Siamo felici di presentarvi la ricerca artistica di Chantal Vey, fotografa e videasta belga, che da tempo ripercorre ‘controcorrente’ e in veste ‘baudelaireriana’ di “flâneur”, le coste italiane, ispirandosi all’itinerario già seguito da Pier Paolo Pasolini nel 1959 per il reportage La lunga strada di sabbia. “Contro-corrente” si articola ad oggi in tre libri e tre mostre.
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Così Walter Benjamin descrive le “flâneur” Baudelaire : “L’allure nonchalante… s’harmonise avec la démarche habituelle du flâneur qui va herboriser sur le bitume… vagabonder…, la rue devient un appartement pour le flâneur, les murs sont le pupitre sur lequel il appuie son carnet de notes, les kiosques à journaux lui tiennent lieu de bibliothèque et les terrasses des cafés sont les bow-windows d’où il contemple son intérieur après son travail… Son indolence n’est qu’apparente. Derrière elle se cache la vigilance qui ne quitte pas le malfaiteur des yeux… Il saisit les choses au vol; il peut ainsi rêver qu’il est proche de l’artiste…” (Walter Benjamin, Charles Baudelaire, Le Flâneur, pp. 57-60, Petite bibliothèque Payot).
Molti artisti contemporanei hanno ripreso l’andatura “sciallante” e polemica del “Flâneur”: colui che guarda, si appoggia al paesaggio e ne coglie le contraddizioni, le crepe nel senso, la sua identità profonda, i suoi splendori e le miserie. Fra questi anche l’artista belga Chantal Vey (fotografa, videasta, scrittrice e italiana per studi, scelta e sentimento) che ha intrapreso un gioco di sovrapposizione funambolico: ripercorrere “Controcorrente” l’itinerario di un altro osservatore illustre che nel 1959 partì dalla Liguria per arrivare, seguendo il litorale italiano, a Trieste. Questo per carpire l’immagine e l’icona del nostro paese nella sua unità politica e geografica ma non sociologica né culturale, armato del suo fomidabile spirito critico da vero “Flâneur” contemporaneo: Pier Paolo Pasolini. Ecco come definisce Chantal Vey la sua identità artistica e narrativa così come la definiva il filosofo francese Paul Ricoeur e quindi il suo progetto pasoliniano:
«La mia ricerca artistica si costruisce intorno alla nozione di Territorio, come un Altrove che esploro attraverso il cammino e il viaggio, ma anche nell’avvicinarmi all’Altro, che sollecito per scoprire il suo universo. In questi ultimi anni, la mia pratica si è diretta più precisamente verso le esplorazioni a margine del Territorio, interrogandomi sui suoi limiti, sui suoi passaggi, e sul come formarne un’immagine durante gli spostamenti nel suo interno.
Nel 2010 ho realizzato un road-trip : “aRound Belgium”, percorrendo i 1386 chilometri della frontiera belga col mio camioncino trasformato in abitazione mobile. Ho invitato gli abitanti a portarmi in un punto della frontiera legata alla loro storia; dove realizzavo un ritratto di paesaggio.
Dal 2014 al 2017 ho proseguito questa ricerca non più nel cuore dell’Europa, ma piuttosto nel cuore del Mediterraneo. Sempre al volante del mio camioncino, ho deciso di percorrere le coste italiane, ispirandomi all’opera di Pier Paolo Pasolini La lunga strada di sabbia. Sono andata a rivisitare a “controcorrente” le situazioni che descriveva 60 anni prima e le ho interpretate passando per il mio sguardo, la mia storia… sempre molto vicina alle persone incontrate, così come amava farlo lui. Ho scelto di scandire l’itinerario in tre tappe, ciascuna concludendosi a Roma e sul Lido di Ostia: luogo del suo selvaggio assassinio.
Ho fotografato, filmato, registrato, ho scritto enormemente…
L’avventura che compone questa trilogia, intitolata Contro-corrente, è stata costellata da momenti molto forti e di altri più intimi. Dopo ogni itineranza, per me è stato importante presentare al pubblico delle “petites formes” (‘micro strutture’), composte di installazioni fotografiche, videografiche, sonore e anche la pubblicazione dei giornali di viaggio (Onomato edition sine).
Queste ricerche mi hanno portato non solo ad esplorare come mettere in evidenza la percezione di un Territorio legato a una storia “forte”, ma si è rivelata anche la possibilità di sperimentare diversi medium artistici per trascrivere più da vicino lo spostamento, la scoperta dei paesaggi, la ricchezza degli incontri… Sono passata dall’immagine fissa all’immagine in movimento, fino all’esplorazione sonora e testuale.»
