Torniamo con Gabriele Salvatores a Italy in a day, un film nato dai contributi visivi di migliaia di italiani. Ne parla il regista alla stampa per raccontare la difficoltà di un’opera unica in Italia. Un racconto corale del nostro paese tra sofferenze e speranze.
E’ appena terminata la conferenza stampa di presentazione dell’ultima fatica ‘corale’ del premio Oscar Gabriele Salvatores, coordinatore, in questo caso, di un film a totale partecipazione RAI ‘a futura memoria’: si tratta di Italy in a Day, il più grande esperimento di cinema collettivo mai realizzato in Italia che recupera un progetto sperimentato tre anni fa da Ridley Scott, in UK, Life in a Day, peraltro produttore anche della versione di casa nostra.
“E’ la scrematura/silloge di circa 45.000 filmati realizzati con un supporto qualsiasi dagli Italiani, tutti durante la stessa giornata, il 26 ottobre dell’anno scorso, dalla mezzanotte alla successiva – ha spiegato Salvatores in conferenza-stampa – sorta di ‘messages in the bottle’ lanciati nel mondo che han reso difficile la scelta.
“In realtà, non più di 3 o 400 dei filmati ricevuti, creati sui supporti più vari concessi dalla tecnologia minuta, avevano indicazioni sociali.
Ci sono poveri, ‘visti’ nelle loro case, ma non ci sono ricchi, non possiamo dare motivo di ciò, salvo il non aver ricevuto alcuna adesione in merito.
Il film rispecchia le emozioni, i sentimenti che abbiamo ricevuto: se fossi un politico – e non lo sono – sarei colpito da queste ‘piccole cose’, perché la protesta profonda è sotto gli occhi di tutti.
Nessuna immagine del film, nessun brano è stato manipolato, non c’è alcuna forzatura – ha voluto precisare Salvatores – solo si è cercato di migliorare al massimo l’immagine ed il suono, lavoro meramente tecnico.
Ne esce la raffigurazione di un’Italia ferita, certo, ma che soffre con dignità e non ha ancora rinunciato alla speranza nel futuro, dunque positiva.
Il desiderio di mantenere la dignità che ‘passa’ tramite queste persone a me ‘toccherebbe’ molto di più, se fossi, ripeto, un politico.
Il progetto nasce grazie ad Indiana Productions e soprattutto, a tutte le sezioni RAI che ora lavorano in sinergia: il tutto rimarrà poi – memoria del reale – e per sempre nelle Teche della Rai e ciò è davvero importante.
L’opera davvero corale a tutto tondo ha goduto di fattive ed essenziali collaborazioni come quella di Emergency, di vari e importanti strutture ospedaliere, del Ministero di Grazie e Giustizia, grazie al quale il lavoro è entrato nelle carceri, con riporti visivi iniziali sui carcerati extra-comunitari che possono onorare la loro religione anche in tali luoghi.
Molte pure le collaborazioni di associazioni di Italiani all’Estero.
Uscirà nelle sale di molte città italiane il 23 settembre, cercando di concentrare le proiezioni nelle zone degli Autori.
Sabato 27 settembre, poi, sarà presentato su Rai 3, in prima serata.
Progetto davvero condiviso, Italy in a Day che, come si diceva, è stato rielaborato su di una griglia nativa di matrice inglese: poi Chiara Griziotti e Massimo Fiocchi hanno montato il materiale.
E alla commozione che in qualche modo percorre tutta la pellicola come un fil rouge davvero tutto italiano, va ascritto il ringraziamento finale, in chiusura dopo tutti gli altri ai titoli di coda, a Margherita Hack, grande scienziata e grande anima, che aveva sostenuto il progetto, prima di scomparire, poco tempo fa: ora lei è tornata ad esser un puntino luminoso nell’universo – come avrebbe detto lei stessa…
Maria Cristina Nascosi Sandri
Da Venezia