Jazzit Fest in Umbria: All around jazz!

Presentazione (s)oggettiva del festival jazz che animerà il borgo medievale umbro di Collescipoli, in provincia di Terni, dal 5 all’8 settembre. Una grande festa del jazz italiano con numerosi concerti ma anche workshop, conferenze, seminari e corsi di formazione. Il tutto senza alcun tipo di contributo pubblico e a ingresso ad offerta per gli appassionati.


Manifesto di Riccardo Guasco

Se vi dicessi alcune “parole chiave” quali “450 artisti”, “festival jazz”, “4 giorni”, “104 concerti”, “borgo medievale umbro”… cosa vi state immaginando? Sto parlando del Jazzit Fest e sono sicura che una volta arrivati alla fine di questo articolo vorrete farne parte anche voi.

Io ne sono stata letteralmente “risucchiata”, nell’accezione più positiva che possiate immaginare: il vortice di impegni e di appuntamenti che possono essere legati alla produzione di un grande evento musicale è davvero qualcosa di incredibile.

Lavorare “dietro le quinte” di un evento musicale è sempre stato il mio sogno, sin da quando ho cominciato a capire (o meglio, a intuire!) come funzionavano quegli eventi a cui mi è sempre piaciuto tanto partecipare. Qualche anno fa ho cominciato a pensare che sarebbe stato bello poterlo far diventare qualcosa di più che una semplice passione, ma ho cominciato a sentire solo pareri negativi da chi aveva avuto a che fare con l’ambiente in cui vorrei entrare a far parte e non ero molto sicura della correttezza della mia scelta.

“L’Italia non è un Paese che spinga a voler organizzare qualcosa di valido!”

“Burocrazia troppo artificiosa, favori da chiedere in giro a chiunque e troppi sorrisi finti di persone che ti pugnaleranno alle spalle… non fidarti di nessuno!”

“Sei così giovane, dove vuoi andare?”

“Per carità: cavilli su cavilli, soldi da andare a chiedere peggio della questua… questo non è un Paese per giovani interessati alla divulgazione della cultura!”

Insomma, il quadro non era assolutamente roseo. Ma siccome la mia mamma mi ha sempre detto che prima di abbandonare una strada devi averle provate davvero tutte, se pensi che sia LA tua strada, non mi sono data per vinta e ho continuato a pensare di voler diventare organizzatrice di eventi e/o produttrice musicale in generale.

Caso volle (ma io non credo al caso, anzi) che su Facebook, a gennaio, qualche tempo prima della mia laurea, lessi di un evento jazz che si sarebbe tenuto a Collescipoli (il mio paesino, vicino Terni), organizzato dalla casa editrice che si trova a pochi numeri di distanza sulla mia stessa strada e che avrebbe decisamente cambiato i connotati di quello che abbiamo sempre pensato fosse “un festival jazz”. Contattai l’editore (e il direttore artistico del festival) offrendomi come volontaria per dare una mano e rimasi scioccata.

L’uso del passato remoto è d’obbligo, perché un po’ ancora mi sembra tutto surreale e perché mi sembra siano passati ben più di sette mesi da quel momento.

Luciano Vanni, della Vanni Editore srl, in quindici minuti di colloquio ha scardinato tutti i punti fermi che avevo accumulato nel corso degli anni e mi ha spiazzato proponendomi di diventare assistente di produzione del festival, aprendomi le porte di quello che, per me (pur essendo una profana del jazz e una giovane “scapestrata” che ascolta musica deprecabile che da qui a qualche anno ricorderemo in pochi, ma si sa, da giovani di errori se ne commettono parecchi!), era un mondo incantato e che, nonostante tutto, continua ad esserlo.
Una vera e propria palestra dei Marines per chi, come me, non sapeva nemmeno da che parte iniziare, ma con le persone giuste a farci da istruttori e/o guide spirituali anche un soldato semplice può ambire a diventare Capitan America.

Un vero e proprio schiaffo morale a chi mi ha sempre ripetuto che ero troppo giovane per poter ricoprire un ruolo del genere, che questo non è che un Paese per vecchi e che per riuscire a seguire i propri sogni devi sempre e comunque scendere a compromessi.

Un’occasione come questa è stata, e continua ad essere, una delle più grandi sfide che io abbia mai avuto l’onore e la fortuna di accettare e sono stata abbastanza avventata da interpretarla come un segno. Così eccomi qui a parlarvi di quello che sarà il Jazzit Fest e che, in parte, sento come un nipote per cui combattere e di cui essere immensamente orgogliosa, da brava zia/sorella maggiore.

