L’Editore Rubbettino manda in libreria il volume “Percorsi d’Arte in Italia 2017”, un’ampia rassegna sull’arte contemporanea, curata da Giorgio Di Genova ed Enzo Le Pera. Dopo il successo delle edizioni del 2014, 2015, 2016 prosegue la rilevazione d’interessanti artisti, italiani e stranieri, viventi o scomparsi, che oggi operano o hanno operato nella seconda metà del secolo scorso sul territorio nazionale.
L’opera si avvale dei contributi critici di Gioia Cativa, Gianluca Covelli, dello stesso Di Genova, Massimo Pasqualone, Enzo Santese, Laura Turco Liveri e Maurizio Vitiello. Un’escursione nella modernità e le sue espressioni artistiche attraverso oltre duecento profili di artisti contemporanei, un percorso, come sottolinea Covelli, intrapreso negli ambiti della scena attuale delle arti figurali. Un viaggio organico e sistematico che non si riduce ad una somma di medaglioni e profili monografici, ma una varietà di opere che vanno dalla pittura alla scultura fino alla ricerca materica effettuata con i più svariati ed inimmaginabili oggetti.
Ma in quale direzione all’inizio del terzo millennio prosegue il suo cammino l’arte contemporanea?
Per Gioia Cativa, l’arte moderna è una ramificazione infinita di strade, sperimentazioni, emozioni e concetti che hanno preso il posto di altri parametri che spesso sfociano nella teatralità. L’arte contemporanea è diventata più sfuggevole, dinamica, trasformista ma ancora per certi versi autoreferenziale. E’ un’arte non per tutti, incompresa da chi non ha le giuste conoscenze e l’augurio è il superamento di questo gap, affinché diventi patrimonio di tutti. La sensazione è che il Belpaese non ami più l’arte contemporanea. Alla ricerca delle possibili cause, la mancanza di promozione, di appoggio alla ricerca e relativi finanziamenti, non per mancanza di artisti di talento, ma perché lo sguardo è rivolto altrove, con un mercato che all’estero è sempre più florido.
Dall’Ottocento, secolo in cui l’Italia ha iniziato ad interessarsi dell’arte moderna fino agli agli anni Sessanta del secolo scorso, l’arte moderna ha incontrato il suo Secolo d’Oro, in grado di recepire e sfruttare il fascino che essa esercitava. Era la voglia e il desiderio verso il nuovo, una voglia che sembra svanita verso il contemporaneo per mancanza d’investimenti e di una volontà a creare nuovi musei per fruire di tale espressione.
Ecco che l’arte contemporanea, dopo l’interesse segnato dai suoi inizi, resta qualcosa d’incomprensibile, annota Ludovico Pratesi, verso un mondo ed i suoi artisti che faticano e non poco, a trovare dimensione per opere che meritano maggiore e dovuta attenzione.
Analisi condivisa da Giorgio Di Genova, il quale annota che nella sua lunga peregrinazione storico-critica ha dovuto constatare che la maggioranza degli artisti muoiono due volte per l’assenza di uno Stato, di un gallerista e di eredi che possano salvaguardarne la memoria. Da qui la necessità di inserire nell’opera una sezione dedicata agli artisti da non dimenticare. Mettere a confronto l’arte di ieri con quella contemporanea per esprimere preferenze o supremazie resta un’operazione riduttiva fine a se stessa, dal momento che ogni artista è il prodotto del tempo in cui è nato e vissuto, espressione viva dei tormenti di quel tempo, delle ansie che hanno assillato l’Uomo di ieri come quello contemporaneo e che hanno trasferito sulla tela ed in mille materiali plasmabili in virtù del sentire legato alla personale storicità vissuta.
E’ la missione dell’uomo del nostro tempo, come ci ricorda Maurizio Vitiello, che attraverso il “salvacondotto” dell’arte, delinea un “passe partout” capace di salvare qualcosa da un naufragio incombente o da uno “tsunami” incontrollabile, repentino ed inarrestabile del quale l’Umanità sembra il destinatario finale.
Raffaele Bussi
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Percorsi d’Arte in Italia 2017 , Ediz. illustrata a colori
a cura di Giorgio Di Genova e Enzo Le Pera
Rubbettino Editore
Euro 70,00.
Descrizione dell’editore:
Molti ricordano la faccia perplessa di Alberto Sordi che alla Biennale di Venezia del ’68 guarda dentro il buco di un nudo dello scultore Alberto Viani. E, per un pubblico fermo a un’estetica primo novecentesca, fatta di « buone cose di pessimo gusto », di gozzaniana memoria, è ben difficile digerire i tagli di Fontana o i sacchi di Burri. Oggi l’arte contemporanea, l’arte post internet, è fatta di tante cose. Così come non si può fare musica senza note e poesia senza parole anche la pittura non si può fare senza colori, pennelli, tele; e se guardiamo la top 500 degli artisti contemporanei per l’anno 2016 osserviamo che molti di essi usano ancora il fatto pittura per esprimere ed esprimersi. Ma assieme a questo tipo di arte esiste anche l’arte concettuale: l’installazione, la fotografia, la videoarte, l’arte computerizzata, l’arte del riciclo, la performance. E domani? Per dirla con Lorenzo de’ Medici: « del doman non v’è certezza ». Il volume cerca di dare una rappresentazione di quello che è arte, di prima e di adesso.