L’Autonomia differenziata ormai è legge. Un Sud sempre più a rischio di abbandono.

Dopo una lunga maratona notturna alla Camera, è arrivato il secondo e definitivo sì al disegno di legge sull’Autonomia differenziata delle Regioni. Pubblichiamo lo ‘sfogo’ di Carmelina Sicari, collaboratrice di Altritaliani da anni e sostenitrice del movimento culturale Nuovo Umanesimo di Reggio Calabria di cui è stata ideatrice. La sua penna scrive da sola…

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La penna scrive da sola. Proprio così per l’indignazione.
Il delirio di una possibile scissione in due parti dell’Italia sembra compiersi sotto gli occhi e l’indifferenza dei più.
Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?” [Cicerone], si chiedono alcuni. Perché il Sud non reagisce mentre sta rischiando un definitivo abbandono, un’estrema uscita di scena.
Sarà colpa delle dominazioni che si sono succedute nel tempo e che sono tutte concluse.

Ma la penna scrive da sola…

La muove l’indignazione per il tradimento del Risorgimento del giuro manzoniano che proclamava l’Italia una d’arme, di lingua e d’altare

La muove l’indignazione della falsificazione della questione meridionale divenuta in nome del profitto questione settentrionale, il tradimento delle generazioni di meridionalisti che denunciavano l’esproprio dei diritti, le disuguaglianze, il sacrificio di intere generazioni.

La muove l’indignazione per lo sfruttamento, l’abbandono.

La penna scrive da sola anche per celebrare i pochi eroi che combattono per il sud. Stranamente sono i vescovi. Uno di essi, l’arcivescovo di Reggio Calabria, Fortunato Morrone, protagonista di un convegno sul Mezzogiono, si è collegato all’opera di un suo precedessore, Mons. Lanza, arcivescovo della stessa città, autore di una lettera pastorale sul Mezzogiorno pubblicata nel ‘48 che può considerarsi la rerum novarum del Sud.

Il sud non è solo faccenda politica, sociale, antropologica ma religiosa e morale.
Gli hanno fatto eco gli altri protagonisti del convegno come l’ambasciatore Antonio Morabito, allievo come Mons. Lanza dell’Almo Collegio Capranica di Roma, e di lontano, ma dopo aver dichiarato la sua partecipazione ideale sulle pagine del Quotidiano, Anna Rosa Macrì.

La penna scrive da sola  ricordando uno dei punti fondamentali dell’intervento di Mons. Morrone: l’unità.
L’unità è assunto religioso e non solo storico e sociale.
È l’elemento costitutivo di quello che si definisce il Regno ed è la caratteristica dello Spirito Santo. Andare contro l’unità è dunque blasfemia, impietà.
Antonio Morabito ha ricordato le tappe del pensiero sociale della Chiesa ed il forte richiamo della lettera di Mons. Lanza all’impegno concreto per lo sviluppo del Mezzogiorno.

La penna scrive da sola.
L’attuazione del progetto dell’Autonomia differenziata è suicida, non solo per l’anatema incluso nel tradimento ma per le proporzioni del fatto. È contraria alla solidarietà tra Regioni. Condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l’istruzione, i trasporti…

Generazioni e generazioni bandiranno e proclameranno la maledizione e così come nel Credo il nome di Pilato viene esecrato  da millenni così la divisione sarà oggetto di ludibrio e di maledizione

Non importa che il Sud sembri indifferente e subisca, la sua memoria sarà lunga, lunghissima.

Carmelina Sicari

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I vescovi italiani: preoccupa ogni tentativo di accentuare gli squilibri già esistenti tra i territori. La sussidiarietà è inscindibile dalla solidarietà. «Il Paese non crescerà se non insieme».

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Carmelina Sicari
Carmelina Sicari è stata Dirigente Scolastico del Liceo Classico di Melito Porto Salvo e dell'Istituto Magistrale di Reggio Calabria. Si occupa da tempo di letteratura contemporanea e di semiotica con opere su Pirandello e sull'Ariosto. Ha collaborato a molte riviste letterarie tra cui Studium, Persona, Dialoghi… Ha all'attivo numerose pubblicazioni su La canzone d'Aspromonte, Leopardi e il Novecento letterario. Continua a sostenere nel presente il Movimento culturale Nuovo Umanesimo di Reggio Calabria di cui è stata ideatrice.

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