Fa venire in mente il lago di Tiberiade, ma è il lago d’Iseo forse perché la passerella galleggiante in giallo, che si dirama su di esso come un nastro di sole, sa di miracolo, un miracolo tecnologico del nostro tempo che si deve al maestro bulgaro-americano Christo. «The Floating Piers» si chiama l’ultima opera del performer, noto per aver «impacchettato» scenari naturali e monumenti come il Pont-Neuf di Parigi o il Reichstag di Berlino.
Si materializza a sorpresa con al vento i suoi capelli bianchi ed il volto attento e serio di genio in trasferta! Scrosciano gli applausi per lui. La passerella può accogliere fino a 11 mila persone, ma è già ressa. È festa sabato 18 giugno, viene dato il segnale del via libera. Sul ponte effimero di Christo si potrà passeggiare fino al 3 luglio, poi il nastro di polietilene ricoperto di stoffa giallo oro, lungo tre chilometri e largo 16 metri, verrà smontato, ma resterà l’emozione di provare cosa significhi camminare sull’acqua, come essere dio.
Si potrà circolare coi bambini in carrozzino, a piedi scalzi, ma non con i tacchi 12 o con cani sprovvisti di museruola.
Il significato dell’opera? “Nessuno, dice l’artista. Sedetevi o camminate sopra la passerella con la pioggia, il sole, il vento e godetevi i suoi dolci movimenti […] Il mio è un progetto molto fisico, un esperimento sensoriale.”
Si formano subito lunghe code: la curiosità è tanta! Gente dal vicino paese Sulzano, ma non solo dell’entroterra, di tutte le parti possibili per provare come un sogno divenga realtà. Sgarbi, il critico del giorno, ha già sentenziato : Si va verso il nulla, considerando la precarietà dell’esperimento confinato in un limite ristretto. Ma tant’è, non siamo forse nel tempo della precarietà ? Niente appare duraturo: ogni cosa sembra fare i conti con quest’ansia di sperimentare quell’elemento che dia il senso d’un salto nell’impossibile e d’una fuga dalla realtà. Il risveglio sarà forse un po’ deludente, ma con i ballottaggi che sono andati a 100 all’ora ed hanno forse sorpreso per la rapidità della cura che si vuole sperimentare, si prova pure a fare sul serio.
A tutta forza dunque per ora come un’onda d’urto che investe e sollecita uno spirito avventuroso che non vuole arrendersi! Poi si tornerà al consueto tran tran. Ma se l’emozione sperimentata sortisse il prodigio di un entusiasmo diverso con cui prendere la vita per non lasciarsi soggiogare dagli incubi delle morti violente, del terrorismo incalzante, delle minacce indicibili di quei profeti di sventura che vedono già all’orizzonte avvicinarsi il trionfo dell’Apocalisse?
Speriamo sia così! E’ vero : di questi pontili che, visti dall’alto, sembrano gettati lì a forma di lettere, sospesi a scrivere una grafica leggera, aerea e luminosa come per un cammino della speranza, non resterà più nulla, come dice Vittorio Sgarbi, ma cosa ce ne facciamo solo di ciò che dura, della emigrazione senza fine, delle armi esplodenti incontrollate, delle promesse sempre uguali e mai risolutive? Meglio a volte fermarsi per sognare un artista geniale che ci ospita nel suo mondo, per un week-end fatto di nuvole impalpabili e di lieti conversari !
Domani è un altro giorno e si vedrà.
Gaetanina Sicari Ruffo
Iseo, lago dell’incanto. Christo ha fatto il miracolo…
Grazie!
La migliore definizione dell’opera di Christo al lago d’Iseo, secondo me, è quella di Sgarbi: « una passerella verso il nulla ». Così il critico ha inteso liquidarla, ma a pensarci bene, invece, definendola in quel modo ha nobilitato l’opera proprio nel senso del contemporaneo.