R.: Una grande opportunità. Quella di misurarmi con la dimensione dell’opera mista. Dove la musica e la letteratura trovano un tentativo di coesistenza più profonda. E nello stesso tempo quella di conoscere da vicino la vicenda torbida della strage di Ustica. Dove l’emersione di una verità scomoda e assurda si deve alla comunità civile, rappresentata in questo caso dall’associazione dei parenti delle vittime. Ma in gran parte al suo presidente la signora Daria Bonfietti.

D.: Dopo oltre 10 anni in cui avevi spostato in parte il tuo baricentro in Italia, dopo il 2010 sei tornato ad avere come riferimento principale per la tua attività la Mitteleuropa e soprattutto la Germania. Come mai questa scelta, che ha dato poi risultati eccellenti, con i tuoi 2 ultimi album che hanno avuto vendite sorprendenti, anche oltre le 50.000 copie, nell’epoca del declino del CD?

R.: Si deve ad una intuizione. L’idea che la canzone d’autore abbia raggiunto i cuori di un certo pubblico indipendentemente dalla lingua nella quale si esprime. Esiste un pubblico posto in modo orizzontale e non verticale. Quel pubblico ama quell’espressione a prescindere dalla lingua in cui è scritta e quindi la forma della canzone d’autore con i contenuti che trasporta è amata da un pubblico molto vasto ancora, ma distribuito in maniera larga nel nostro continente. Non ha più senso cercarlo in una sola regione. Noi parliamo e cantiamo della vita. Di cose che sono di comune sentire ben a prescindere dalla nostra nazionalità e dalla lingua in cui lo comunichiamo. Basterà invitare questo pubblico a casa. E farlo accomodare in un salotto in cui con un po’ di apertura mentale si troverà immediatamente a suo agio. Con i tedeschi è stato così.

D.: Tu che hai affrontato e continui ad affrontare nelle tue canzoni temi sociali di grande impatto ed attualità, spesso drammatici, come le guerre, la libertà, l’emigrazione, le mafie, la corruzione, i disastri ecologici, lo smarrimento delle nostre società, ma che hai dato al tuo nuovo album che uscirà nel gennaio 2017 un titolo che ispira speranza come “Il sole che verrà”, come lo vedi questo “sole dell’avvenire”, il futuro dell’umanità, del nostro pianeta e anche della piccola Europa?

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R.: O il mondo ritrova la bellezza della  » semplicità  » e dell’ ingenuità, l’intuizione che progresso non significa di più ma quanto basta, oppure non metteremo i nostri nipoti nelle condizioni di vivere a lungo su questo pianeta. Per fare questo abbiamo bisogno di cultura e di grandi spiriti. Di uomini nuovi che ci indichino una strada da seguire. In passato è andata così e grazie a quegli esempi ci sono stati grossi passi in avanti. Non c’è da essere allegri se ci si guarda attorno. Per questo la speranza non può e non deve morire.

D.: A proposito di concerti, nel tour francese porti un programma best-of con alcune fra le canzoni più significative di 30 anni di carriera, un programma mai presentato in passato e costruito espressamente per la Francia. Un occasione quasi unica per ripercorrere la tua vicenda artistica. E per quanto riguarda le canzoni del nuovo album “Il sole che verrà” quando avremo l’occasione di ascoltarle dal vivo anche in Francia?

R.: Il mio grande auspicio è quello di riuscire a svegliare interesse intorno alla mia musica già adesso in questo tour in modo poi da tornare in primavera con la band per presentare a Parigi il nuovo album.

Evolena in collaborazione con Rambaldo Degli Azzoni di Musica italiana

Site officiel: www.pippopollina.com

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En première partie du concert avec 4 ou 5 chansons, un invité spécial: Moreno Andreatta, italien de Trento, diplômé en mathématique, et aussi en piano (Conservatorio di Novara). Il vit à Paris depuis 1998 et est désormais surnommé le « mathémusicien ».

Féru d’improvisation, il s’est spécialisé dans la composition de chansons à l’aide de contraintes mathématiques. Il a mis en musique une cinquantaine de textes poétiques (de Dante à Pier Paolo Pasolini, en passant par Virginia Woolf, Pablo Neruda, Mario Benedetti, Guido Gozzano, Gabriele D’Annunzio, Alda Merini, François Minod, Antonia Soulez, …). Il prépare actuellement, avec deux autres musiciens, son premier CD sur des textes du poète vénitien Leonardo Mello.

Moreno Andreatta

Les Trois Baudets

64 BD DE CLICHY, PARIS 18

M° BLANCHE OU PIGALLE

Réservations au tarif plein (€ 19,80)

http://www.lestroisbaudets.com/spectacle/pippo-pollina/

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Evolena
Michèle Gesbert est née à Genève. Après des études de langues et secrétariat de direction elle s'installe à Paris dans les années '70 et travaille à l'Ambassade de Suisse (culture, presse et communication). Suit une expérience associative auprès d'enfants en difficulté de langage et parole. Plus tard elle attrape le virus de l'Italie, sa langue et sa/ses culture(s). Contrairement au covid c'est un virus bienfaisant qu'elle souhaite partager et transmettre. Membre-fondatrice et présidente d'Altritaliani depuis 2009. Coordinatrice et animatrice du site.

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