L’Europa si addice ai giovani come gli si addice il Sud ed a coronamento di entrambi si pone l’unità. Ogni età, nel momento dei mutamenti, deve contare su una nuova coscienza comune, su una cultura giovanile che li adotti, che sia convinta della loro necessità.
Così la gioventù romantica adottava la necessità dell’Unità d’Italia ed era disposta a sacrificare per essa la vita.
“Eran trecento, erano giovani e forti, e son morti.” (Da La spigolatrice di Sapri, una poesia di Luigi Mercantini)
“Si scopron le tombe si levano i morti”. (Da L’inno di Garibaldi)
Così suonavano le poesie e i canti patriottici nei loro incipit.
Anzi la cultura romantica utilizzò la pulsione della morte in modo drammatico, facendola strumento dell’ideologia della libertà e dell’unità, come unica via necessaria di soluzione senza tornare indietro.
“Chi per la patria muor vissuto è assai.” (Da L’ultimo canto dei fratelli Bandiera)
Secondo me, una cultura giovanile che possa esser funzionale al mutamento è quella europea. Abbiamo visto molti giovani che non vagano più per l’Europa come un tempo all’epoca dei clerici vagantes, vagabondi della cultura che si spostavano da un’università all’altra, da Upsala alla Sorbona, da Parigi a Salamanca. Quelli attuali lavorano a Londra, a Parigi stabilmente. La loro cultura può entrare in gioco ora, formando la mentalità che serve al cambiamento. Ma qual è?
Ci soccorre un vecchio libro di Ernst Curtius : “Letteratura europea e Medio Evo latino”. Lì venivano presentati i modelli, gli archetipi dell’Europa e primo fra tutti Virgilio, un Virgilio come poeta di Stato. Ecco la parola su cui riflettere : lo Stato. Vigilio era il poeta della grandezza dello Stato, quello della pax augustea uscita dalle guerre civili romane.
Lo Stato europeo del futuro è cosmopolita e forte nell’unità nata dalla diversità. Non un coacervo di popoli o un popolo dai colori diversi con un progetto unitario.
Non è un caso che, nell’Europa carolingia, per ottenere questo risultato, i responsabili si rivolsero appunto alle scolae ed alla cultura giovanile rappresentata dalla cavalleria.
Lo Stato europeo auspicabile deve soprattutto puntare sulla formazione dei suoi cittadini.
Le canzoni di gesta erano allora il manuale di questa formazione.
La cultura giovanile europea di oggi deve avere un altro indice, il sud dell’Europa che con la sua cultura non sia percorso da tentazioni secessionistiche di retroguardia.
L’alfiere della libertà che può costituire un modello è Tommaso Campanella. Dalla sua Congiura contro la Spagna nel ’99 ai libri portati in tutta Europa e diffusi dai suoi discepoli, mentre il filosofo è in carcere sottoposto alla tortura, Campanella grida libertà, libertà di pensiero contro ogni autoritarismo, libertà politica, e di essa indica il compito fondamentale dello stato, la formazione giovanile.
La città istoriata dice l’importanza dell’identità per il territorio. Intorno alle sue mura istoriate passeggiano i giovani del futuro ed imparano come l’uomo si eterni.
Carmelina Sicari