Contro-corrente si articola in tre libri e tre mostre[i] ; leggendo e guardando le splendide foto del nostro paese, si scoprono nuovi territori, nuovi orizzonti nei dettagli sociali, negli scorci ; si intravvedono, in trompe-l’œil tiepoleschi, nuove personalità e un nuovo popolo di un paese che cambia malgrado tutto. Questi sono i protagonisti che ospitano l’artista belga o che dialogano con lei su questa Italia contemporanea ; sono imprenditori, intellettuali, studenti, pescatori, operai… donne per lo più, che inventano nuove realtà lavorative, nuovi linguaggi e rapporti umani e esplorano nuovi paesaggi.
Lo sguardo amoroso e critico, non spoglio di ironia e distacco, dell’artista sorvola territori in via di mutazioni e cambiamenti epocali. Chantal Vey diventa così una testimone di questi cambiamenti sulle tracce di Pasolini che, criticamente, aveva abbordato il Nord e il Sud d’Italia attirandosi anche feroci critiche trattando gli abitanti della Calabria ancora dominata da conflitti ancestrali e dal peso di tradizioni contraddittorie. Resta la visione di un’Italia dal paesaggio naturale denaturato, invaso dal cemento e da un turismo selvaggio, ma restano anche gli scorci splendidi di una Sicilia bellissima e indomita, di un litorale adriatico sfumato e delicato, di una Liguria raffinata e “sensibile”.
Poi : paesi, borghi, villaggi attraversati con cura dalla nostra viaggiatrice speciale e le città con i loro problemi ma sempre ricche di narrazioni atemporali, strati di storia e di cultura sovrapposti, vertigini di anomalie e di bellezze.
Le avventure di Chantal Vey ci riguardano da vicino e ci fanno riflettere, mentre i ricordi della sua vita e la sua visione europea dell’Italia si intrecciano con la polvere di una lunga strada… a volte anche pericolosa e struggente nei suoi colori, nella vegetazione e nel mare, sempre presente.
Queste « Flâneries » ci stimolano a ripensare il nostro paese da un punto di vista insolito. Pier Paolo Pasolini in palinsesto : Chantal Vey abborda il mistero doloroso della sua morte intervistando amici, studiosi e artisti che ne tracciano il ritratto e il ricordo. Le sue peregrinazioni terminano sempre all’Idroscalo di Ostia, dove il mistero persiste nonostante tutto…
Doppio sguardo quindi quello dell’artista belga, esplorando misteri e fragilità nonché rimettendo sulla scena la personalità e l’opera di uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento e la sua personalità complessa di artista “completo” quasi rinascimentale in veste « baudelaireriana » di « flâneur ».
Maria G. Vitali-Volant
NOTA BENE:
- [i] contro-corrente #1 è stato presentato nel 2015 allo Château Coquelle a Dunkerque, alla galleria d’arte Onomato a Düsseldorf ed al Film Festival di Trieste nel 2016.
- contro-corrente #2 è stato presentato al FRAC Nord-Pas-de-Calais in partenariato con lo Château Coquelle a Dunkerque nell’autunno 2016 ed all’inizio dell’anno 2017 al Centro per la fotografia contemporanea Contretype a Bruxelles ed al Film Festival di Trieste.
- contro-corrente #3 è stato presentato all’Espace Ecureuil Fondazione per l’arte Contemporanea à Tolosa in giugno 2018.
- I tre volumi sono stati editi da Onomato edition sine, 2014-2015-2017 e presentati in edizione trilingue (francese, italiano e tedesco) con le traduzioni di Maria G. Vitali-Volant e Titus Köler.
C’est un chemin de vies, d’inspirations, d’émotions …d’art entre l’Italie et la France qui m’enchante et m’émeut pour moi « doublement » exilée !
Merci à Chantal Vey, Maria Volant, et à Altri italiani !
J »essaierai d’apporter ma petite pierre à ce partage !
………Marie-José Bourgeois-Ferrero
Grazie a Chantal Vey e a Altritaliani per la loro sensibilità verso le problematiche dell’arte contemporanea. maria G. Vitali-Volant
Bonjour,
Maria Volant m’a fait suivre l’article que je trouve superbe, je lui ai déjà envoyé un message pour la remercier. Merci à vous également pour l’intérêt que vous portez à mon travail, et pour cette belle collaboration et diffusion de l’article de Maria, j’en suis ravie !
Bien à vous