L’8 dicembre è un giorno festivo in Italia, quello dell’Immacolata Concezione che segna per i cattolici l’ingresso nell’Avvento. È l’ultima festa prima delle vacanze di Natale, una ricorrenza prima di tutto religiosa. Ma è anche il giorno in cui tradizionalmente molte famiglie italiane si riuniscono per addobbare l’albero di Natale o realizzare il presepe. In questa particolare giornata in diversi paesini gli abitanti si sciolgono ancora in processioni lungo le strade e le piazze, portando sontuose statue della Vergine. Una moltitudine di piccole candele e lumini si accendono dentro le nicchie e le chiese ad onorare l’Immacolata concezione.
È questo il giorno che celebra non la verginità della Madre ma la sua purezza, immune dal peccato originale, designata fin dal suo concepimento ad essere ‘nicchia’ di creazione divina.
L’8 dicembre inizia il Natale.
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AVE MARIA
“L’occhio diventa puro quando è avvolto dalla luce del sole e riceve forza dal suo vigore e chiarezza dal suo splendore. In Maria la luce divina ha preso dimora come in un occhio, ne ha purificato lo spirito, raffinato il pensiero, santificato la mente e trasfigurato la verginità. Il fascino di un occhio, i riflessi misteriosi della sua pupilla, l’ammiccare segreto del suo sguardo, l’intensità dei suoi colori, tutto è dovuto alla luce che ci avvolge.”
È quanto ha scritto il cardinale Ravasi nei suoi preziosi breviari, sulla ricorrenza della Immacolata. Ricorrenza che rimane per i credenti il preludio alle festività natalizie; non è in questo giorno che tradizionalmente si addobbano le case di abeti e (speriamo) soprattutto di presepi? E poi le luci scintillanti di piazze e di negozi ad ammiccare verso il consumo dei regali, prima ancora che alla riflessione del “dono”.
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Sovviene il verso di una delle più belle canzoni di un poeta come Leonard Cohen nella sua leggendaria Hallelujah, quando canta … C’è un’esplosione di luce / In ogni parola / E non importa se tu abbia sentito / La sacra o la disperata Allelujah …
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Sono tanti i versi e i canti dedicati alla magnificenza del Cielo, che si illumina con le stelle, prima della notte:
Avvolta nel suo manto / Scende sul mondo / la donna misteriosa/
Lei, imponente, oscura e silenziosa / Viene ad accendere il cielo trapuntato di stelle / incuriosendo ed illuminando dalla notte dei tempi.
Per i credenti è più di uno squarcio di luce, per i non credenti rimane comunque una stella più luminosa nel manto del firmamento, il faro che illumina il nostro cammino, ovunque noi desiderassimo andare.
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L’Ave Maria è un canto di sollievo e di vita nuova, un annuncio di redenzione, una promessa di appartenenza al mondo intero. Lo fa la voce sarda di Maria Carta (nel video che segue, accompagnata al violino da Angelo Branduardi) che prega in un lamento dolcissimo di riscatto e di redenzione al tempo stesso. Il canto verso Maria rimane fra le più alte espressioni di fede e di orazione, in un mondo che spesso rimane sordo alla meditazione come alla preghiera.
(Ci scuserete per la qualità video non buona… questo videoclip è il frutto di una vera e propria opera di restauro dopo un paziente recupero di vari frammenti provenienti da registrazioni diverse.)
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Conferisce una connotazione terrena Fabrizio e André che a Maria dedicò nei decenni scorsi canzoni e versi di assoluta bellezza. Ascoltiamole queste canzoni. Magari nel silenzio di una stanza, lontani dai clamori, magari dopo aver addobbato l’albero di Natale o realizzato il presepe.
