“In questi tempi in cui all’estero gli eventi italiani spesso suscitano stupore e ilarità, mi pare particolarmente indicato ricordare che in Italia si fanno anche ricerche scientifiche importantissime di cui questo libro coraggioso è espressione fondamentale”. Così la psichiatra Anna Homberg presenta ‘Todestrieb und Erkenntnis’, l’edizione tedesca di ‘Istinto di Morte e Conoscenza’, il capolavoro teorico dello psichiatra Massimo Fagioli che uscito nel 1970 ha, di fatto, inaugurato la psichiatria, medicina della ‘psiche’, svelando l’origine della malattia mentale: la pulsione di annullamento e quindi la possibile cura e guarigione.
Cadde così quarant’anni fa il tabù della inaccessibilità alla conoscenza umana, dai tempi dei tempi, dell’inconscio, definito da Sigmund Freud ‘inconoscibile’. “L’inconscio? Non è il vaso di Pandora che contiene tutti i mali del mondo. Ho sempre inteso il ‘non cosciente’, come non conosciuto, ma non inconoscibile: si può conoscere benissimo”, sostiene Fagioli in ‘Il pensiero nuovo’ (edizioni L’Asino d’oro), il suo undicesimo libro che raccoglie le lezioni svolte nel 2004 all’Università degli Studi di Chieti-Pescara.
Orbene ‘Istinto di Morte e Conoscenza’ dall’Italia sbarca in Germania dove sarà presentato il 19 prossimo alla Fiera del Libro di Lipsia: un evento di grande importanza non solo per la psichiatria ma per la politica e la cultura stessa, per la comprensione di quel terrificante e devastante fenomeno che è stato il ‘nazismo’ di Hitler. “Offrirà, secondo la Homberg, risposte inedite ai tanti che in Germania fanno ancora i conti con l’enorme problema del nazismo. Le radici pulsionali dell’anaffettività scoperte da Fagioli potrebbero dare una risposta estremamente importante e innovativa alla loro domanda ‘come è potuto accadere’, evitando però ogni pessimismo su una natura umana sempre pensata come necessariamente malvagia ed aggressiva”.
Evento culturale che in Italia, paese che ha conosciuto il non meno terrificante e devastante fascismo della Germania, si vorrebbe occultare per riproporre ‘il vecchio’ invece del ‘nuovo’. Artefice di questa operazione, è il giornale La Repubblica.
In contemporanea infatti con l’uscita di ‘Todestrieb und Erkenntnis’, non solo tace l’evento ma ripropone con un ampio servizio, Ludwig Binswanger, il massimo esponente dell’analisi esistenziale e della psichiatria fenomenologica : traspose la fenomenologia di Husserl e ancor di più il pensiero dell’antesignano del ‘nazismo’ Heidegger, nel campo della salute mentale. Direttore della clinica ‘Bellevue Sanatorium’ di Kreuzlingen, lavorò con Jung, Bleuler e Sigmund Freud, di cui fu intimo amico fino alla morte del padre della psicoanalisi.
Il servizio, curato dallo scrittore Pietro Citati, tratta il famoso ‘caso clinico’ di una giovane donna ebrea di origini tedesche, Ellen West, cui Binswanger prescrisse come ‘cura’ il veleno perché ritenuta incurabile: ‘il suicidio è una libertà’, sosteneva Biswanger perché per lui la
malattia mentale non esisteva. Ergo, il malato mentale andava eliminato come fece Hitler! E a Biswanger si rifece lo psichiatra Franco Basaglia.
Viceversa, la storia e l’opera di Fagioli, che conobbe Biswanger per esser stato a Kreuzlingen, si muovono in tutt’altra direzione: lo ‘scontro’ ormai quarantennale tra chi propone un ‘Pensiero nuovo’ (Fagioli) e chi vorrebbe imporre (La Repubblica e una certa cultura dominante) ‘il vecchio’, l’immobilismo e non il progresso.
“Solo se è privo di vitalità, l’essere umano attua la pulsione di annullamento che è potenziale causa di lucidità distruttiva”, aggiunge la psichiatra che ha tradotto in tedesco assieme a Cecilia Iannaco e Antonio Marinelli, il primo dei tre libri fondamentali di Fagioli: gli altri due “La marionetta e il burattino” e “Teoria della nascita e castrazione umana” del 1974. L’appuntamento è dunque a Lipsia, la città di Wagner e Leibniz, dove il testo in tedesco, edito dallo storico marchio Stroemfeld Verlag , sarà presentato dai tre traduttori Homberg, Iannaco e Marinelli, presente l’autore, lo psichiatra dell’Analisi Collettiva.
La pubblicazione in tedesco, consente ora di proporre ‘Istinto di morte e conoscenza’ nella nazione e nella lingua per eccellenza della filosofia e della psichiatria: da Kant ad Heidegger, da Schopenhauer a Nietzsche, la lingua tedesca ha dato voce in maniera determinante al pensiero e alla cultura dell’Occidente e non solo nel campo della filosofia: Kraepelin, Bleuler fino a Freud e Jung, anche la psichiatria e la psicoanalisi sono ampiamente fondate sulla lingua tedesca. Ma anche della politica: il crollo del Muro di Berlino del 1989, anno in cui Fagioli diede alle stampe la quinta edizione di ‘Teoria della nascita e castrazione umana’, che ha sancito il fallimento del comunismo sovietico derivato dal marxismo-leninismo.
È in ‘Istinto di morte e conoscenza’ che Fagioli descrive per la prima volta la ‘fantasia di sparizione’, la ‘pulsione di annullamento’ e ciò che le differenzia: la scoperta di queste dinamiche ha permesso di fatto la formulazione di una ‘teoria rivoluzionaria’ sull’origine e sullo sviluppo della psiche umana. Secondo la Teoria della nascita, il neonato reagisce alla novità assoluta dello stimolo luminoso sulla rètina, facendo sparire, con la reazione pulsionale, il mondo naturale aggressivo (luce, aria) e creando simultaneamente una prima realtà psichica, la memoria-fantasia dell’omeostasi biologica tra organismo fetale ed ambiente intrauterino. E fu per questa scoperta, contenuta nel secondo capitolo di Istinto, che Fagioli fu espulso nel 1976 dalla Società Italiana di Psicoanalisi: la teoria della nascita infatti decretava l’inesistenza del freudismo ed ha aperto una originalissima ‘prassi di ricerca’ – l’Analisi Collettiva – sulla mente umana e la formazione del pensiero umano.
Pubblicato nel 2010 in Italia da ‘L’Asino d’oro’ in una nuova edizione a quaranta anni dalla prima pubblicazione, “il libro di Fagioli offre così un approccio nuovo alla bioetica ma è anche una ricerca approfondita sulle cause della pazzia umana – si legge in una nota -. Vengono spiegate le dinamiche connesse dell’invidia e della negazione; si distingue il desiderio dalla bramosia e si dice cosa sono i sogni, dove nascono, cosa rivelano”.
Carlo Patrignani