#Per non dimenticare. Il 23 novembre 1980, più di quarant’anni fa, un terribile terremoto colpiva il Sud Italia, con epicentro, l’Irpinia. La scossa, registratasi alle 19,34, in un solo, lunghissimo minuto e venti secondi, portò via quasi 3000 anime. Paesi bellissimi e suggestivi rasi al suolo, una tragedia umana enorme segnata anche da più di ottomila feriti e 300 mila senzatetto.
Divennero tristemente famosi piccoli paesi che nessuno conosceva, Conza, Sant’Angelo dei Lombardi, Teora, Calabritto, Serino, Balvano e tanti altri. Il terremoto portò rovina, distruzione, disperazione, pianto, lutti, una tragedia infinita. Mai, però, rassegnazione. Migliaia di vittime, tantissime case distrutte.
Il 23 Novembre è per l’Irpinia e terre vicine (Molise, Basilicata e tutta la Campania), giornata di lutto e che restituisce ricordi drammatici.
Per luoghi tanto ameni, verdi, sinuosi, ricchi di grazia (una piccola Svizzera sconosciuta, commentavano gli inviati di tanti giornali) è tempo di riguardarsi, pensare, interrogarsi se tutto ciò che è stato ha migliorato le coscienze, lo sviluppo sociale ed economico.
La Verde Irpinia. Bella. Amata. Non fortunata. Terra di sottili intelligenze e di braccia migranti.
Fulgida luna dei poeti
Fulgida luna dei poeti
così luminasti la notte,
faro di rovine, un momento,
il muro rotto, riverso sul prato
non chiedeva al lamento
di bimbo esser grido, richiamo
nella densa polvere sugli occhi
di sangue, prossimi alla morte.
Giungesti così, ballando,
dopo una domenica di sole,
rantolo basso squassò porte,
ruppe l’architrave, dirupò
case, sabbia e sassi
rotolarono fino al fiume,
camminavamo sugli embrici,
sulle travi finite per terra,
gridando a nomi amici: “Ci sei?”.
Il silenzio, su ogni voce.
Così fu commiato,
lontana eco nella notte, sempre
un po’ più in là. Più lontano.
Gabriele De Masi
La poesia è tratta dalla raccolta, curata da Paolo Saggese, « La polvere e la luna- I poeti del 23 novembre » (Delta 3 edizioni, 2010).