“Bastimenti d’inchiostro” (Edizioni Kalós, 2024) di Chiara Mazzucchelli rappresenta un esempio pregevole di ricerca interdisciplinare e di sensibilità critica nel contesto della rappresentazione letteraria della Grande Emigrazione siciliana tra il 1876 e il 1924. Come reagirono gli scrittori siciliani che si trovarono confrontati a questo fenomeno di massa?
Con uno stile avvincente e una grande attenzione ai dettagli storici, letterari e sociologici, Mazzucchelli – siciliana di nascita e professoressa associata di Lingua e letteratura italiana alla University of Central Florida di Orlando, USA – illumina un tema che, pur avendo marcato profondamente la storia dell’Italia post-unitaria, ha ricevuto nella letteratura un’attenzione frammentaria e spesso marginale.
L’autrice si inserisce nel dibattito storiografico e letterario contemporaneo, arricchendo il panorama degli studi sull’emigrazione con una prospettiva critica che va oltre i confini disciplinari. La letteratura siciliana del periodo verista e post-verista diventa il terreno di esplorazione per analizzare come autori come Verga, Capuana, Messina e Pirandello abbiano rappresentato, reinterpretato o persino evitato il tema dell’esodo di massa verso il Nuovo Mondo.
La Sicilia come specchio della crisi post-unitaria
Il libro si apre con una prefazione di Salvatore Ferlita, che inquadra il fenomeno migratorio come una ferita aperta nella memoria collettiva siciliana. Mazzucchelli, con un approccio comparatista, esplora il paradosso degli scrittori siciliani: sebbene immersi in una realtà intrisa di partenze e ritorni, molti di loro hanno adottato un atteggiamento ambivalente, oscillando tra denuncia sociale e conservatorismo antiemigrazionista.
Il capitolo iniziale, significativamente intitolato “La grande omissione”, getta luce sull’apparente invisibilità del fenomeno nei canoni letterari nazionali. Mazzucchelli osserva che, nonostante la centralità dell’emigrazione nella vita quotidiana di milioni di italiani, la sua rappresentazione nella narrativa è stata limitata e spesso ideologicamente orientata. Verga, ad esempio, pur includendo nei Malavoglia elementi che alludono alla migrazione come crisi esistenziale e sociale, evita di affrontare direttamente il dramma del distacco e del viaggio verso il Nuovo Mondo.
La narrativa come archivio di umanità
Uno dei punti di forza del libro è l’attenzione riservata alla produzione di autrici come Maria Messina, che nelle sue novelle offre un ritratto toccante delle “vedove bianche” e delle famiglie spezzate dalla partenza degli uomini per la “Merica”. Messina descrive il conflitto interiore delle donne, divise tra il desiderio di sostenere i propri mariti e la consapevolezza del sacrificio che questo comporta per l’unità familiare.
Luigi Capuana, invece, si distingue per un approccio quasi progressista. In Gli Americani di Ràbbato, Capuana utilizza la figura del giovane Menu per illustrare sia le speranze sia le delusioni dell’emigrazione. L’autore riconosce il potenziale emancipatorio del viaggio, ma non manca di sottolinearne il costo umano.
Pirandello, infine, trasforma il tema in una riflessione esistenziale. Le sue novelle sugli emigranti, come L’altro figlio, esprimono una profonda alienazione: il Nuovo Mondo diventa un simbolo di estraneità e di perdita, non solo per chi parte, ma anche per chi resta.
Una visione interdisciplinare
Mazzucchelli integra nella sua analisi contributi di storici, antropologi e sociologi, offrendo una lettura che collega il microcosmo letterario alla macrostoria dell’emigrazione. La sua metodologia interdisciplinare permette di comprendere meglio non solo le rappresentazioni dell’emigrazione, ma anche le implicazioni culturali e identitarie per la Sicilia e per l’Italia nel suo complesso.
Particolarmente interessante è la sezione dedicata alla produzione letteraria italoamericana, che funge da specchio deformante della narrazione sull’emigrazione sviluppata in Italia. Opere come Christ in Concrete di Pietro di Donato o Mount Allegro di Jerre Mangione offrono un controcanto alla letteratura siciliana, esplorando temi di integrazione, conflitto generazionale e perdita identitaria.
Conclusioni: un’opera necessaria
Con Bastimenti d’inchiostro, Chiara Mazzucchelli non solo colma una lacuna nella critica letteraria, ma pone interrogativi fondamentali sul ruolo della letteratura nel preservare la memoria storica e nel dare voce alle esperienze delle classi subalterne. Questo libro è un invito a riconsiderare il rapporto tra letteratura e società, tra estetica e politica, e a esplorare come il passato continui a modellare il presente.
Mazzucchelli si rivolge a un pubblico colto e curioso, capace di apprezzare le complessità di un’analisi che intreccia letteratura, storia e cultura. Il suo lavoro rappresenta una pietra miliare negli studi sull’emigrazione e una lettura imprescindibile per chiunque voglia comprendere le radici profonde di una delle esperienze più universali e insieme più italiane della modernità.
Giuseppe Raudino
IL LIBRO:
Bastimenti d’inchiostro
La Grande emigrazione nella letteratura siciliana (1876-1924)
Edizioni Kalós, 2024, Palermo
Scheda del libro sul sito dell’editore e biografia dell’autrice
Prezzo: € 20,00 – Pagine: 152
Descrizione: Proprio quando il Paese era finalmente unificato e bisognava “fare gli italiani”, milioni di loro decisero di partire per cercare migliori opportunità all’estero, dando il via a un processo di emigrazione rapido e inesorabile che avrebbe progressivamente svuotato intere regioni d’Italia. Di questo terremoto demografico si occuparono al tempo storici, sociologi, economisti e studiosi vari, ma la letteratura sembrò non dedicare la stessa attenzione a questo significativo rivolgimento sociale. Per fortuna, negli ultimi anni, la critica letteraria sia in Italia che all’estero si è occupata sempre più della rappresentazione narrativa del fenomeno migratorio, impegnandosi in un prezioso lavoro di recupero e, in alcuni casi, di scoperta di scritti più o meno noti al grande pubblico. Grazie a questo rinnovato interesse, oggi è possibile affermare che esiste un filone narrativo che riguarda il grande esodo delle classi subalterne italiane all’estero […]
N.d.r. Cogliamo l’occasione di ricordare questo articolo Altritaliani:
Unità d’Italia e letteratura: la “secessione” degli scrittori siciliani, del Prof. Giovanni Capecchi