Presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, approda sugli schermi italiani “Bozzetto non troppo”, un docu-film che racconta per la prima volta ‘a tutto tondo’ un grande artista italiano dell’animazione come Bruno Bozzetto. Il 79enne Maestro si presta al gioco fantasioso del giovane regista Bonfanti, classe 1980, alla scoperta del presente di un autore dove la semplicità dei gesti non è semplice quotidiano, ma ricerca costante di un’idea. Una vera chicca! Ce ne parla Maria Cristina Nascosi Sandri. Segue un’intervista a Bruno Bozzetto, realizzata per Altritaliani da Massimo Rosin.
Fortemente voluto, poi creato, scritto e diretto dal giovane regista Marco Bonfanti, prodotto da Zagora e Istituto Luce – Cinecittà, da cui è distribuito, è stato presentato a Venezia, nella sezione Classici-Documentari sul Cinema, “Bozzetto non troppo”, un docu-film che racconta per la prima volta un ‘a tutto tondo’ di un grande artista italiano come Bruno Bozzetto, un vero nume che sta tranquillamente alla pari con altri miti internazionali dell’animazione mondiale quali Miyazaki, John Lasseter della Pixar, Nick Park, Matt Groening dei Simpson e, antecedente d’eccezione, Walt Disney.
Presente alla presentazione del film a Venezia, con una verve, una vitalità, una simpatia ed una semplicità degni di un quarantenne, e ne ha praticamente il doppio, Bozzetto nel suo biopic Bozzetto non troppo ci fa entrare nella sua casa e nel suo studio, nella sua vita di tutti i giorni, eccezionale, veramente. Ci presenta i suoi animali e la sua famiglia, gli amici, i suoi collaboratori. Ci mostra mentre si muove in macchina, nei suoi sogni, con una matita in mano.
Tra un giro di valzer, una partita a poker ed una corsa sotto la pioggia, il 79enne Maestro si presta al gioco fantasioso del giovane regista Bonfanti, alla scoperta del presente di un artista dove la semplicità dei gesti non è semplice quotidiano, ma ricerca costante di un’idea.
Così, mondo disegnato e mondo non disegnato diventano sorprendentemente un unicum che comprende decine di piccole lezioni di creatività ed alcuni temi: la Natura, l’umorismo, l’assurdità delle guerre, la potenza delle idee e molto, molto ‘altro’.
E, sempre, in primis, la famiglia, la sua adorata e numerosa famiglia.
Bozzetto lavora da oltre 50 anni. Al suo attivo oltre 300 tra film, corti, lavori per la tv ed il web. Ha ricevuto un Orso d’Oro, una candidatura agli Oscar, premi e omaggi ovunque.
Nelle sue opere personaggi memorabili e ogni volta nuovi: da West and Soda, SuperVip e MiniVip, Mister Tao, all’umanità che si annienta di Cavallette, dalle fantasie di Allegro non troppo alle antropologie di Mister Otto, Europe&Italy, e dell’alter ego universale, il Signor Rossi.
Ma quello che l’ha fatto salire agli onori del successo è proprio il film di cui Bonfanti ha parafrasato il titolo, quell’Allegro non troppo, del 1976 , un testo a tecnica mista, in parte dal vero e in parte d’animazione, prodotto e diretto dallo stesso Bruno Bozzetto.
Dichiaratamente ispirato al capolavoro disneyano del 1940, Fantasia, si compone di sei episodi animati (più un finale ideato su diversi cortometraggi di pochi secondi), ciascuno accompagnato da un celebre brano di musica classica – da Stravinskij a Debussy, da Ravel a Dvořák, da Sibelius a Vivaldi – inseriti in un film-cornice girato dal vero, in bianco e nero, protagonista un esilarante e giovanissimo Maurizio Nichetti.
Una vera chicca, da non perdere!!
Maria Cristina Nascosi Sandri
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[rouge]Ed ecco l’intervista a Bruno Bozzetto, realizzata da Massimo Rosin[/rouge]
Alla recente Mostra del Cinema a Venezia un documentario, fra i tanti proposti, ha riscosso interesse: « Bozzetto non troppo ». Bruno Bozzetto, per la prima volta nella sua vita, si trova davanti ad una telecamera e si racconta: un avvincente documentario di 75 minuti, che ha permesso a molti di riscoprire questo autentico maestro del mondo dell’animazione, forse in parte dimenticato dai più giovani.
