Nello stesso Ateneo dove aveva insegnato per anni Letteratura francese, venerdì 30 gennaio, è stata commemorata solennemente Maria Luisa Spaziani. Da Messina s’era poi trasferita a Roma dove la rividi per avere frequentato alcuni suoi Seminari nella Cattedra di poesia di cui era Presidente, collegata alla Biblioteca della Camera dei Deputati, a Roma. La cattedra, un’appendice di quella Montaliana e del relativo Premio, era stata inaugurata nel 2005, alla presenza della signora Ciampi.
Serviva a dibattere temi di grande attualità, assistita da una Consulta cui aderivano personalità di elevato spessore culturale: Rita Levi Montalcini, Carla Fracci, Isabella Bossi Bedigrotti, Beppe Menegatti, Claudio Magris, Walter Pedullà, Carlo Sini e tanti altri. Era un modo per consacrare il magistero poetico di Montale e diffondere la poesia e la letteratura come risorse senza limiti nella crisi contemporanea.
Non solo docente, ma donna dalla conversazione brillante e nel pieno della sua maturità, s’era fatta pure promotrice di incontri e seminari, oltre che giornalista e scrittrice di saggi. Il suo tratto austero d’intellettuale impegnata s’addolciva quando parlava di poesia.
Nessuna meraviglia quindi se la letteratura francese e la poesia sono stati i suoi primi grandi “amori”. A partire dai suoi studi per Proust che continuarono anche dopo la tesi, s’è occupata del teatro francese nel Settecento e di far conoscere, attraverso accurate traduzioni e critiche mediazioni, i grandi Pierre Ronsard, Racine, Flaubert, Gide, Yourcenar ed altri illustri autori francesi. A lei si deve pure un originale romanzo popolare in sei canti, in ottave, su Giovanna d’Arco: Jeannette, 1990, di cui resta una trasposizione per il teatro con la regia di Fabrizio Crisafulli.
Di origine torinese (1922-Roma 2014) si fece conoscere, ancor prima dell’insegnamento, come poetessa. È nota la sua lunga amicizia con Montale che conobbe nel 1949, durante una conferenza del poeta al Carignano nella città di Torino. Montale la chiamò affettuosamente “la mia volpe” e sono conservate le sue lettere, ben mille e trenta, che le scrisse durante la loro frequentazione. Lei raccontò i particolari dell’amicizia con il premio Nobel in:
“Montale e la volpe” del 2011 per gli Oscar Mondadori.
Numerose le sue antologie poetiche di cui una: Transito con catene (1977), è quella che ho più apprezzato, ma non da meno si può considerare: L’occhio del ciclone (1970) che riguarda le sue impressioni durante il suo soggiorno in Sicilia.
Tre volte candidata al Premio Nobel per la Letteratura e le furono attribuiti i Premi Lerici, e Viareggio. Fu Presidente del Centro Internazionale Eugenio Montale, meglio conosciuto come Universitas Montaliana e del Premio relativo.
La poesia della Spaziani è densa di significati ed oscilla tra memoria e concretezza del quotidiano con rarissimi echi proustiani e un forte senso del metalinguaggio. I temi centrali sono la figura della madre, della natura, dell’amicizia e dell’amore, ricchi di suggestione ed incanto.
Nella cerimonia di commemorazione di Messina sono stati chiamati a ricordare la sua figura e la sua arte studiosi del luogo, amici e colleghi, ma pure intellettuali di altre località come Philippe Goudey e Alexandra Krause. Un omaggio alla poetessa ha voluto esprimere Carla Fracci con il marito, ricordando il suo sodalizio poetico ed artistico.
Gaetanina Sicari Ruffo
(Reggio di Calabria)
******
Aspetta la tua impronta
L’indifferenza è inferno senza fiamme.
Ricordalo scegliendo
fra mille tinte il tuo fatale grigio.
Se il mondo è senza senso,
tua è la vera colpa.
Aspetta la tua impronta
questa palla di cera.
(da I fasti dell’ortica, di Maria Luisa Spaziani)
******
[||]
Un video in cui la stessa Spaziani recita i versi che più hanno emozionato la sua anima poetica, « Le Violette » di Ada Negri.