Leda Rafanelli e il fascino dell’Oriente. Ripubblicato L’Oasi, romanzo arabo.

Ritorna in libreria, dopo quasi cent’anni, « L’Oasi. Romanzo arabo » di Leda Rafanelli, scrittrice e attivista politica di origine pistoiese (1880-1971), prima trasferitasi in Egitto e poi di nuovo rientrata in Italia all’epoca del fascismo, audace nel coltivare mode orientali e politiche ribellistiche anarchiche. La sua affascinante storia ha attraversato il Novecento.

Singolare la vicenda di vita della Rafanelli, anarchica e musulmana, femminista e controcorrente.

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Ne hanno pure scritto una storia a fumetti Sara Colaone, Francesco Satta e Luca De Santis: Leda. Che solo amore e luce ha per confine (Coconino Press, 2016). Questo per dire l’originalità della scrittrice ed editrice che è stata catturata anche da opere di “grafic novel”, preferiti dai nostri autori Calvino ed Eco.

Intanto la sua proiezione per il futuro verso quell’esotico che amava e di cui assumeva gli appariscenti segni e colori, le sortì un’immediata fama ed anche un discreto successo, ben noti al pittore Carrà ed al giovane Mussolini, socialista e rivoluzionario ai suoi primi esordi, ma ahimè piuttosto effimeri, tanto che la Rafanelli è finita nell’oblio ed ha conosciuto la povertà nella sua vecchiaia.

Autodidatta, svolse un ruolo di spicco nel movimento anarchico italiano del primo ventennio del secolo, incontrando ad Alessandria, in Egitto, dove si era trasferita con la famiglia per difficoltà economiche, Ugo Polli, un editore anarchico che sposò. Abbracciò, oltre all’anarchismo, l’islamismo sufita. Rientrò poi a Firenze dove fondò insieme al marito una casa editrice.

Ebbe una vita avventurosa e singolare, sempre in bilico tra le idee socialiste e il desiderio di ribellione al conformismo ed al perbenismo. Si spiega così la sua ampia produzione in prosa ed in versi, bozzetti e composizioni narrative popolari.

Il suo matrimonio con Ugo Polli fu presto messo da parte perché la Rafanelli s’innamorò di un tipografo, anarchico anche lui, Giuseppe Monanni, fondatore della rivista Vir con cui la scrittrice, iniziò un lungo sodalizio politico e professionale a Milano dove successivamente si trasferì. Diedero vita alla Società Editoriale Milanese, destinata nel corso degli anni a cambiar nome più volte, anche in seguito a censure fasciste.

Il catalogo delle sue produzioni era di tutto rispetto: l’opera omnia di Nietzche, Darwin, Malatesta, Bernard Shaw, Miguel de Unamuno ed altri ancora. Nel 1909, alla sua rivista Sciarpa nera collaborò il pittore Carlo Carrà non ancora celebre e diede vita alla pubblicazione di Bozzetti sociali, storie di tutti i naufraghi della vita, uomini e donne.

Due anni dopo vide la luce il romanzo Seme, un grande affresco popolare in cui si descrivono sorprendenti deportazioni, scioperi, processi di un’umanità inquieta come quella del nostro tempo. Da qui l’interesse per la sua scrittura.

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Studia intanto l’arabo e fa professione di fede musulmana per cui non sfugge il suo fascino tutto orientale anche negli atteggiamenti, preferendo appariscenti tuniche, veli, preziosi amuleti e monili e ricevendo ospiti nel suo salotto orientaleggiante.

Ce lo descrive in occasione della visita di Benito Mussolini, allora direttore dell’Avanti, che lei aveva conosciuto nel 1913 nella sede milanese della Camera del Lavoro:

La mia stanza era ammobiliata all’uso orientale, con divani bassi, stuoie e cuscini sul pavimento per sedersi a terra […..]. Dal braciere salivano le spire odorose dell’incenso, del benzoino, del sandalo[. …] Tutto lo meravigliava. Un piccolo Budda in bronzo con le gambe aggrovigliate all’usanza yoga e le mani in grembo inerti destò la sua ammirazione.

La vicenda trasfigurata si può seguire nel romanzo Incantamento del 1914. Più tardi, nel 1946, Monanni farà pubblicare la loro storia nel volume: Una donna e Mussolini (Ed. Rizzoli) che raccoglie un frammentario epistolario. Scriveranno molti sulla loro relazione, tra gli altri Arrigo Petacco in L’archivio segreto di Mussolini, ma la fascinazione tra i due durò poco e Leda fu pure attaccata dal regime e Monanni arrestato. Entrarono in conflitto quando lei divenne pacifista e lui si dichiarò interventista. Rappresentavano due mondi diversi: l’Europa l’uno, l’altra l’Africa, dalla esistenza barbara, istintiva, com’ebbe a scrivere Leda nella prima pagina d’un suo libro: Abbasso la guerra (1915).

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Dal 1934, subentra il suo silenzio politico: vive appartata tra Milano e Genova tra ristrettezze economiche, insegnando la lingua araba, fino ad improvvisarsi chiromante. Non smette però di scrivere romanzi autobiografici: Nada, Le memorie d’una chiromante.