Dal 5 all’8 settembre 2013, in provincia di Terni, nel borgo medievale umbro di Collescipoli, andrà in scena la prima edizione del JAZZIT FEST, evento promosso e prodotto dalla rivista specializzata JAZZIT senza fare ricorso ai finanziamenti pubblici (ebbene sì, avete letto bene!).

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La Vanni Editore srl, casa editrice delle riviste JAZZIT e IL TURISMO CULTURALE, conferma il suo spirito pionieristico organizzando questo evento: uno quattro giorni di musica, mostre d’arte e di fotografia, stand, workshop, conferenze, seminari e proiezioni di film che invaderanno le vie, le piazze, gli antichi chiostri e le dimore storiche di Collescipoli, dove il pubblico sarà accolto in una vera e propria “Cittadella del Jazz”. Il tutto senza alcun tipo di contributo pubblico e a ingresso ad offerta per gli appassionati.

Con ventisei concerti al giorno, conferenze, corsi, mostre d’arte e cineforum, il Festival sarà una vera e propria festa del jazz italiano, un appuntamento tra musicisti, operatori del settore e appassionati attraverso una direzione artistica open source: sono stati i musicisti ad accogliere l’invito di Luciano Vanni e a dare la propria disponibilità per suonare a titolo gratuito. E così il programma ospiterà quattrocentocinquanta artisti provenienti da collocazioni stilistiche eterogenee e percorsi professionali differenti, che presenteranno i loro progetti originali, anche in prima nazionale, nell’ambito di questa manifestazione. Adovabadan Jazz Band feat. Piero Gesué; Andrea Zanzottera 4et; Amanita Jazz Trio; Dario Germani Trio; Eskimo Jazz Band; Giovanni Francesca 5et; Fabio Giachino; Claudio Fasoli “Four”; il collettivo Improvvisatore Involontario. Questi solo alcuni dei tantissimi nomi presenti in cartellone: andate sulla pagina facebook per scoprirne di più!

A rendere ancora più prezioso e innovativo l’evento, all’interno del Festival si terrà il Meeting del Jazz italiano: expo degli operatori del settore – etichette discografiche, festival, jazz club, scuole di musica, associazioni, promoter, agenzie di booking e management.

Il JAZZIT FEST si presenta alla prima edizione come l’evento più rivoluzionario dell’estate italiana, in quanto organizzato da una testata giornalistica specializzata senza il ricorso a finanziamenti pubblici, con la formula Without Recourse To Public Funds. Il festival sarà prodotto attraverso un’idea nuova di collaborazione tra soggetti privati, comunità, istituzioni e spettatori: la Vanni Editore Srl gestirà l’evento assumendosi in toto il rischio d’impresa, la comunità di Collescipoli parteciperà attivamente (tramite la Pro Loco) e le istituzioni comunali sosterranno l’evento senza oneri attraverso la messa a disposizione di strutture e servizi di utilità sociale. Anche il pubblico presente, poi, farà la sua parte: sosterrà l’evento anzitutto con la propria partecipazione e, se vorrà, con una donazione spontanea; potrà comunque assistere gratuitamente ai concerti in programma decidendo liberamente se sostenerli.

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Il piccolo borgo di Collescipoli sarà un paese interamente coinvolto: l’intera comunità offrirà un servizio di accoglienza, sicurezza, ospitalità e ordine pubblico, e grazie alla Pro Loco di Collescipoli sarà aperta la taverna del paese e più punti ristoro così da offrire, dalla mattina alla sera, servizi di ristorazione per colazione, pranzo, cena e degustazioni di prodotti tipici.

Insomma, una vera e propria “Woodstock del jazz”, o perlomeno questo ci auguriamo con tutto il cuore… l’invito è aperto a tutti gli interessati e, se fossi riuscita a “stuzzicare” la vostra curiosità non vi resta che andare su Facebook per trovare tutte le ulteriori informazioni sulla pagina fan del Jazzit Fest (a questo link: https://www.facebook.com/pages/Jazzit-Fest/368543969924871?fref=ts )

Non perdete l’occasione di poter dire “Io c’ero!”: potreste pentirvene amaramente, lo sapete?

Chiara Colasanti

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