Prima o poi doveva succedere. Esisterebbe un progetto per un film su Silvio Berlusconi, addirittura con Jack Nicholson quale interprete. C’è in qualche modo un precedente italiano del filmacker Gianni Maragno: “Ballata per bunga bunga e orchestra”.
Sta prendendo corpo la voce relativa ad una imminente produzione cinematografica dedicata alla vita e alle vicende di Silvio Berlusconi. Un annuncio che non sorprende più di tanto in questo periodo in cui la cronaca quotidiana (giudiziaria, parlamentare, politica e di costume) è continuamente sollecitata da notizie e note di marca e qualità differenti sulle scelte riguardanti la vita pubblica e privata dell’ex-premier. A condire la curiosità e ad aumentare l’interesse è anche l’indiscrezione trapelata sull’interprete protagonista: Jack Nicholson.
E, indubbiamente, l’estrosità e l’irrequietezza dell’attore americano, calamitate da un ghigno inquietante, ben si addicono a portare sul set la sregolatezza e la potenza affabulatrice del padrone di partito, di giornali e reti televisive. È certamente troppo presto per immaginare movenze e modalità di costruzione del film (sempre che il progetto vada a buon fine), ma le abitudini, gli atteggiamenti, le frequentazioni e le idee dell’inquilino di Villa S. Martino ad Arcore costituiscono argomento utile a delineare episodi e stili di vita italiani degli ultimi vent’anni, offrendo spunti di critica sociologica e di valutazione etica. Non di poco conto è anche la gamma di orientamenti che un tal genere di considerazioni può suggerire.
A tal proposito, appare opportuno ricordare l’operazione condotta a compimento alcuni anni orsono da Gianni Maragno, che nell’ambito delle attività del suo Laboratorio Multimediale a Matera, ha prodotto Ballata per Bunga Bunga e orchestra., un cortometraggio che, ad onta del titolo magari fuorviante, si palesa quale sarcastica e preoccupata, ma non sconfortata, descrizione delle prospettive di vita degli anziani, incentrandosi in chiave ironica, e meditata ad un tempo, sulla “sessualità nel vecchio con problemi cognitivi”.
Ambientato nel familiare scenario delle Gravine (quelle di Laterza, Taranto) e utilizzando personaggi creati dalla fantasia dell’autore, ma facilmente collocabili nelle tipologie degli incontri e delle conoscenze quotidiane e con interpreti non professionisti, il corto affronta con umorismo il complesso e delicato tema delle malattie e delle demenze senili, additando soluzioni che risuonano come monito per quanti, giunti in età avanzata, intendano percorrere itinerari non più consoni alla propria condizione naturale e contravvenendo alle ineludibili soggezioni al giudizio morale personale e del contesto sociale.
Anche in questo caso emerge la figura del protagonista, che in qualche maniera potrebbe sostenere il ruolo di competitor nei confronti di Jack Nicolson nella preannunciata produzione cinematografica su Berlusconi. Forte dell’esperienza acquisita come geriatra nel corto di Gianni Maragno, Alfredo Cinnella (stimato e competente geriatra ospedaliero) propone la sua considerevole taglia, per sostenere questo nuovo ruolo, impregnandolo di umanità e di versatilità interpretativa.
E pensare che il lavoro di Gianni Maragno ha in qualche misura precorso avvenimenti e situazioni che oggi si sono imposti all’attenzione di analisti di cronache di costume in Italia, come all’estero. Un’altra annotazione, infine, riguarda la coinvolgente ed estrosa ballata per pianoforte e baritono che sottolinea in maniera piacevole e incalzante il corto nelle sue diverse fasi; frutto dell’abilità compositiva di Nicola Samale, essa è poi confluita in una opera lirica dal titolo allusivo di Fichi d’india, prova di maestria e competenza musicale, in grado di soddisfare con la poliedricità delle strutture armoniche e melodiche impegnate anche i palati più raffinati.
Armando Lostaglio