Muore a Genova nel 1971.

Il romanzo L’Oasi, pubblicato nel 1929, apparve per il contenuto delle idee dapprima a lei estraneo, attribuito a Etienne Gamalier. Fu edito dalla casa editrice che lei stessa aveva fondato a Firenze con il secondo marito Monanni.

Ora viene ripubblicato. Conserva le varianti lessicali e le forme dialettali e grammaticali desuete con le parole arabe in corsivo. Può per gli appassionati essere oggetto di analisi anche linguistiche. Di recente è stata aggiunta una nota critica della prof. Milva Cappellini.

E’ un romanzo interculturale e contiene la condanna del colonialismo e del razzismo. Racconta la storia della giovane araba Gamra che ha rinnegato la morale islamica per vivere con il giornalista francese Henry Nattier, un militarista che si arruola volontario nella I guerra mondiale. La veggente Mabruka gli preannunzia la separazione dall’amante e il grande conflitto che devasterà l’occidente.

La pubblicazione si deve al Fondo Leda Rafanelli che ha sede a Reggio Emilia e che contiene tutte le opere autobiografiche della scrittrice ed è gestito per conto degli anarchici dalla figlia di Aurelio Chessa, Fiamma, che ha raccolto tutte le sue opere. L’editore è Corsiero.

Gaetanina Sicari Ruffo

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L’oasi. Romanzo arabo

di Leda Rafanelli – Cappellini Milva (cur.), edito da Corsiero Editore, 2017

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L’oasi. Romanzo arabo: L’amore sensuale e doloroso tra una fanciulla beduina e un giovane giornalista francese, affascinato dalle bellezze orientali eppure convinto delle ragioni del colonialismo; le storie di due europei colti e consapevoli, convertiti all’Islam e alla saggezza dell’Oriente; le carovane di berberi che attraversano il deserto e le comunità di coloni affamati di ricchezze; i poveri villaggi di capanne e i lussuosi alberghi di Tunisi. Sullo sfondo, albe e tramonti sulle dune, palmeti nel plenilunio, tende di nomadi, imperturbabili cammelli. L’editore Monanni, nel 1929, pubblica « L’Oasi » a firma di Étienne Gamalier: sono gli anni della repressione fascista in Cirenaica e Leda Rafanelli, sorvegliata con attenzione dal regime, preferisce fingersi la traduttrice di un libro che afferma pratiche e ideali radicalmente alternativi: alla vicenda sentimentale esotica, degna del più classico feuilleton, Leda Rafanelli intreccia un discorso politico e culturale forte e preciso, confutando gli argomenti delle potenze conquistatrici e le mistificazioni degli intellettuali europei, contrastando il militarismo e il razzismo, e di contro sostenendo valori di comprensione, cura e riconciliazione. Dopo la Grande Guerra che ha devastato l’Occidente come il ghibli sconvolge il deserto, nelle pagine di questo romanzo sorprendente fioriscono nell’oasi insperate possibilità di rinascita.

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Gaetanina Sicari Ruffo
Gae(tanina) Sicari Ruffo è purtroppo venuta a mancare nel 2021. Viveva a Reggio Calabria. Già docente di Italiano, Latino e Storia, svolgeva attività giornalistica, collaborando con diverse riviste, tra cui Altritaliani di Parigi, Calabria sconosciuta e l’associazione Nuovo Umanesimo, movimento culturale calabrese. Si occupava di critica letteraria, storica e d’arte. Ha pubblicato i saggi Attualità della Filosofia di D.A. Cardone, in Utopia e Rivoluzione in Calabria (Pellegrini, 1992); La morte di Dio nella cultura del Novecento, in Il Santo e la Santità (Gangemi, 1993); La Congiura di Tommaso Campanella, in Quaderni di Nuovo Umanesimo (1995); Il Novecento nel segno della crisi, in Silarus (1996); Le donne e la memoria (Città del Sole Edizioni, 2006, Premio Omaggio alla Cultura di Villa San Giovanni); Il voto alle donne (Mond&Editori, 2009, Premio Internazionale Selezione Anguillara Sabazia). Suoi anche i testi narrativi Là dove l’ombra muore (racconti Premio Internazionale Nuove Lettere, 2010); Sotto le stelle (lulu.com, 2011); La fabbrica dei sogni (Biroccio, 2013); la raccolta di poesia Ascoltando il mare (Pungitopo, 2015).

2 Commentaires

  1. Leda Rafanelli e il fascino dell’Oriente. Ripubblicato L’Oasi, romanzo arabo.
    Benissimo, che si parli molto in questo periodo di Leda Rafanelli.
    Va menzionato, prima dei vari fumetti e articoli (come quello recente, molto spiritoso, di slate.fr), pure il lavoro universitario svolto qui. Mettiamo – in Oublier les colonies. Contacts culturels hérités du fait colonial, Paris, Mare & Martin 2011 – la relazione di Antonella MAURI: « Entre colonialisme et métissage culturel : Leda Rafanelli, anarchiste et musulmane », pp. 177-194.
    Grazie per l’attenzione,
    J.-Charles

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