L´On. Pittella desidera formulare una nota di sincero elogio e di apprezzamento per tutti coloro che hanno contribuito alla creazione del cortometraggio « Ballata per bunga-bunga e orchestra ».
Con questo breve quanto incisivo comunicato il Vice Presidente del Parlamento Europeo ha testimoniato nei giorni scorsi l’apprezzamento personale nei confronti della produzione del Laboratorio Multimediale di Gianni Maragno a Matera. Il cortometraggio richiamato dall’On. Pittella, è disponibile su Youtube
Il film di Maragno si fa apprezzare anche per l’accattivante tema musicale magistralmente composto da Nicola Samale e brillantemente eseguito dal baritono Giuseppe Altomare.
Ballata per bunga bunga è una ironica quanto disillusa considerazione sulle amare ed esilaranti performance politiche e sociali del noto personaggio, già premier, conosciute ormai non soltanto in Italia.
La colonna sonora è divenuta anche l’elemento portante dell’opera lirica Fichi d’india composta da Samale, sottile parodia della politica nel Bel Paese, ed estrosa testimonianza di come il genio italico riesca a celebrare (in maniera ironica s’intende) anche il perdurante squallore di soggetti politici divenuti impresentabili.
Non è, invero, semplice né tantomeno corretto delineare situazioni e soluzioni che riflettano la risposta emotiva nei confronti di avvenimenti e personalità che hanno dominato la scena pubblica, disseminandola di scelte incomprensibili ed inaccettabili.
Qualcuno, già anni or sono, ha proposto una sua anticipazione degli avvenimenti che oggi ci troviamo a constatare. Ma, non è soltanto Nanni Moretti ad aver espresso qualche segno profetico su quanto sarebbe avvenuto a distanza di alcuni anni. A questo proposito, di recente, Michele Placido ha osservato: “si fanno film sulla storia del passato purché non disturbi più nessuno. Ma ci manca il coraggio, non sfidiamo il potere e ci accontentiamo di vivacchiare con storie lontane dalla realtà o commediacce. Ma un film sul Bunga-bunga tra dramma e commedia dove si dimostri che la depravazione non sta in quello che si fa nel proprio privato, ma nella trasformazione del privato in pubblico nominando ministri le veline, quello…. non trova produttore in Patria”.
Una lacuna che, invece, già tre anni orsono si è impegnato a colmare Gianni Maragno. In chiave ironica ma al contempo seria e preoccupata. L’autore delineava non soltanto i pericolanti scenari politici e sociali del nostro Paese, ma anticipava anche la fiduciosa aspettativa di una rinnovata coesione di intenti, rivolta a restituire credibilità ad una nazione ridicolizzata da una politica autoreferenziale e distante dai bisogni reali della gente.
L’alternativa prospettata ambiva soprattutto a rafforzare i valori di piena concordia per il raggiungimento di una Europa davvero unita nella democrazia dei popoli.
Armando Lostaglio
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