Quando le splendide coste dell’Italia meridionale erano l’esilio di poeti ed intellettuali, come l’azero Essad Bey, la cui permanenza a Positano è ricordata in un libro di fresca edizione di Nicola Longobardi.
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L’editore Nicola Longobardi manda in vetrina l’ultima fatica letteraria di Romolo Ercolino Essad Bey a Positano, l’avventura umana e di intellettuale dello scrittore azero durante la sua permanenza di rifugiato a Positano.
Romolo Ercolino lungo l’arco di dieci capitoli (Per non dimenticare, Il rifugio precario alla fine del mondo, Il lungo viaggio nella memoria, Breve storia di Positano, L’arrivo di Mohammed Essad Bey a Positano, Storia di un tentativo di sopravvivenza, L’addio, Dopo Essad, L’eredita culturale di Essad Bey e Il mio ricordo) ricostruisce gli anni della presenza di questo intellettuale nel rifugio italiano sulla costiera amalfitana.
Anni difficili per l’Europa, gli anni del primo dopoguerra, ricordati dalla Storia per l’instaurazione di nazionalismi e totalitarismi che porteranno il Vecchio Continente ad una nuova guerra ancora più distruttiva della prima e che coinvolgerà nel conflitto il mondo intero. Un epilogo che genererà la cosiddetta “Cortina di ferro” che separerà il mondo dell’est da quello occidentale.
Nazismo, Fascismo, Comunismo, alla fine del primo conflitto mondiale fanno la loro comparsa sullo scenario europeo, dove la guerra ha contato svariati milioni di morti e dove essere dissidenti voleva dire mettere a repentaglio la propria vita. Di fronte a questo scenario molti, soprattutto intellettuali, preferirono abbandonare il proprio paese per rifugiarsi in luoghi più sicuri. Alcuni scelsero l’Italia non ancora contaminata dalle ideologie razziali che avevano trovato terreno fertile altrove. Il Belpaese terra nota per il rispetto verso chi andava alla ricerca di asilo e protezione.
È la scelta che opera Essad Bey nel 1938 approdando a Positano proveniente da Costantinopoli dove s’era rifugiato con il padre dopo la fuga da Baku nel Caucaso.
In questo angolo posto alla fine del mondo Essad Bey ritrova i colori ed i sapori della sua terra. Positano gli rammenta la sua Baku, il Tirreno il Mar Caspio, le isole di fronte quelle del suo luogo natio.
Scelta felice, ma soprattutto felice il rapporto che lo scrittore russo riuscirà ad intessere con la terra adottiva fino alla morte, terra che ne accoglierà i resti mortali nel punto più bello e panoramico del piccolo e caratteristico cimitero di Positano.
Una storia interessante questa di Essad Bey, come quella di tanti esuli russi che saranno costretti a trascorrere il resto della loro vita lontano dalla propria terra.
Esemplare la storia che contrappone nella vicina isola di Capri Gorkij e Bogdanov da un lato e Lenin dall’altro circa l’approccio alla rivoluzione che la “Scuola di Capri” intende operare. Proprio sull’isola di Capri, quel piccolo scoglio nel Mediterraneo, come Gorkij amava definirla, si determinerà in parte la storia della Russia e dell’Europa.
Ma tornando a Essad Bey, la storia che Romolo Ercolino ci propone va letta con grande interesse per la puntigliosa ricerca bibliografica che con rigore scientifico ricostruisce una delle pagine più interessanti della storia europea del Novecento,
Raffaele Bussi