Di Elisabetta Siggia: Giallo orpimento – Da Van Gogh ai tweets

Elisabetta Siggia, storica e critica d’arte, già autrice di libri sugli Etruschi, sulla cucina (vedasi QUI ) e pittrice, nel suo nuovo romanzo “Giallo orpimento (Viola Editrice, aprile 2020) spiega come questo colore è tanto distensivo quanto le sue sostanze possono essere dannose, come lo sono state per Van Gogh.

La predilezione del pittore per il giallo cromo, composto chimico a base di cromato di piombo, estratto dal minerale crocoite, altamente tossico, era forse dovuta all’abuso che egli faceva dell’assenzio, un liquore che agiva sul sistema nervoso provocandogli allucinazioni. Si racconta che amasse talmente questo colore da spremerne i tubetti direttamente in bocca.
Il giallo orpimento prende il nome dallo stesso minerale composto per il 61% di arsenico, i cui giacimenti sono soprattutto nelle zone vulcaniche dell’Asia centrale, della Turchia e dell’Iran.

La tossicità dei colori gialli ha dunque ispirato l’ultimo romanzo dell’autrice, con gli stessi effetti del Covid19 da lei descritti poco prima che la televisione li facesse abbondantemente conoscere negli ultimi mesi.

Nel “giallo” ambientato a Parigi, Marguerite, benestante, organizza continuamente ricevimenti e concerti di pianoforte in casa, e per il suo cinquantesimo compleanno vuole un suo ulteriore ritratto da Bernard, pittore che dopo anni di frequentazione aspetta sempre che l’amore per lei sia ricambiato finché, non avendolo, per vendicarsi va a comprare a Istanbul, ispirandosi a Van Gogh, le tossiche vernici gialle che lei predilige nei suoi quadri. Il ritratto è effettuato nella stanza da letto di Marguerite perché è lì che rimane lo spazio per il cavalletto e il tavolo dei pennelli e colori, sul quale l’amica Martine, dopo il malessere di Marguerite, trova le bottigliette fatali con le targhette “giallo uno” e “giallo due”.

Il domestico filippino Maurice cosi descriverà i sintomi dell’avvelenamento: “la signora respira a stento, vomita di continuo e da giorni non mangia”; e Marguerite: “non so cosa mi stia accadendo, ma è da qualche giorno che non mi sento bene, respiro male, non riesco a mangiare nulla e quel poco che ingerisco lo rimetto quasi subito”; “mi bruciano lo stomaco, il petto, ho la sensazione che all’interno tutto vada a fuoco e il mio cuore sembra scoppiare”; Martine dirà: sull’ambulanza “tremava dal freddo, la fronte era madida di sudore e il battito del cuore sempre più lento”; in ospedale: “attaccata al respiratore dell’ossigeno, era sempre più esangue, quasi priva di sensi”; “il suo respiro sempre più affannato e il suo corpo appariva sempre più debole e inerte”, sono dunque simili a quelli conosciuti nell’attuale pandemia, finché Marguerite muore e intanto la primavera (altra coincidenza!) sembra “risvegliare la città con tinte forti”, in contrasto con i “cupi sentimenti” che accompagnano i luttuosi eventi.

Se Martine non fosse tornata nella stanza di Marguerite, dove (come Maurice) avverte “una forte nausea” e “una sensazione di soffocamento” e perciò prende dei campioni dei colori gialli per farli analizzare, e se la diagnosi fosse stata virale, non sarebbe comunque stato diverso l’improvviso cambiamento dell’atmosfera tanto in casa quanto fuori: “il vociare allegro degli ospiti che rallegravano le cene aveva lasciato il posto a solitudine e tristezza”; e “il cielo era divenuto plumbeo, l’aria pesante!

Seguono nel romanzo altri omicidi con altri protagonisti (dal pittore al pianista, dalla restauratrice ai collezionisti o al barone squattrinato) che ben riflettono la società parigina che si ritrova in crisi perché non può più “scroccare” ai pranzi o nei salotti di Marguerite.

Allora, se oggi fosse così, in conseguenza del coronavirus, non sarebbero meno da “romanzo giallo” le affermazioni secondo cui questo sarebbe stato elaborato in oriente a scopo doloso, allo stesso modo degli elementi tossici del colore? Un romanzo, allora, che potrebbe essere un “trompe-l’oeil” (come alcuni dipinti di Elisabetta Siggia) ideale per i tweets dolosamente fantasiosi…

Lodovico Luciolli

Il libro: Giallo orpimento, di Elisabetta Siggia, Viola Editrice, 2020

Sinossi: Dal museo di Van Gogh ad Amsterdam fino a Parigi, si svolge questa inattesa storia dove il colore giallo diventa il protagonista del romanzo e la follia sorprende fino a un secondo e inaspettato evento. Solo un’intuizione fece scoprire l’assurdo espediente per portare a termine un incredibile omicidio. Un romanzo colto che prenderà per mano il lettore fino a confortarlo in un finale di fronte ai girasoli di Van Gogh…

Article précédentUna metafora per i nostri tempi: “La guerra dei mondi” di H.G. Wells
Article suivantIl cinema d’arte e la montagna
Lodovico Luciolli
Altri articoli ALTRITALIANI dello stesso autore

LAISSER UN COMMENTAIRE

S'il vous plaît entrez votre commentaire!
S'il vous plaît entrez votre nom ici

La modération des commentaires est activée. Votre commentaire peut prendre un certain temps avant d’apparaître.