Il saggio “La democrazia sospesa” (Aracné editrice, 2021) è la raccolta degli articoli scritti dal giornalista Gerardo Lisco e pubblicati sulla rubrica « Tiscali Social news » nel triennio 2012-2014. Secondo l’autore il triennio in questione è stato fondamentale per gli sviluppi successivi del sistema politico italiano. Un periodo tra i più aspri e tormentati della vita pubblica italiana ed europea contemporanea. Nella raccolta, Lisco mette in evidenza i segnali, già presenti in quegli anni, di come la politica italiana si sarebbe evoluta: tecnocrazia, semipresidenzialismo, populismo.
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Diceva Tolstoj in Guerra e pace che « il moto dell’umanità – scaturente da un’infinita quantità di volontà personali – si compie continuamente e la comprensione delle leggi di questo moto è lo scopo della storia ». Oggi questo moto violento scorre rapidissimo. Su questo flusso ininterrotto si introduce l’analisi di questo «giornalista amateur» che crede al giornalismo partecipativo e al valore della testimonianza come atto politico di militantismo e di responsabilità.
Un atto poetico dell’avvenimento: «…Nel suo corpo verbale unico e irripetibile dove l‘autore va oltre se stesso, verso l’alterità e verso il mondo» diceva Jacques Derrida. Gerardo Lisco guarda quello che si nasconde dietro la notizia e passa al setaccio testi, documenti, atti istituzionali, statistiche, grafici, riferimenti bibliografici essenziali e mette in calce, citazioni da uomo di convinzioni socialiste. Così conduce la sua ricognizione con una «scrittura della storia» paradossale che mette in relazione il reale e il discorso. Il tutto sapendo che questa operazione lo porterà a suggerire il presente anzi a scoprire il tempo in cui si è costruito ovvero gli avvenimenti – causa dell’oggi.
In questo sceglie ‘il tempo sospeso’ di questo triennio chiave, quello in cui si conclude la “Seconda Repubblica” e si avvia un processo che, attraverso diverse fasi, porterà alla trasformazione in senso ordoliberista del sistema politico ed economico italiano e alla fine definitiva della contrapposizione basata sulla diversa adesione ai valori della Costituzione tra centrodestra e centrosinistra.
Ripercorrendo il tempo della «sospensione» della Democrazia, ci soffermiamo sul significato della parola virgolettata, secondo il Devoto/Oli: “Interruzione momentanea del discorso, imposta d’autorità come punizione o per altri gravi motivi”. I gravi motivi sono enumerati con dovizia di particolari a partire dal famigerato Patto di stabilità e continuano al galoppo intersecando i provvedimenti europei con le decisioni politiche in Italia, passando dal primo governo Berlusconi, al Governo Monti. Quindi le tecnocrazie guerriere dell’economia liberista e del Mercato. La narrazione di Lisco seguita col semipresidenzialismo di Napolitano, la crisi nel PD e di Bersani, la nascita del fenomeno Renzi, l’affermarsi dei populismi, l’autoreferenzialismo della sinistra – presente anche ora.
I populismi sono il suo dada soprattutto quelli di «sinistra». Infatti Lisco ne fa anche la storia: « …Non è un caso che proprio in America Latina abbiamo ad opera del filosofo argentino Ernesto Laclau una elaborazione del termine “populista” da sinistra. Podemos in Spagna nasce e si afferma sull’idea populista importata direttamente dal Venezuela ad opera del leader di Podemos Pablo Iglesias. Con la scelta operata dall’establishment in Italia nell’anno 2014 in aggiunta al populismo di destra e a quello di Sinistra teorizzato da Laclau c’è anche un “populismo” pro–sistema interpretato da Renzi e per alcuni versi dallo stesso Macron in Francia. Il Populismo per crescere ed affermarsi ha bisogno di individuare un nemico, l’avversario del popolo. In Italia il M5S identifica l’avversario del popolo con la « casta » ( Altri tempi…).
Questo saggio documentatissimo e a volte appassionato mette in evidenza l’affermarsi del neoliberismo come dittatura dalle mille maschere e attori di un teatro molto giapponese, anche di ombre e di false sembianze, enigmi. Contro questo gigante Don Chisciotte sfodera Durlindana che resta pur sempre un’arma e non sappiamo come finirà. Anche se Lisco ce lo lascia immaginare. Oggi c’è spazio per tutto e Lisco ora continua a scrivere da giornalista accreditato.
Nel saggio un altro esempio sono: le riforme e il travagliato mondo del lavoro, poi le disuguaglianze che ancora e sempre più ci affliggono. Lisco sostiene: «Spesso ascoltiamo esponenti del Governo dichiarare che le riforme verranno fatte anche senza il consenso delle parti sociali. La Fornero è l’esponente di Governo che più di altri rimarca questo aspetto». La scacchiera italiana si illumina d’immenso con Grillo, poi l’estrema destra, Berlusconi, Letta e Renzi, i rottamati eccellenti… Infine la lente di Lisco si focalizza sulla sua regione, la Basilicata – exemplum, dove «Le differenze tra destra, sinistra e centro sono irrilevanti, nel senso che esse sono utili alle solite consorterie per collocarsi in determinate aree al fine di continuare a lucrare sulle rendite di posizioni. Questo è il vero dramma di questa regione » Poi a parte : « … Dove eventi esterni come può essere il Pnrr, la stessa pandemia o più in generale come è stato in passato l’intervento dello Stato imprenditore che ha creato dal nulla fattori di sviluppo, crescita e occupazione, non sono in grado di scalfirne le consuetudini politiche ». Un mondo immutabile nelle sue contraddizioni e, concludendo, sul quale pesa sempre l’interruzione della Democrazia come altrove, una fragile lampada che affievolisce la sua luce, sperando non la sua aura.
Maria G. Vitali-Volant