Le chiese stabiesi del viceregno spagnolo e le opere del maestro Filosa.

Da Castellammare di Stabia (NA). A distanza di qualche anno dalla pubblicazione de “Il Filosa mai visto” (recensito QUI), la ricercatrice Adelaide Maresca, ci offre un ulteriore contributo sull’opera del pittore stabiese dal titolo Le chiese stabiesi del viceregno spagnolo e il Filosa (Eidos Longobardi, 2021).

L’opera è il completamento del percorso umano ed artistico di uno tra i più autorevoli pittori stabiesi del Novecento. A dire il vero ‘il Filosa mai visto’ potrebbe essere proprio questo, dal momento che l’opera fa riferimento alla produzione artistica legata agli affreschi, e non solo, eseguiti in varie chiese e strutture ecclesiastiche italiane ed austriache, molti deteriorati dal decorso del tempo e dalle cattive condizioni di restauro, fino a segnarne la scomparsa. Un’operazione, questa di Maresca, che puntando su di una ricerca lunga e puntuale, ne rivendica l’attribuzione al Filosa.

Partendo dal Concilio di Trento e fino al Vaticano II, l’Autrice si sofferma sull’influenza che tali appuntamenti hanno avuto sul sistema iconografico del XX secolo nelle chiese di Castellammare di Stabia, non trascurando la disamina in maniera dettagliata dell’elencazione delle opere commissionate dal clero al pittore.

L’Autrice, soffermandosi sul nuovo corso suggerito dal Vaticano II e le condizioni da rispettare per consentire all’arte contemporanea di entrare nei templi cristiani, arriva al periodo del secondo conflitto mondiale, quando Francesco Filosa, fatto prigioniero, fu internato nel campo di concentramento di Graz, dal quale riuscì ad evadere, grazie all’intervento dell’industriale svizzero Renè Kolly che lo accolse nella sua casa prima di far ritorno in Italia. Proprio a Graz lasciò interessanti opere, testimonianza della sua grande capacità artistica.

È questa della Maresca l’ennesima dimostrazione della vitalità artistica e culturale di artisti, quale il Filosa, che hanno illustrato in vari settori dell’arte la capacità di illustrare una Città impareggiabile, quale Castellammare, e che solo dopo la morte sono stati rivalutati nella giusta maniera da una critica molte volte disattenta e severa.

Proprio dal padre Alfonso, Francesco eredita l’arte di decoratore ben illustrata in quest’opera e che completa l’aspetto del cammino pittorico di Francesco Filosa che si rivela personaggio del suo tempo, di notevole dimensione storica ed artistica, attraverso i personaggi ed i luoghi che ha fissato sulla tela e che rappresentano uno scenario unico di grande umanità.

                                                                                                    Raffaele Bussi

 IL LIBRO:

ADELAIDE MARESCA
LE CHIESE STABIESI del VICEREGNO SPAGNOLO e il FILOSA
Castellammare di Stabia, Eidos Longobardi, 2021, pp. 165, Euro 60,00

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Raffaele Bussi
Raffaele Bussi è nato a Castellammare di Stabia. Giornalista, scrittore e saggista, collabora con importanti quotidiani e periodici nazionali. Ha collaborato a "Nord e Sud", "Ragionamenti", e successivamente a "Meridione. Sud e Nord del Mondo", rivista fondata e diretta da Guido D'Agostino. E' stato direttore editoriale della rivista "Artepresente". Collabora al portale parigino "Altritaliani" e alla rivista "La Civiltà Cattolica". Ha pubblicato "L'Utopia possibile", Vite di Striscio", "Il fotografo e la Città", "Il Signore in bianco", "Santuari", "Le lune del Tirreno", "I picari di Maffeo" (Premio Capri 2013 per la critica letteraria), "All'ombra dell'isola azzurra", romanzo tradotto in lingua russa per i tipi dell'editore Aleteya, "Ulisse e il cappellaio cieco" (2019). Per Marcianum Press ha pubblicato: "Michele T. (2020, Premio Sele d'Oro Mezzoggiorno), "Chaos" (2021), "L'estasi di Chiara" (2022), "Servi e Satrapi" (2023).

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