Ha 78 anni Bruno Bozzetto, un fisico asciutto, integro nel corpo e nello spirito. Lo contatto telefonicamente per un’intervista. La disponibilità e cortesia mi stupiscono, forse perché queste appaiono sempre più raramente nel mondo d’oggi. La conversazione inizia, ma lascio a lui di spaziare nei temi che più preferisce. Gli chiedo di quando era ragazzo.
M.R.: Signor Bozzetto quali erano le sue letture preferite?
Bozzetto: Soprattutto tre: l’Uomo Mascherato, Mandrake, e gli Albi d’oro di Disney. L’Uomo Mascherato, in particolare, è quello che mi ha ispiarato “Vip” e “Mini Vip”, le parodie ai super eroi americani.
La conversazione passa ad altro. Mi accenna all’umorismo dei suoi cartoons.
Bozzetto: L’ho preso da Disney. Già quando avevo 8-10 anni andavo al cinema. Mi piacevano molto i film d’avventura. Poi mi imbattei in « Bambi », quel grazioso cervo dalla coda bianca che trovai molto poetico e che contrastava con l’accanimento dell’uomo verso la natura.
M.R.: E di « West and soda » cosa mi dice?
Bozzetto: « West and soda » non è una creazione di personaggi, ma nasce come parodia. Non l’ho pensato per un pubblico di bambini, ma di adulti. Mi andava l’idea di fare una caricatura dei film western che allora monopolizzavano le sale cinematografiche di mezza Italia.
M.R.. Da « West and soda » ad un certo « Signor Rossi » il passo sembra breve…
Bozzetto: Il « Signor Rossi » è nato da uno stile inglese. Porta la bombetta, ma è noto a tutti per essere l’uomo qualunque.
Accenno a « Il Signor Rossi a Venezia ».
Bozzetto: Bello, vero? Anche qui lui è già un precursore dei mali esistenti di questa città. Già allora in quel cartone c’erano alcuni fra i temi forti che affliggono oggi Venezia: un turismo soffocante, le navi che solcano pericolosamente il bacino di S.Marco…
Gli chiedo di parlarmi degli anni della sua giovinezza quando, a Milano, aprì gli studi dove, assieme a molti suoi collaboratori, diede vita a tutta la sua produzione.
Bozzetto: I primi anni ‘50 furono molto importanti, un momento favorevole. Svanita la paura della guerra si sentiva attorno un grande entusiasmo. Un po’ in tutti i settori c’era la voglia di ricominciare, di dare vita a qualcosa che non c’era prima. Noi nei nostri studi scoprivamo nuovi stili, nuovi disegni e questo faceva aumentare la nostra voglia di credere in quello che stavamo facendo.
M.R.: Parliamo dei tempi presenti. Ai giovani d’oggi che vogliono intraprendere la sua stessa strada cosa sente di dirgli?
Bozzetto: Di perseverare nella passione. Più questa è grande, più può dare buoni risultati. Ma bisogna crederci, sempre.
M.R.: Il mondo di chi ci comanda oggi non è sempre attento a valorizzare nuovi talenti. Tanti giovani preferiscono giocarsi le loro carte all’estero…
Bozzetto: Ma per forza! Finchè a comandare ci saranno persone impreparate o forse è meglio dire incapaci le cose non potranno migliorare. Quando si va a parlare con qualcuno di loro si ha sempre l’impressione di avere davanti qualcuno che non capisce cosa gli vai a proporre. Ci vogliono dei professionisti e preparati ».
M.R: Mi par di capire che la sua fiducia nei confronti di chi ci… (E qui Bozzetto interviene, quasi interrompendomi)
Bozzetto: Cosa vuole, più vado avanti con gli anni e meno vedo cose che mi piacciono. Leggo articoli di giornali che si smentiscono uno con l’altro, generando una confusione enorme. Sembra strano che nell’abbondanza delle informazioni che abbiamo oggi, tutto questo porti a paradossi continui, dove le contraddizioni si incrociano più volte ».
Massimo Rosin